SOTTOMARINO NUCLEARE K-141 KURKS 2000

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AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 18:45
ZVEZDA 1:350
SOTTOMARINO NUCLEARE K-141 KURSK


Il K-141 Kursk, era un sottomarino a propulsione nucleare della Flotta del Nord appartenente alla classe Oscar I/II. Il sottomarino entrato in servizio nel 1995 presso la base di Severomorsk, era in grado di trasportare e lanciare missili a testata nucleare. Il suo dislocamento era di 10 700 tonnellate in superficie e 13 500 tonnellate in immersione, l'equipaggio tipico era composto da 52 ufficiali e 55 marinai, per un totale di 107 persone. Prima del suo affondamento era uno dei più moderni sottomarini in dotazione alla Voenno-Morskoj flot.

Il 12 agosto 2000 il sottomarino nucleare era impegnato nel mare di Barents in un'esercitazione militare navale nella quale avrebbe dovuto lanciare dei siluri a salve contro l'incrociatore nucleare, classe Kirov, Pjotr Velikij, Pietro il Grande). Alle 11:28 locali (07:28 UTC) furono lanciati dei siluri di prova, ma subito vi fu un'esplosione, presumibilmente di uno dei siluri del Kursk. L'esplosione chimica aveva una potenza compresa tra i 100 e i 250 kg di TNT e produsse un'onda sismica di intensità di 2,2 secondo la scala Richter, in conseguenza alla quale il sottomarino si adagiò sul fondo a 108 metri di profondità a circa 135 km da Severomorsk 69°40'N 37°35'E? / ?69.667°N 37.583°E? / 69.667; 37.583. Una seconda esplosione avvenne 135 secondi dopo la prima con un'intensità compresa tra i 3,4 e 4,4 della scala Richter, quindi con una potenza compresa tra le 3 e le 7 tonnellate di TNT. L'esplosione sommerse il sottomarino con molti detriti, rendendone difficile il recupero. Dopo vari tentativi di salvataggio falliti da parte dei russi, una nave speciale norvegese equipaggiata con un batiscafo inglese si agganciò con successo al sottomarino affondato, trovandolo tuttavia allagato completamente e senza alcun superstite.


Causa dell'incidente

La commissione d'inchiesta fu guidata dal procuratore generale Vladimir Ustinov, e concluse il 29 giugno 2002 che le esplosioni a bordo del sottomarino russo furono causate da un siluro difettoso, che innescò delle reazioni a catena. Inoltre, i superstiti morirono in circa 8 ore dall'inizio dell'incidente ed i soccorsi non sarebbero stati in grado di aiutarli. Sulla causa dell'incidente giunsero ad una conclusione simile dei ricercatori inglesi, che imputarono la prima esplosione ad una fuoriuscita di perossido d'idrogeno, usato come propellente per i siluri. Questo liquido sarebbe esploso innescando gli altri siluri.

Inizialmente venne ipotizzato che il Kursk avesse avuto una collisione con un qualche vascello non russo, non identificato. Questa ipotesi venne affermata da fonti russe, come dall'allora ministro della difesa Marshal Igor Sergeyev e dall'allora primo ministro Ilya Klebanov. Inoltre venne alla luce che quel giorno erano presenti due sottomarini statunitensi, che osservavano l'esercitazione, lo USS Memphis e lo USS Toledo, di classe Los Angeles. Gli Stati Uniti negarono immediatamente la collisione tra un loro sottomarino e il Kursk, anche se confermarono la presenza del Memphis e del Toledo.

Secondo un'altra teoria, comparsa su un documentario franco-canadese definito credibile da Maurice Stradling, ex alto funzionario del ministero della difesa britannico, il Memphis avrebbe dovuto osservare la situazione da distante, mentre il Toledo avrebbe invece avuto ordini di pedinare il Kursk. Il Toledo avrebbe urtato il sottomarino russo, senza tuttavia causargli gravi danni. Il Toledo, danneggiato, avrebbe tentato di allontanarsi, aiutato dal Memphis. Rilevando che il Kursk stava attivando i sistemi d'arma, il Memphis avrebbe lanciato un siluro di tipo Mark 48, colpendo in pieno la sezione di prua del sommergibile russo, che conteneva i siluri. Ciò avrebbe creato una reazione a catena innescando le cariche dei siluri del Kursk. Sempre secondo questa tesi gli Stati Uniti e la Federazione Russa si sarebbero successivamente accordate e i primi, responsabili dell'incidente, avrebbero indennizzato la Russia cancellando un debito di 10 miliardi di dollari.

