La Controbanda! Storia e operazioni del III Gruppo Esplorante Arditi e della Controbanda di Calice Ligure ‐ Divisione F.M. San Marco -

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Naviditalia
00martedì 11 novembre 2014 16:54
Ciao a tutti! Segnalo il seguente titolo su una delle unità più "famigerate" della RSI; interessanti uniformologicamente alcune foto (capi mimetici, tenute da controguerriglia, etc).

La Controbanda! Storia e operazioni del III Gruppo Esplorante Arditi e della Controbanda di Calice Ligure
‐ Divisione F.M. San Marco -

a cura di Andrea Lombardi

Sadici torturatori di partigiani e rastrellatori di civili inermi, o una delle migliori unità per la controguerriglia delle forze italo-tedesche in Italia nel 1943-1945? Il III Gruppo Esplorante della Divisione Fanteria di Marina “San Marco” dell’Esercito Nazionale Repubblicano, derivante dal 10° Reggimento Arditi e comandato dal Tenente Colonnello Vito Marcianò, contese con successo l’entroterra ligure e le Langhe ai partigiani dal 1944 al 1945, non subendo le tattiche partigiane, con il loro stillicidio di imboscate e colpi di mano, ma rivoltando verso le bande queste stesse tattiche, affinate e messe in pratica con la spietata efficienza militare tipica dei reparti Arditi. Il Gruppo operò prima in Liguria alle dipendenze della 34. Infanterie-Division del Generale Theobald Lieb, che seppe per primo sfruttarne appieno le capacità offensive, e poi rientrò alla Divisione “San Marco”, mantenendo però sempre, dato l’altissimo spirito di corpo e rendimento degli Arditi e il carisma del loro comandante, una netta indipendenza d’azione dalla Grande Unità. Gli Arditi del Comandante Marcianò divennero presto un vero incubo per le formazioni partigiane, costantemente individuate e braccate dalle pattuglie a lungo raggio del Gruppo Esplorante, capaci di penetrare sin nei rifugi ritenuti più sicuri dalle bande. Le operazioni del Reparto sono qui ricostruite in dettaglio attraverso un bilanciato confronto di spesso contrastanti fonti edite e d'archivio, tra le quali il verbale del processo al Comandante Marcianò e a diversi membri dell'Esplorante tenuto ad Asti nel 1947, qui riprodotto per la prima volta, integrate dalle voci relative al Gruppo del Diario di guerra della Divisione e da un resoconto sulle sue azioni scritto nel dopoguerra dal Generale Comandante della “San Marco” Amilcare Farina. Un capitolo tratta poi il secondo reparto specializzato nella controguerriglia della Divisione “San Marco”, ossia la “Controbanda” del Tenente Costanzo Lunardini del III Battaglione del 6° Reggimento Fanteria di Marina, asata a Calice Ligure nel 1944-1945. Altre sezioni del libro includono le uniformi, i distintivi e l'equipaggiamento dei reparti in oggetto, le decorazioni al Valor Militare concesse, le tenute da controinterdizione nei conflitti contemporanei e una vasta iconografia, spesso inedita.

Formato 17x24, 300 pagine, più di 150 illustrazioni b/n e colori e riproduzioni di documenti e due mappe, 32,00 Euro.

Edito da ITALIA Storica, Genova 2014.

LXXXV Apuania
00martedì 11 novembre 2014 20:23
CONTROBANDA
Segnalazione interessante. Grazie.
[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
b. [SM=g8106]
durruti16
00martedì 11 novembre 2014 22:03

la prima che hai detto: torturatori di partigiani e rastrellatori di civili inermi.
Naviditalia
00mercoledì 12 novembre 2014 02:27
Re: CONTROBANDA
LXXXV Apuania, 11/11/2014 20:23:

Segnalazione interessante. Grazie.
[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
b. [SM=g8106]





Grazie!!!

Naviditalia
00mercoledì 12 novembre 2014 02:29
Re:
durruti16, 11/11/2014 22:03:


la prima che hai detto: torturatori di partigiani e rastrellatori di civili inermi.



Fonti?

