MACK DM 829 + TANK TRAILER + CARRO CHE DECIDO DI FARE

premessa
Era l’anno 1986 quando le mascelle dei modellisti italiani caddero a terra quasi all’ unisono.
Nell’ libro Verlinden Way n. 6 veniva presentato a pagina 27 un portacarri israeliano: cosa per noi assolutamente fantastica (fino allora infatti i modellisti anche quelli più smaliziati potevano al massimo pensare di utilizzare la motrice del cannone atomico per costruire un Dragon Wagon).
E parimenti per chi amava gli elicotteri ce n’era uno in hoovering …spaziale…
Di tutta la composizione chiaramente il Tiran6 non se lo filava nessuno, insomma: non c’ era partita…
Allora pensare di costruire un modellino così articolato rimaneva un sogno se non fosse altro per le conoscenze sullo stampaggio della resina e per la difficoltà nel reperire la motrice nell’ ormai mitica scatola Monogram che si narrava che alcuni negozianti tenessero gelosamente custodita nel sottoscala.
un po’ come l’elicottero sospeso a mezz’ aria col filo armonico il trasporto carri israeliano rimaneva un bell’ sogno.
L’ occasione malandrina avviene per caso quando in cerca di un modo di usare una vecchia cisterna Monogram a forza di ravanare in internet trovai la scatola Revell dell’ormai dimenticato Mack: goloso! Pensai: e se lo prendessi per fare il portacarri?
Why not?
Nasceva qui un curioso dilemma: Come fare?

Fine premessa

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Potevo copiare il modello di Eddie oppure pensare di migliorarlo almeno per tecniche e dettagli oppure ancora fare ciò che veramente l’esercito israeliano aveva usato
Opto per l’ultima opzione.

Ok proviamo, per un po’ a prenderci le misure…
I facili entusiasmi sono la prima causa di vittime tra i modelli non completati… insomma ho l’età per pianificare un po’ queste cose…
Inutile dire che internet da questo punto da una mano e a seguito di una più serrata ricerca scopro che la motrice usata è il Mack dm895 ; solo in parte derivato da quello della scatola e anche il carrello per quanto ben disegnato riproduceva una versione poco usata quindi da qui in poi dove possibile ogni informazione va incrociata con un'altra per verificarne la correttezza.
“Ok se si fa una pataccata si fa fino in fondo!”
Bene quindi userò solo la cabina e gli assali e poi cercherò di costruire la replica più vicina al rimorchio porta carri
“Ok prendiamo il camion e poi per le ruote?”
Ora, il moderno mercato delle ruote in resina ci permette di poter trovare accattivanti alternative all’ autocostruzione partendo da quelle del Dodge Italeri per cui ho scelto le ruote aftermarket per il rimorchio Rolgers della Trumpeteer mentre per la motrice ho acquistato quelle civili del White 666 entrambe della Real models
Il primo passo avendo i disegni, in attesa dell’arrivo del camion, era proprio quello di costruire il rimorchio
Ingrandisco la fotocopia e mi metto al lavoro: preparo il pianale costruendo un sandwich di plasticard; in modo da dargli rigidità ma a questo punto si verifica il primo intoppo... preso un vecchio M60 mi accorgo che il rimorchio è …troppo piccolo! Non solo il carro sborda a destra e a sinistra ma anche in lunghezza mancano diversi millimetri

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Ahi! devo ricostruire il pianale per farlo grande abbastanza da caricare il Patton che è il limite di sagoma.
A dire il vero c’era un altro problema spiacevole…che tipo di sospensione monta tale rimorchio? Decisamente non mi fido di quanto proposto su Verlinden Way senza altri riscontri per cui parto con un'altra ricerca e scopro con mia sorpresa che l’attuale mercato delle sospensioni per semirimorchi è in mano ai cinesi…e quindi mi è difficile capire che strada abbiano preso gli ingegneri del kibbuz Netzer-Sereni (accreditati della costruzione del semirimorchio).
Per ora quattro viti nel fondo del pianale lo posizionano correttamente in altezza… sembra una slitta da tractor pulling ma per ora è sufficiente per darmi un’idea della dimensione definitiva; per le prime verifiche arruolo anche una motrice Scania della NewRay per i primi controlli
Così mi accorgo che il collo di cigno non mi garba, c’è qualcosa che non va nell’altezza che raggiunge sulla motrice.
Tant’è che anche nel modello su Verlinden Way viene a un certo punto inserito un distanziale per ripristinare l’altezza corretta
Rimane il problema di come era fatto il pavimento del pianale, quasi sicuramente di lamiera antisdrucciolo ma solo dopo la solita ricerca avevo la quasi certezza della situazione
Visto il largo impiego di lamiera antisdrucciolo ho deciso di utilizzare i…piatti di plastica per ricavare i fogli di antisdrucciolo da utilizzare.
-intermezzo- capita a volte di voler verificare le analogie tecniche per capire meglio come funziona un oggetto
Quindi non capendo come fosse bloccato il perno di rotazione del rimorchio ho cercato in giro un rimorchio analogo per capire quanto fosse irrobustito quel punto; mentre esamino il particolare spunta fuori la proprietaria…vai poi a spiegargli che devo fare un portacarri israeliano…
In questo modo buona parte del rimorchio era fissata; mancano i perni delle ruote ma grosso modo le dimensioni sono state stabilite

