the never ending project
ecco qua... parlando di pannellature in rilievo e rivetti..
molto molto molto tempo fa a duxford, alla mostra mercatino dopo l'airshow, rimasi a soppesare qualche secondo di troppo una scatola matchbox 1/32 che già avevo fatto molto molto molto più tempo addietro. i due gaglioffi che erano con me mi provocarono dicendo che oltre che essere un aereo osceno nella realtà, quello era anche un kit da cestinare senza remore.
la seconda cosa era senz'altro vera, la prima davvero no: un monomotore con caratteristiche tecnologiche e operative simili ce l'avevano solo i tedeschi, il fieseler storch, ma gli inglesi ci facevano ben altro... ci atterravano di notte in territori occupati su campi non preparati, scelti da non esperti, e illuminati con quattro (4) lampadine tascabili.
il tutto non occasionalmente, ma secondo una strategia pianificata, per consegnare/ritirare radio, documenti, agenti da infiltrare o esfiltrare...all'apparenza un vero suicidio, nella realtà il group in questione ebbe un rateo di missioni/perdite irrisorio, oltre che un rateo di missioni che raggiunsero l'obiettivo prefissato prossimo al 100%!
punto sul vivo me lo portai fino a casa. nel frattempo ne ho cambiate tre (di case) e lui è ancora da finire!
il problema è che è veramente una ciofeca: linee in rilievo, dettagli grossolani, superfici aerodinamiche ributtanti, cockpit da brividi...ma nelle dimensioni e linee essenziali c'è, quindi...
nel tempo ho messo su una discreta documentazione, e posso farcela, me lo sento.
per il momento, tanto per dare un'idea, qualche scatto fatto al volo..
l'oggetto in questione:
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semifusoliera sinistra:
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e destra. sono diverse, tanto per semplificare le cose... ancora da aggiungere rivetti vari
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le semiali superiore sinistra e inferiore destra, pressoché finite:
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e le superfici di governo separate e rilavorate (o costruite ex novo, quelle in ottone): flaps, alettone, slats. agli slats vanno aggiunti i binari di estrazione, ma ci siamo.
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la cosa interessante di quest'aereo, è che al di sotto di una data velocità, gli slats uscivano automaticamente, e fin qui niente di strano. la particolarità è che automaticamente uscivano pure tutti i flaps! praticamente era un ausilio negli atterraggi cortissimi, bastava lasciar scadere la velocità e da solo l'aereo si configurava per atterrare in un niente, avendo avuto cura di trimmare ben bene il piano di coda, diversamente l'aereo poteva diventare incontrollabile sul profilo cabra-picchia.
per lo stesso motivo, se lasciavi scadere la velocità non volendo e cercando di levarti da una condizione sgradevole, il simpatico meccanismo ti variava profilo, assetto, e resistenza proprio quando meno ti serviva! il tutto di notte, in zona nemica, etc etc...affascinante, no?
qui uno scorcio dell'ambaradan:
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altro particolare interessante era il carrello. fisso, in un'unico profilato di acciaio, carenato come un cartoon di topolino:
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anche qui ottone e autarchia..
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il motore, ben visibile essendo uno stellare, è un intricato accrocco molto british:
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per cercare di avvicinarmici ho dovuto rifarlo in resina modificando l'originale.
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lo stesso dicasi per il collettore di scarico, anteriore ed anulare (no comment):
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per finire, uno scorcio dell'interno della fusoliera:
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la struttura del cockpit, elemento portante della fusoliera e dell'unione con l'ala, è un traliccio concepito da un pazzo. solo per capire come funzionassero alcuni particolari costruttivi ci ho messo mesi.
e non ci ho ancora messo mano per realizzarlo...
considerate che quando ho iniziato questo progetto non c'erano utensili specifici per incidere, mi sono arrangiato con aghi robusti, e per i rivetti ho usato aghi da flebo sagomati.
non esisteva nemmeno la fotografia digitale, mi sa.... vabbè, tutto questo per dire che non c'è da aspettarsi una fine nel medio periodo!
i miei due provocatori hanno visto l'inizio, e sentitisi in colpa, non mi chiedono più a che punto sono...
ciao ciao, p.