che cari,
che siete... potete anche immaginarmi perso tra odalische e feste danzanti, invece che nel casino piû nero in cui effettivamente sono.. altro che modellismo e biplani!
che poi, se non ho tornichetti o arridatoi e filo, mi rifiuto anche solo di staccare un pezzo dallo sprue.. ops, dall'albero di colata...
il rischio, per come sono fatto io di testa, è quello di disamorarmi, se inizio una cosa e la devo mettere da parte per motivi di forza maggiore, a causa della frustrazione di non poter fare tutto quello che vorrei. (che poi mi vale per tutto, in caso ci fossero forumiste che seguono nell'ombra, sono avvisate
).
per le eliche non è tanto una questione di motore early o late, che in questo caso mi pare non ci fosse, l'unica differenza apportata fu quella di vietare l'uso di motori rettificati, che davano il problema della fragilità dalla base dei cilindri, quanto di rendimento delle eliche... risalgo in cattedra, pronti?
l'elica, vista in sezione, è di fatto un profilo alare, ovvero genera portanza "tirando" tutto quello che c'ha dietro (o davanti, in vaso di elica spingente, come qui) in virtù della depressione che si genera su un lato dell'elica, e della depressione dall'altro.
dato che questo profilo avanza nell'aria secondo un moto circolare, ruotando le pale sul proprio asse centrale, la portanza che si genera è diversa nei vari punti, a causa della diversa velocità angolare nei vari punti.
quindi l'angolo di incidenza sarà diverso, riducendosi, man mano che ci si allontana dal mozzo, altrimenti ci troveremmo con una pala che alla base viaggia a n velocità generando una portanza x, e all'estremità raggiunge o magari supera la velocità del suono, generando fino ad un certo punto una portanza tale da svergolare, tirandola in avanti, eccessivamente tutta la pala, e poi entrando in campi di aerodinamica poco adatti alla bisogna, andando a interessare fenomeni di compressibilità, resistenze e turbolenza dei regimi sonici.
un esempio tipico è quello del piaggio 180, le cui eliche viaggiano a regimi transonici, e infatti lo potete riconoscere ad occhi chiusi, se vi passa in testa.
ora, detto tutto ciò, ed essendo le eliche in legno a passo fisso (cioè in un pezzo unico, mentre le moderne eliche hanno la possibilità di regolare in volo l'angolo di incidenza ottimizandolo per le varie fasi del volo) va da sè che ogni elica a paso fisso ha il suo proprio rendimento, ottimale per un dato regime. un aereo (o lo stesso aereo, ma usato in ruoli diversi) da lungo raggio avrà eliche adatta alla crociera, uno da traino ne avrà una ottimizzata per la salita.
un po' come avere un ciclomotore da 50 cc con o senza cambio... immagino tutti i meno giovani abbiano provato la differenza, e magari anche a cambiare la corona di trasmissione, ottenendo risultati diversi ai vari regimi sul loro 50ino smpompato...
o come le eliche per natanti a calettamento variabile. avrete notato che in manovra certe navi sembrano "mordere" meglio l'acqua, è lo stesso principio.
quindi, per concludere, le diverse eliche avevano semplicemente rendimenti diversi, ed essendo quella un'epoca fortemente sperimentale, man mano scoprivano che per un caccia poteva essere meglio un'elica quadripala, più pesante, ma più prestante in termini di efficienza (e più resistente meccanicamente) ad alto numero di giri motore e basse velocità anemometriche a quote relativamente basse, tipiche del combattimento manovrato della WWI.
...mi sono capito? ammappa che pippone... vabbè, mi rimmergo nei miei attulissimi problemi moderni...
ciao ciao, p.
PS ho ordinato i fili, e nei prossimi vado di buckles, abbiate fede!