I sostenitori di questa teoria indicano come prova le immagini del relitto del Kursk quando venne recuperato che mostrerebbero un foro circolare, rivolto verso l'interno, presente sulla fiancata e vicino al luogo dell'esplosione.

All'ipotesi del siluro, ufficiali statunitensi ribatterono affermando che le unità USA erano distanti almeno 5 miglia. Inoltre il Memphis non sarebbe stato danneggiato e uno scontro con un mezzo delle dimensioni del Kursk avrebbe creato pochi danni all'unità russa e avrebbe quasi distrutto quella statunitense. Altri ufficiali dichiararono che le boe di emergenza usate dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra sono arancioni, mentre le boe di comunicazione sono di colore grigio. Una boa di colore bianco e verde non apparterrebbe a nessuna delle due nazioni occidentali.





| Onoriamo i 118 marinai caduti quel maledetto 10 Agosto del 2000. Persero la vita in circostanze ancora ignote o per un tragico errore? Perché i superstiti non furono salvati in tempo?

La tragica fine del sottomarino nucleare russo "K-141 Kursk" e dei suoi 118 marinai che il 12 Agosto del 2000 persero la vita in circostanze, per certi versi, ancora ignote.

Ci avvarremo della consultazione delle fonti più autorevoli in materia per offrire al Lettore uno strumento di analisi e valutazione su una vicenda che, dopo la fine del Comunismo sovietico e della Guerra Fredda, pensavamo di aver consegnato definitivamente alla memoria e alla Storia. Oggi, la Russia è quasi un'alleata della Nato e dell'Europa, vi avvia a solidificare le proprie istituzioni democratiche liberamente elette ma i rigurgiti del passato ogni tanto affiorano pericolosamente in superficie e i misteri del controverso ex servizio segreto KGB, sono più oscuri che mai.

Se a tutto ciò aggiungiamo che sottomarini simili al Kursk e di più evoluti, ancora oggi in possesso a tutte le marine militari nucleari del pianeta (compresa l'Italia), solcano i 7 Mari a caccia o a difesa di non si sa bene che cosa, allora possiamo star certi che l'incubo dell'improvvisa Terza o Quarta Guerra Mondiale, non è finito. Anzi. Eppure il Kursk si inabissò in circostanze ancora poco chiare, carico delle sue micidiali armi nucleari in grado, se fossero state lanciate, di devastare l'Europa in pochi minuti.


Ma torniamo indietro nel tempo, in fondo al mare di Barents, a quegli attimi fatali, subito dopo l'esplosione della prua del Kursk. "Ci sono 23 persone qui. Abbiamo deciso di spostarci perché nessuno può lasciare il sottomarino. E' buio per scrivere, ma cercherò di scrivere a tentoni. Sembra che non ci siano speranze, il 10-20 per cento. Speriamo che almeno qualcuno leggerà. Qui sono gli elenchi dei membri dell'equipaggio delle varie sezioni che si trovano ora nella nona e che cercheranno di uscire". La conclusione del messaggio è un ultimo addio ai parenti e amici: "Saluti a tutti, non dovete disperarvi". Non è il brano di un libro o film di fantascienza, è un fatto di cronaca terribile, realmente accaduto, con tutto l'agghiacciante sapore di irrealtà che potrebbe avere un libro.

Il 12 Agosto del 2000 il sottomarino nucleare russo Kursk si inabissa nel mare di Barents, probabilmente impegnato in esercitazioni nucleari la cui natura reale non è mai stata ben chiarita. Il sottomarino sprofonda nelle gelide acque, impossibilitato a manovrare, lancia un SOS e attende i soccorsi. La notizia viene tenuta segreta al resto del mondo per due giorni interi (ricordate Chernobyl?), il 14 Agosto la Russia denuncia il fatto.