Preparo quindi i rulli che guidano la fune di traino (altra antenna da radio da sacrificare nel altare del modellismo…) e preparo i sollevatori anteriori
Per ora prevedo di non costruire le due rampe.
Quando arriva la motrice incomincio ad esaminare il materiale. Ci sono parti assolutamente da scartare e altre che vanno fortemente modificate: prevedo cinque tronconi
Cofano cabina cuccetta e verricello e chassis
Il cofano fortunatamente è composto quasi da lastre piane per cui non è difficile ricostruirlo esistono anche alcune viste ricavate da internet (depliant di vendita) che aiutano: per ora lo preparo staccato dalla cabina, procederò poi in un secondo momento ad accoppiarla con la stessa
Nella cabina bisogna mettere subito mano all’interno e vanno finiti prima di verniciare tutto il resto.
Anche qui alcune foto da internet mi aiutano a centrare i dettagli vanno inseriti pomelli ma anche i quadranti principali vanno modificati von due leggermente incassati devono poi essere riprodotte tutte le leve del cambio e relativo freno a mano
Mentre sui sedili serve dolo un piccolo ritocco.
Tutto li piantone dello sterzo deve venir rivisto e anche il colante stesso va sostituito mantengo comunque la vasca che più semplice da maneggiare
Mentre per la cuccetta il discorso è diverso: Intanto un angolo deve essere capovolto perché la sede per la marmitta è una licenza poetica delle Monogram…e poi bisogna metterla a misura…. La seconda parte è forse la più ostica del modello; le foto infatti la fanno sembrare più ampia di quello che in realtà dovrebbe essere.

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Risultato: taglio e ritaglio finché non trovo un equilibrio karmico ma anche qui mi accorgo che qualcosa non va… la cabina infatti non …collabora col resto della cuccetta e qui scopro una cosa di cui non avevo proprio tenuto conto:
la cabina è disassata!!
Tutto potevo aspettarmi tranne che la cabina asimmetrica. “Ecco perché non mi tornavano le misure della cuccetta (che nel frattempo ho scoperto munita di meravigliosa finestra sul retro che permette l’ingresso di luce nella cuccetta stessa.” E quindi va in qualche modo ripristinato un minimo d’interno
Rimane da capire le giuste proporzioni della cuccetta e del telaio del verricello
Anche qui solo al dodicesimo tentativo decido che l’unica possibilità è tenere fede alle dimensioni delle ruote nel senso che quelle almeno quelle rimangono tonde per cui anche gli oggetti nelle adiacenze, anche se deformati dalla prospettiva devono poi comunque tornare a confrontarsi con il cerchio, appunto, delle ruote visto che il cerchio rispetta sempre le proporzioni di altezza e larghezza.
Le ruote di scorta almeno rimangono tonde…… anche se mi cavo gli occhi per capire cosa cavolo hanno combinato
Manca a questo punto il verricello ma di che marca è?
Fortuna vuole che è trovato un volantino di un rivenditore che ne mette in vendita diversi esemplari di Mack DM 495 e nomina tra le altre cose proprio il modello di verricello che…chiaramente non si trova in commercio nel senso che è in vecchio modello militare e non si trova tanta documentazione per fortuna qualcuno ne vende in internet alcuni simili della stessa marca tedesca
Bueno, adesso bisogna mettere in dima tutti i pezzi e poi è fatta
Bisogna adesso decidere come vanno costruite le ruote; con mio vivo disappunto le ruote in resina che ho acquistato mi sembrano un po’ strettine e non mi sembrano cosi belle (inoltre necessitano di un grande lavoro di adattamento per andare nei rispettivi cerchi) per cui torno al mio pensiero precedente e decido di usare le ruote dal battistrada a scalino del buon vecchio Volvo Esci

