00 23/11/2014 00:40
3° parte

L'ufficio dello sceriffo George Wilcox della Contea di Chavez fu bersagliato di telefonate poco dopo la mezzanotte del 5 Luglio, ormai tutti sapevano che un aereo si era schiantato nel deserto. Steve Arnold, a bordo di una jeep del convoglio speciale del 509°, fu uno dei primi ad arrivare sul luogo dell'incidente. Era ancora buio ed i fari della jeep inquadrarono un oggetto dalla forma deltoidale, con la prua conficcata in profondità nel costone della scarpata e con la coda in alto che formava un angolo approssimativo di circa 45 gradi rispetto al suolo. Accostandosi il più possibile al relitto che emanava ancora calore e cercando di non intralciare gli uomini che rilevavano la radioattivitè indossando tute protettive, Arnold intravide delle piccole sagome grigio scuro che, proiettate fuori da uno squarcio lungo la fiancata del velivolo, giacevano esanimi al suolo. Una rapida occhiata a quegli strani corpi lunghi circa un metro e venti con mani a quattro dita ed una testa sproporzionata a forma di lampadina con degli occhi enormi, diedero ad Arnold la conferma che non potevano assolutamente essere di natura terrestre.


I militari, intanto, stavano ripulendo tutta la zona dai rottami del velivolo in modo da poter negare l'evidenza dell'incidente ai civili (autorità, giornalisti, curiosi) che sarebbero accorsi presto sul luogo dello schianto. Il relitto ed i rottami furono caricati su mezzi militari e trasportati rapidamente a Fort Bliss, quartiere generale del 8° Army Air Force, nel Texas. Dopo una breve permanenza per permettere agli specialisti militari un'analisi sommaria, i rottami furono trasportati via aerea nell'Ohio, per essere custoditi presso la base Aerea di Wright Patterson. I cadaveri degli alieni furono trasportati all'ospedale militare del 509° dove i medici stilarono un primo esame medico, mettendo in evidenza le differenze anatomiche rilevate, per poi spedirli con regolare foglio d'accompagnamento all'ufficio accettazione dell'Air Material Command a Wright Field, destinati al Reparto di Patologia dell'Ospedale Militare di Walter Reed, dove sarebbero stati custoditi dopo l'autopsia. Il Generale "Bull" Blanchard rilasciò una dichiarazione in cui veniva descritto il recupero dell'U.F.O. nei pressi di Roswell; tale dichiarazione fu ripresa dai mass media (stampa e radio) e diffusa in tutti gli Stati Uniti.

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