Here we go again...
Lo so che dovrei cimentarmi di nuovo con qualche carro se non altro per giustificare la mia presenza qua, ma sto periodo mi sento parecchio aeroplanaro ( che poi è la mia origine, che ce volete fà
...)
IL KIT
Da grande appassionato di aerei giapponesi quale sono, non mi sono fatto sfuggire l'opportunità di accaparrarmi uno dei nuovi Zero in 72 della Tamiya ( che praticamente ha fatto quasi tutti i modelli della famiglia ) , operando un ottimo rescaling dei suoi kit in scala maggiore.
L'aereo prescelto è un A6M3 Type 32, ovvero l'unica versione mai prodotta ad ali "mozze" dello Zero.
Ecco, qui senza tema di smentite posso affermare che parlando di aerei questo è per me il kit migliore mai montato: Tamiya ha fatto un vero capolavoro.
Oltre ad avere un alto livello di dettaglio, con un cockpit stupendo considerando anche la scala, direi che esprime in maniera perfetta quello che gli inglesi chiamano "shake & bake".
Il kit ha un montaggio PERFETTO, cioè io praticamente non ho toccato lo stucco...
Niente fessure, incastri perfetti, un sogno.
HAMP
Questo particolare modello di Zero inizialmente agli alleati non dovette sembrare neanche uno Zero
tanto che gli affibiarono un diverso nome in codice, "Hap" invece che "Zeke" come gli altri.
Allorchè un colonnello dell'aviazione, per l'appunto soprannominato "Hap" si incazzò come una biscia e magicamente il nuovo Zero si chiamò "Hamp"...
In pratica il nuovo aereo montava il nuovo e più potente motore Sakae 21, che però montato sull'airframe dell'A6M2 aveva fatto storcere il naso a più di un pilota, dato che il calo prestazionale era stato brusco rispetto al modello precedente.
Quindi, su suggerimento degli stessi piloti vennero eliminati i tips ripiegabili delle ali, con conseguenti migliori prestazionali quali ad esempio miglior velocità in volo livellato e in picchiata, miglior roll rate.
D'altro canto però, diminuì la velocità di salita, la stabilità di manovra e soprattutto l'autonomia, avendo i serbatoi di carburante più piccoli.
Il che portò paradossalmente a dover far uso dei vecchi A6M2 per le missioni a lungo raggio, come nella campagna di Guadalcanal: il che non andava niente bene
e qua ad incazzarsi furono un po'tutti, piloti e ministero della Marina
e l'Hamp dopo un po fu quindi mandato nelle retrovie.
Al suo posto fu messo in produzione l'A6M3 Type 22 che tornava ad avere l'ala canonica, ma questa è un'altra storia...
Cominciamo dal cockpit: molto ben dettagliato, ho solo forato il seggiolino per poter dire che così ho fatto "delle modifiche"...
Il foglio decals prevede la strumentazione, ma valla un po' ad applicare strumento per strumento...? No,nse po'fà.
Le decals sono spesse, e non si adattano alle sedi circolari che hanno il bordino, quindi..ho optato per il dipingerli.
Il cockpit è dipinto ...verde cockpit!!!
No, non sono scemo ( non del tutto)
, le istruzioni lo chiamano così però... gli Zero venivano costruiti dalla Mitsubishi, e su licenza anche dalla Nakajima: ognuna di queste fabbriche aveva delle piccole variazioni sul come applicare le direttive ministeriali in tema di colori, un po' tipo la casa delle libertà di guzzanti
.
Gli Hamp però furono costruiti esclusivamente dalla Mitsubishi, che usava per i cockpit un verde olivastro, molto simile per tono e gamma a quello usato dall' USAAF sui suoi velivoli.
Ora, per quanto qualcosina la so pure io, quando voglio approcciare un aereo del sol levante, chiedo sempre lumi a chi ne sa sicuramente più di me, nella fattispecie il gentilissimo Nicholas Millmann, che ha un fantastico
sito sull'aviazione giapponese .
L'aereo preso in esame è il T2-190 appartenente al 204 Ku di stanza a Rabaul nel 1942:
L'aereo, in origine dipinto totalmente nel caratteristico grigio ambra, ai fini mimetici è stato ridipinto di verde sulle superfici superiori.
Per farlo, secondo quel che mi ha detto Nicholas ( dalle testimonianze di ex piloti e personale di volo), hanno usato strumenti di fortuna quali stracci e scope, sfumando poi il tutto con altri stracci imbevuti di diluente, molto probabilmente cherosene.
Probabilmente la vernice usata è stata trovata sul posto: e dato che Rabaul fino ad allora era stata una base aerea della RAAF, è presumibile che il verde sia il Foliage Green.
Intanto la costruzione va avanti...