Il capo della marina militare russa dichiara che l'avaria è stata provocata da una manovra errata, ma si sospetterà sempre che si tratti invece di una collisione con un sottomarino di un altra potenza straniera: nessuno tuttavia ammetterà di aver incrociato a quella latitudine con imbarcazioni da guerra. Le navi mercantili che attraversano in quel momento il Mare del Nord riporteranno racconti agghiaccianti di impulsi percepiti dal sonar: l'equipaggio prigioniero del sottomarino era ancora vivo e stava tentando di comunicare con l'esterno battendo sulle paratie metalliche una sorta di rudimentale segnale morse come nel film "Caccia a Ottobre Rosso". Ma era tutto vero.

"Sono bloccati a 107 metri di profondità, per quanto ancora potranno resistere?" - erano le domande ricorrenti tra i marinai di passaggio. Gli Stati Uniti d'America offrono subito aiuto ma la Russia rifiuta. Vengono mandati in ricognizione tre piccoli batiscafi, ma ogni cenno di vita alla fine cessò. Finalmente il governo russo accetta le offerte calorose di aiuto che provengono dalla Gran Bretagna e dalla Norvegia. Durante i tentativi di aggancio allo scafo il sottomarino si inclina ulteriormente, solo il 19 Agosto un'adeguata missione di soccorso britannica giunge sul posto con l'attrezzatura adatta per agganciare il portello del sottomarino, e finalmente si riesce a entrare all'interno.

Putin è ancora in vacanza nel Mar Nero e rientra precipitosamente, ma è troppo tardi, quando la Tv via cavo trasmette le prime immagini della spedizione di soccorso, si constata dolorosamente che a bordo non vi è alcun sopravvissuto. Resterà solo a memoria del sacrificio delle 118 persone dell'equipaggio quel biglietto pieno di compunta dignità ritrovato nelle tasche del Tenente Capo Dimitri Kolesnikov.

L'altro tragico incidente del sottomarino russo bloccato sul fondo della baia di Kamtchatka riapre ogni anno un'antica ferita nella memoria dei russi. Mosca anche allora rifiutò l'aiuto dei soccorsi stranieri. Il Kursk, invece, affondò il 12 agosto 2000, durante le manovre nel mare di Barents. La tragedia fu causata forse dall'esplosione di un siluro, che provocò a catena lo scoppio di tutti gli altri del sommergibile, scaraventando il mezzo a 110 metri di profondità. Il 14 agosto del 2000, il comandante della flotta russa definì «scarse» le possibilità di salvare l'equipaggio.


SCHEDA TECNICA


Descrizione generale


Tipo SSGN
Classe Oscar II
Proprietario/a Russia
Cantiere Sevmash (Severodvinsk)
Entrata in servizio 1995
Destino finale Affondato nel mare di Barents il 12 agosto 2000

Caratteristiche generali

Dislocamento 10 500 in emersione, 13 500 in immersione
Lunghezza 154,8 m
Larghezza 18,2 m
Altezza 9,2 m

Propulsione 2 reattori nucleari OK-650b, 2 turbine a vapore
Velocità 32 Nodi (59 km/h) sommerso, 16 nodi (30 km/h) emerso nodi
Equipaggio 107 uomini

armamento
dati non disponibili


fonte wikipedia

AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 18:48
AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 18:50
il luogo del naufragio

AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 18:51
MARCUS(65)
00sabato 19 aprile 2014 18:55
Interessantissimo progetto,ma lo hai gia' finito e ora posti i vari step giusto ?
AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 18:57
ricostruzione grafica del ritrovamento del relitto a 107 m di profondita'

AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 18:58
si', giusto e buona Pasqua a Te

Massimo
MARCUS(65)
00sabato 19 aprile 2014 19:07
Buona pasqua anche a te.
AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 19:20
il relitto recuperato a suo tempo, con la prua tagliata via al momento del recupero, perche' ormai ridotta ad un ammasso di rottami dalle esplosioni

AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 19:22
vorthex85
00sabato 19 aprile 2014 21:11

I sostenitori di questa teoria indicano come prova le immagini del relitto del Kursk quando venne recuperato che mostrerebbero un foro circolare, rivolto verso l'interno, presente sulla fiancata e vicino al luogo dell'esplosione.


