00 28/06/2013 17:25
Oggi che non so cosa fare, vi tedio raccontandovi una storia di vita vissuta in Italia nel 1942, la location, è la provincia di Modena nella sua fascia pedemontana, zona, all’epoca esclusivamente agricola, popolata da pochi proprietari terrieri e da molti mezzadri, che lottavano fino allo sfinimento per dare da mangiare alle loro famiglie.
La storia comincia con uno dei miei nonni, “semplice” contadino che lavorava la terra altrui per mantenere i sui cari, un giorno si presentarono sul campo in cui lui sputava sangue, dei baldi ragazzotti vestiti di nero, e molto semplicemente gli dissero che doveva arruolarsi nel fascio locale , per difendere l’onore d’Italia, lui gli fece gentilmente notare che l’unica cosa che lui poteva difendere era il “semplice” tenore di vita della sua famiglia, che faceva molta fatica a mangiare, (poco) due volte al giorno, ahi ahi, risposta sbagliata, il nonno venne fucilato li sul campo senza gloria e senza infamia, semplicemente venne ammazzato.
A pochi chilometri di distanza, ma sulle colline, un altro mio nonno, con i pochi attrezzi che la sua “semplice” vita gli avevano concesso, stava anche lui sputando sangue in un campo, per sfamare la sua famiglia, quando un gruppo di baldi ragazzotti con un fazzoletto rosso al collo, si presentarono da lui, chiedendogli di seguirli per difendere l’onore dell’Italia, lui fece gentilmente notare, che l’onore lo aveva già mangiato, e che la sua famiglia aveva fame, ahi ahi, altra risposta sbagliata, l’altro nonno, venne fucilato li sul campo, senza altre parole, anzi in questo caso gli attrezzi da lavoro, vennero distrutti, non si sa mai che a qualche altro “sempliciotto” della sua famiglia venisse in mente di usarli, per dare da mangiare ai loro cari.
Ora, sono entrambi morti, sono entrambi sepolti nello stesso cimitero, entrambe le loro famiglie sono rimaste senza sostentamento, tant’è che i loro due fratelli più giovani, poco più che ragazzi, per racimolare il minimo indispensabile per sostenere il resto delle famiglie, seguirono gli assassini dei loro fratelli. Uno arruolato a forza in una legione fascista, venne inviato in Russia a combattere per l’onore d’Italia, l’altro segui i partigiani della brigata Garibaldi, e fece parte di un piccolo gruppo di Italiani che andarono in Russia, a combattere i Tedeschi per difendere l’onore d’Italia.
Bene qui finisce la storia di quattro “semplici” contadini Italiani, che non avevano idee politiche, perché tutta la loro vita era dedicata alla sopravvivenza loro e delle proprie famiglie, come la stragrande maggioranza degli Italiani, dei Russi e dei Tedeschi, bene due sono sepolti in un cimitero della collina Modenese e due sono dispersi in Russia, probabilmente sepolti in un campo di girasoli.
I figli dei primi due all’epoca in fasce, si sono poi incontrati e dal loro amore, sono nato io, e come loro “semplice” contadino, sono riuscito a risalire alle loro storie, e onestamente, quando sento accusare o difendere il Fascismo o il Comunismo, chiamandoli, a secondo di chi parla, buoni o cattivi, rimango quantomeno basito.
Un conto è la ricerca storica, di cui anche io sono fanatico, e un conto è la militanza, per fortuna, tutto sommato di pochi, infatti la percentuale di chi va a votare, stranamente è sempre minore, mano a mano che passano gli anni.

Chiedo scusa a chi di tutto questo non frega niente. [SM=g27811]

Ciao,
Graziano. [SM=g27823]


"La vita è una maestra dura....ma impari....Dio se impari!"