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A questo punto serve una riflessione e consulto il mio responsabile per i pneumatici (mio padre) che mi propone diversi battistrada a disposizione per il periodo scelto:1982
Alla fine se scolpiti i pneumatici Pirelli/Esci fanno il mio gioco e posso partire con un lavoro di incisione che ricorda quello che si faceva sugli aeromodelli un po’ di tempo fa. “Sull’asse anteriore però dovresti montare i direzionali” vengo subito informato dall’esperto. Perciò sull’ asse anteriore servirebbero le ruote con il classico andamento del battistrada a zig zag.
Dopo diversi tentativi insoddisfacenti mi vengono in mente le forbici da cucito di mia nonna che vengono requisite e provate su una strip sottilissima di plastcard

con questa tecnica realizzo i pneumatici anteriori sulla carcassa di quelli Revell poi sul retro monto dei cerchi da Leopard 2 che fungono da freni a tamburo.
I cerchi posteriori son validi bisogna solo modificare il mozzo centrale.
Davanti invece ho modificati i cerchi anteriori del camion dei pompieri Monogram
Anche le ruote del carrello non sono perfette sono realizzate in due trance leggermente diverse. nel mio caso importa poco ma se uno le dovesse usare sul proprio rimorchio Rogers non sarebbe soddisfatto.
A questo punto inizia una fase di dettaglio a partire dai dei serbatoi che sono costruiti in lamiera mandorlata
E che stavolta compro su internet; ne bastano due foglietti per coprire a modo i serbatoi. Una volta rivestiti li metto in altezza e poi ci monto i supporti per farli sembrare imbullonati. Sempre dal camion dei pompieri verranno ricavati pure gli specchi retrovisori.
Poi devo decidere come mettere le insegne e come farle

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Old soldiers never die …(and never stop to upset me)
Ora mi posso dedicare al carro da mettere sul carrellone: francamente volevo scegliere qualcosa di semplice ma comunque grande, per dare la dimensione di quanto fosse imponente il carrello perciò potevo scegliere tra M48, M60 e Merkava e rispettive declinazioni. Visto che non volevo sobbarcarmi la costruzione di un carro intero pensavo di usare qualcosa che avevo già a disposizione.

Alla fine scelgo l’M60 con le corazzature Blazer di cui avevo una mia vecchia realizzazione nata dall’incontro tra un M60A1 Esci e la torre del M48 Tamiya; e quindi passo alla revisione dell’carro in questione esso era rimasto nella scatola da scarpe per almeno 20 anni.
L’operazione non doveva essere troppo brigosa (povero illuso):
in assoluto volevo solo mettere qualcosa di grosso sul semi-rimorchio, tuttavia però la fase di restauro è risultata decisamente più complessa di quanto avevo preventivato; a partire della torre che dovrebbe venire modificata per essere quella dell’M60 perciò e necessario montare l’anello di rotazione della torrettina del capocarro e va modificato il retro con una forma più angolata.
Per aggiornare il carro ho una lista di lavori abbastanza lunga (molto più di quello che pensavo all’ inizio del paragrafo precedente):
• devo sostituire i filtri dell’aria,
• eseguire le luci nelle ruote motrici e spostare il primo rullo di rinvio che va dove di solito c’è l’attacco del secondo ammortizzatore (già eliminato durante la prima stesura),
• i rulli reggicingolo devono essere sostituiti con quelli del M48 decisamente più simili agli originali,
• la botola del pilota va sostituita, come sugli M60 italiani con quelli da M48
Cosi l’M60 torna alla veste originale, diciamo, prima della cura israeliana.

smolensk, 21/11/2016 22.24:

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L’operazione non doveva essere troppo brigosa (povero illuso):

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Va a finire sempre così...

Seguo con interesse

grazie per il supporto psicologico....