peccato che un Mk-48 non fa assolutamente tal genere di buco, non essendo un arma a carica cava (questa era la giustificazione del buco, "dimenticando" che il Mk-48 non è un siluro leggero). il buco in qustione, infatti, fu praticato dai palombari per accedere all'interno del sottomarino affondato. alla fine, si è sempre parlato di attacco/speronamento per giustificare la figuraccia (in questo caso colossale, visto che il Kursk era affondanto in uno sputo d'acqua, sommergibilisticamente parlando) fatta, è una cosa piuttosto comune ogni qual volta si perde un sottomarino, in Russia come negli Stati Uniti. ovviamente, di collisioni ce n'è sono state, ma sono state sempre ammesse da ambo le parti, senza tanti problemi.


Se a tutto ciò aggiungiamo che sottomarini simili al Kursk e di più evoluti, ancora oggi in possesso a tutte le marine militari nucleari del pianeta (compresa l'Italia), solcano i 7 Mari a caccia o a difesa di non si sa bene che cosa, allora possiamo star certi che l'incubo dell'improvvisa Terza o Quarta Guerra Mondiale, non è finito. Anzi. Eppure il Kursk si inabissò in circostanze ancora poco chiare, carico delle sue micidiali armi nucleari in grado, se fossero state lanciate, di devastare l'Europa in pochi minuti.


tralasciando che non capisco cosa c'entri l'Italia nel discorso, non essendo potenza nucleare e non avendo SSN, il collegamento tra Kursk e guerra nucelare è fuoriluogo... gli Oscar II non sono vettori di armi nucleari di tipo strategico e/o tattico, essendo vietete dagli accordi di disarmo. inoltre, anche senza accordi di disarmo/limitazione degli armamenti, gli Oscar II sono SSGN nati per attacare i CBG americani, mica per lanciare ICBM.


probabilmente impegnato in esercitazioni nucleari


ma esercitazioni nucleari di cosa? erano banilissime esercitazioni.


Le navi mercantili che attraversano in quel momento il Mare del Nord riporteranno racconti agghiaccianti di impulsi percepiti dal sonar


da quando i mercantili hanno sonar e/o idrofoni? tra le altre cose, nota di colore, chiedete ad un russo della storia della lettera e vedete cosa vi risponde...

Akagi, so che non hai scritto tu questo articolo (la prima parte è copiata da wikipedia, la seconda non saprei), ma bisognerebbe tentare di copiare articoli che abbiano un aderenza ai fatti un pò più consistente, quindi escludendo quasi sempre wikipedia italiana... altrimenti che contributo storico al modello è? [SM=g27811]
AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 21:31
la foto, secondo alcuni studiosi, metterebbe in evidenza il foro d'entrata di un siluro nemico

AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 21:36
altra foto

AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 21:43
ipotesi tratta dal forum "Betasom" del 21 novembre 2006

Leggendo un articolo sull'autorevolissimo Janes sembrerebbe ormai opinione concorde dei maggiori analisti di intelligence che l'ipotesi piu accreditata riguardo alla causa dell'incidente che costo la perdita del sommergibile russo sia da imputarsi ad un malfunzionamento al lancio di un esemplare del segretessimo missile SS-N-16A Stallion del quale non esistono attualmente nemmeno i disegni.
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Il Kursk K-141, sommergibile nucleare di classe Oscar II, era l'orgoglio della Marina russa, punta di diamante della sua flotta. Ora giace nelle profondita del mare di Barents, tomba silenziosa per 118 persone, forse 130. Ma quale era la sua vera missione? I russi hanno accennato ad una "missione d'addestramento di routine". Charles Smith, analista specializzato in temi di Difesa e Sicurezza Nazionale, ritiene che sotto ci fosse altro. Rapporti confidenziali intercettati dal Governo USA parlerebbero di una simulazione di battaglia navale, voluta da Mosca, in cui il Kursk avrebbe avuto l'ordine di distruggere dei finti bersagli, probabilmente vecchie navi o sottomarini in disuso e senza equipaggio situati a 200 miglia di distanza. Dopo aver testato con successo alcuni siluri "Chelomey Granit" (SS-N-19 Shipwreck, nella denominazione NATO), quel fatale sabato d'Agosto, alla pallida luce del sole artico, prese il via l'ultima simulazione: quella che prevedeva il lancio di un nuovo prototipo di missile russo, assolutamente top secret, il 100-RU Veder. Questa arma, a cui la NATO ha dato il nome in codice SS-N-16A Stallion, è un siluro propulso come un missile. Lo Stallion viene lanciato dai tubi da 26 pollici di diametro dislocati su tutti i sottomarini russi di classe Oscar II. Di tale ordigno super segreto non sono mai state divulgate fotografie. Una volta espulso, e lontano dal sommergibile, vengono attivati gli iniettori dello Stallion, che prende a volare come un normale missile, uscendo dall'acqua. Raggiunta l'area bersaglio, lo Stallion proietta un leggerissimo mini-siluro a velocita supersonica, e nel caso il bersaglio sia un sottomarino, viene attivato un piccolo paracadute che rallenta la corsa dell'ultimo stadio dello Stallion fino a fargli toccare dolcemente l'acqua, dove il mini-torpedo azionera un altro propulsore per dirigersi inesorabile verso il bersaglio. Uno Stallion convenzionale e armato con una testata esplosiva da 80 chili, ma potrebbe montare anche una mini testata nucleare. Secondo la Difesa USA, proprio nel momento in cui il Kursk si apprestava a lanciare lo Stallion, in Norvegia vennero registrate due fortissime esplosioni, che generarono rispettivamente scossoni di 1.5 e 3.5 gradi Richter. Si ritiene quindi possibile che lo Stallion si incastro nel tubo di lancio del Kursk, e dopo pochi secondi venne automaticamente attivato il motore a razzo. L'enorme calore prodotto dal getto del missile avrebbe fuso e contorto il tubo di lancio in pochi secondi, giusto il tempo di dare l'allarme: poi, la fine. La testata da 80 chili dello Stallion esplode, forando lo scafo del sottomarino russo che inizia ad inabissarsi. Ma il propellente dello Stallion è stato studiato per funzionare senza ossigeno, e cosi nonostante l'acqua sommerga tutto, a bordo continua a divampare l'incendio. Alcuni detriti metallici incandescenti vanno a colpire violentemente la sala siluri, dove sono stanziati 24 siluri Wreckship e non si sa quanti altri Stallion. L'urto con il fondale innesca l'esplosione dei siluri di bordo, che apre letteralmente a meta lo scafo del sommergibile nucleare. Tutti gli scomparti abitati, la sala controllo e le sale di riposo vengono inondate in pochi secondi: per l'equipaggio è la fine. Solo un miracolo impedisce all'impianto nucleare di bordo di andare a pezzi con relativa perdita di materiale radioattivo in tutto il Mare del Nord.
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Questo giustificherebbe anche le ripetute rinuncie agli aiuti internazionali offerti per il recupero del sottomarino.
Il segreto dello Stallion mantenuto a qualunque costo.
Cosa ne pensate?
vorthex85
00sabato 19 aprile 2014 21:44
si, sono foto arcinote. i siluri pesanti, che sono impiegati dai sottomarini, come i Mk-48 americani accusati, non fanno i buchi... spezzano in due le navi.

tanto per capirci...


sull'ipotesi dello Stallion, che non capisco cosa abbia di tanto segreto, essendo un arma piuttosto banale, non mi esprimo: negli anni si sono susseguite le ipotesi su quale arma avesse causato il disastro... siluro "normale", siluro super-cavitante, missile anti-sommergibile, etc.

la verità, a mio vedere è che i russi, per orgoglio ed incompetenza, sottovalutarono la cosa, volendo far da soli, coi risultati noti. non che poi sarebbe cambiato molto... non è che i DSRV americani stavano a 5 minuti dal luogo del disastro.

ah,dimenticavo... i Granit sono dei missili antinave, anche belli grossi, altro che siluri, come detto nell'articolo.
AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 22:22
prosegue la discussione sul Betasom, si fa un'altra ipotesi....