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Sotto la stella di Davide
Innanzitutto ,dopo averla pulita da tanti anni d’oblio, ri-inserisco la torretta Urdan.
Dedico poi le mie attenzioni alle corazzature Blazer; nella versione M60A1 ne sono presenti di diverse dimensioni. Uso a piene mani sia quelle del kit Academy sia quelli dell’Esci ma anche così devo intervenire con l’auto-costruzione dei pannelli superiori sulla torre e servono diverse prove col biadesivo per vedere come sistemarli
Eppure non sono convinto del risultato sulla torretta e dopo alcune analisi “shakespeariane” (tipo col teschio…essere o non essere) mi accorgo che bisogna inserire gli attacchi tra le corazze reattive e la torretta perché le piastre male si congiungono con la stessa a causa della forma “a focaccia”
Ma anche così non sono convinto…i blazer non hanno i fianchi!
Perciò procedo alla ricostruzione degli stessi sotto lo sguardo scioccato di mia moglie che mi guarda in modo pietoso…
riprovo, e adesso mi sembra che vadano al loro posto.
Adesso sono solo da fare diecimila rivetti…
L’operazione riesce al terzo tentativo.
Anche quelli installati sullo scafo vengono rifatti (quelli di Verlinden sembrano troppo grandi e quelli Academy troppo piccoli…).
Cerco di diluire il lavoro di bulloneria e incomincio a mettere anche il supporto della 0.50” montata coassiale sul cannone cercando di non farla litigare con il traliccio che sostiene i blazer sullo scudo del cannone
Quindi costruisco i supporti delle due mitragliatrici da 0.30”
NOTA: le 0.30” dell’ Esci sembrano oversize in realtà basta accorciare le canne di un millimetro.
Realizzo anche il supporto per il faro della visione notturna con 3 maledettissime sferette che ottengo facendo rullare 3 pezzettini di stagno Monto come ultimo orpello le due casse di munizioni davanti ai filtri dell’aria

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Nota a parte sono le due targhe metalliche tipiche dei mezzi israeliani: io le ho realizzate usando le cifre provenienti dalle stampate
Rimango solo da definire i carichi esterni che però voglio vederli nell’insieme
Passiamo alla prossima fase: “Paint your truck”
Dipingere un arnese del genere è già di per sè una bella sfida, ad aggiungere pathos c’è poi tutta la parte nera della motrice che rischia di far sprofondare il modello
Diverse opzioni erano possibili: motrice nocciola o bianca e rimorchio giallo ruspa o nocciola
Opto per motrice nocciola n.H321 light brown e rimorchio giallo trattore n. H413 RLM04 yellow
Il giallo è una seconda scelta… prima avevo optato per il giallo segnale di base me era troppo fotonico….
Quindi Gunze a manetta….
Steso i colore di fondo nei componenti eseguo una valutazione.
A prima vista il carrello è un discreto pugno in un occhio perchè anche se è un giallo un pò smorzato picchia parecchio e per questo incomincio l’invecchiamento (esatto! senza aver ancora deciso gli ultimi componenti ma per me il modellismo non è una scienza … esatta) e voglio capire le se all’ occhio non diventa un giocattolone
Data la particolare usura del piano di trasporto intervengo anche con la tecnica della spugna per rendere credibile la superfice che avevo precedentemente trattato in maniera estesa col colore n.H84 mahogany
…ci vogliono circa tre tentativi per ottenere qualcosa che mi convinca
Alla fine l’idea era di un carrello che in qualche modo era più trascinato che portato a spasso dalla motrice magari lasciato all’esterno e non nei depositi coperti come succede ai trattori

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Ho quindi usato un po’ tutti i toni del ruggine e del giallo rovinato dalla luce solare
Ho deciso che sul collo d’oca del rimorchio inserirò qualche elemento legato all’ attività di trasporto e recupero, come pulegge e cunei lignei
Intanto che completo la parte anteriore del rimorchio colgo l’occasione per rivedere le sue luci posteriori che inserisco aprendo due varchi nel fondo... la prima versione, incastonata, non era un gran che.
Nella motrice invece ho cercato solo di desaturare (sembra che ne capisca è?) il nero e dare un po’ di evidenza ai particolari
Insegne e lavori lasciati indietro
Come nella mia migliore tradizione, decido solo ora come contestualizzare il modello… perciò cerco spunto delle foto che ho recuperato per trovare quello che più mi aggrada, tuttavia non riesco ad identificare l’unità esatta che e utilizza il portacarri perciò mi attengo strettamente a quanto visto nelle foto.
Parto quindi col realizzare le targhe della motrice: tutte i trattori in causa incominciano le proprie targhe col “49” mentre sui rimorchi le targhe iniziano con le cifre “29” e come vuole tradizione israeliana sono fatte con caratteri diversi (caratteri intesi come stili di scrittura come: Comic Sans ms, Arial, ecc.); nelle targhe dei rimorchi a volte manca la “Y”.
Sul pannello anteriore ho realizzato una scritta di avvertimento la cui traduzione mi ha fatto penare non poco
Anche le scritte sui serbatoi vanno decifrate ed eseguite a mano, nel senso che dopo la traduzione ho costruito uno stencil per ottenere le scritte piccole da inserire sui serbatoi e sul vano batterie……
Grazie al fatto che non ho ancora fissato la cabina, posso ancora intervenire sull’ interno, mentre preparo il vetro posteriore.

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per adesso....

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complimenti..un mega lavoro

Valerio

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tynipic non collabora
a presto altre foto del finito!!!!

ottimo lavoro!

bellobello