Inviato 22 novembre 2006 - 12:57

Io credo che la verita' , se saltera' fuori, la avremo tra molti anni. Vorrei pero' riportare all'attenzione una delle teorie sull'incidente discussa, ossia lo scontro contro un battello americano classe Los Angeles. In pratica, mentre il Kursk era in esercitazione (alla quale erano presenti i cinesi) veniva seguito da un Los Angeles per spiarne le mosse e riferire al pentagono. Gli americani vengono scoperti e verso di loto viene lanciato un siluro che pero' viene evitato. Naturalmente il Los Angeles risponde con un siluro MK48, il quale penetra all'interno della camera di lancio esplodendo, la conseguenza e'un incendio che provoca l'esplosione di un siluro e, per simpatia, degli altri (e qui si spiegherebbero le tre esplosioni).

Da cosa e' supportata questa tesi?

Al Kursk, dopo essere affondato, fu tagliata la prua mediante un apparato movente un cavo d'acciaio



Ad occuparsi del lavoro fu una ditta olandese della quale il titolare venne assassinato. Non mi dilungo sugli interrogativi che hanno portato a tagliare la sola prua.

ricostruzione grafica del taglio della prua...


AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 22:27
In seguito venne recuperato il troncone centro-poppiero che era stato lasciato sul fondo e.... SORPRESA!!!

vedi foto precedenti

Il foro di un siluro sulla fiancata di dritta.

Il Mark 48 era un siluto con la testa in uranio impoverito, molto duro, studiato per perforare gli scafi ed esplodere al loro interno. Ha una potenza devastante



Secondo una mia personale ipotesi credo che la teoria soprasposta sia verosimile, e le cause dell'insabbiamento e depistaggio delle indagini siano state dovute all'entrata in affari della Russia con gli Stati Uniti, quindi allo scopo di evitare un incidente diplomatico e politico internazionale di dimensioni apocalittiche a danno dell'America.

Tutto questo spiegato ovviamente in parole povere. Non dico ovviamente che le cose siano andate in questo modo, ma e' una possibilita'.
vorthex85
00sabato 19 aprile 2014 22:40

Il Mark 48 era un siluto con la testa in uranio impoverito, molto duro, studiato per perforare gli scafi ed esplodere al loro interno. Ha una potenza devastante



Akagi ma dove hai letto sta cosa? i Mk-48 hanno una spoletta di prossimità, non hanno nessuna testata perforante rinforazata con uranio impoverito.

inoltre, l'idea che due sottomarini si sparino addosso è fuori da ogni logica: equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra. infatti, di collisioni ce n'è sono state molte, anche con danni gravi... nessuno si è mai sognato di sparare.
AKAGI54
00sabato 19 aprile 2014 22:56
non sono io che parlo, sto postando ipotesi fatte da altri...
come si dice, per usare una frase fatta: AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA!

noi possiamo stare a discutere fino a domani, ed oltre, ma la verita' non la sapremo mai.

Quello che e' certo, ed e' il motivo principe per il quale ho realizzato questo modello e i post relativi (non solo su questo forum) e' che sono morti 118 uomini e forse piu' di cui se ne potevano salvare almeno 23, e che a causa dell'orgoglio umano dei potenti, cio' non e' avvenuto, ed e' di questo che dobbiamo rammaricarci e rattristarci, solo di questo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Buona Pasqua
vorthex85
00sabato 19 aprile 2014 23:45
Ma non c'è alcuna intenzione di minimizzare la tragiedia ed anzi, proprio per ricordala è bene nom dare adito a complotti vari, basati su dati errati e pure invenzioni.
AKAGI54
00domenica 20 aprile 2014 08:40
anche questo un montaggio abbastanza semplice

AKAGI54
00domenica 20 aprile 2014 19:09
AKAGI54
00domenica 20 aprile 2014 21:35
AKAGI54
00domenica 20 aprile 2014 21:48
passato colore base, quasi nero ma non proprio, grigio molto scuro

AKAGI54
00lunedì 21 aprile 2014 14:15
AKAGI54
00lunedì 21 aprile 2014 20:04
argento sotto la prua.....

AKAGI54
00martedì 22 aprile 2014 19:13
aggiornamento

AKAGI54
00martedì 22 aprile 2014 19:14
AKAGI54
00martedì 22 aprile 2014 19:14
MARCUS(65)
00martedì 22 aprile 2014 19:47
CHE BEL SUPPOSTONE...se la matematica non e' un opinione dovrebbe essere sui 45 cm.
[SM=g2915775]
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