(domanda retorica, sul III Gr. Espl. non ne hai; è giusto feed the troll, utile per avere più visualizzazioni, grazie ciccio!)


durruti16
00mercoledì 12 novembre 2014 09:38
cestus72
00mercoledì 12 novembre 2014 10:58
Partendo dal presupposto che i militanti della repubblica di salò appoggiavano un invasore, ragionando sul fatto che in generale l'Italia durante la WWII non è stata certo un esempio di efficienza militare, che minchia di valenza può avere la storia di questi reparti di polizia nel contesto "militare" della WWII.
Quali grandi azioni possono aver compiuto??
Una truppa di "elite" in lotta con civili armati alla meglio privi di addestramento militare, ci fanno proprio una bella figura.
E' come uno che piglia a pugni un uomo senza braccia e poi se ne vanta.
Viene il dubbio che contro un altra forza di pari preparazione avrebbero preso tanti calci nel culo.
Per me la storia "militare" italiana della WWII in generale e di Salò in particolare(al di la delle idee politiche) è meglio dimenticarsela.
Possiamo stare qui a menarcela quanto vogliamo ma la verità e che chiunque, Grecia compresa, ci ha fatto il culo.
Poi se volete autocelebrare la "sconfitta" fate pure.
Naviditalia
00mercoledì 12 novembre 2014 11:05
Re:
cestus72, 12/11/2014 10:58:

Partendo dal presupposto che i militanti della repubblica di salò appoggiavano un invasore, ragionando sul fatto che in generale l'Italia durante la WWII non è stata certo un esempio di efficienza militare, che minchia di valenza può avere la storia di questi reparti di polizia nel contesto "militare" della WWII.
Quali grandi azioni possono aver compiuto??
Una truppa di "elite" in lotta con civili armati alla meglio privi di addestramento militare, ci fanno proprio una bella figura.
E' come uno che piglia a pugni un uomo senza braccia e poi se ne vanta.
Viene il dubbio che contro un altra forza di pari preparazione avrebbero preso tanti calci nel culo.
Per me la storia "militare" italiana della WWII in generale e di Salò in particolare(al di la delle idee politiche) è meglio dimenticarsela.
Possiamo stare qui a menarcela quanto vogliamo ma la verità e che chiunque, Grecia compresa, ci ha fatto il culo.
Poi se volete autocelebrare la "sconfitta" fate pure.



Innanzitutto è Repubblica Sociale Italiana e non "Salò".

"privi di addestramento militare" direi di no, visto che per es. le bande Mauri erano guidate e in parte formate da Alpini con esperienza di guerra da vendere sul fronte russo, armati e appoggiati da forze dei Servizi speciali inglesi.

Il III Gr. Espl. presidiò tutta la zona delle Langhe nel 1944/45 contribuendo a limitare grandemente il pericolo alle linee di comunicazione dell'Armata Liguria, direi un contributo a livello più che tattico.

Studiare, e poi parlare.
Naviditalia
00mercoledì 12 novembre 2014 11:09
Re:
durruti16, 12/11/2014 09:38:




Non vedo civili rastrellati o torture nell'attacco a un accampamento partigiano sopra: semmai un'azione di controguerriglia; dura quanto vuoi (feriti finiti, etc) ma purtroppo una "durezza" tipica di un'azione COIN condotta nel pieno di un "santuario" nemico.

Ciccio, per discutere di storia non basta un link. Studiare, poi parlare. Studiare.


BIBLIOGRAFIA


La storia del 10° Reggimento Arditi è ben ricostruita in Luigi Emilio Longo, I “reparti speciali” italiani nella seconda guerra mondiale, 1940-1943, Milano 1991, Tullio Marcon, Assalto a tre ponti. Da Cassibile al Simeto nel luglio 1943, Parma 2002 e in Umberto Postiglioni, Il X Reggimento Arditi, in “Studi Storico Militari 1986”, Roma 1987.

Per ricostruire le vicende del III Gruppo Esplorante e della Controbanda divisionale della San Marco abbiamo utilizzato come fonti principali il diario di guerra della “San Marco” e le note del Generale Amilcare Farina sul III Esplorante, ambedue in Pieramedeo Baldrati, San Marco San Marco, Storia di una Divisione (3 voll.), Milano 1989, integrandole con le voci relative nel lavoro di Carlo Cucut Le FFAA della RSI – Forze di Terra, Trento 2005, che aggiorna e rivede i dati presentati nel monumentale gli Ultimi in grigioverde di Giorgio Pisanò, con articoli e memorie di veterani pubblicate sul bollettino trimestrale dell'Associazione Veterani Divisione “San Marco” e in Riccardo Lamura, Il Gruppo Esplorante della Divisione “San Marco” nelle Langhe durante la RSI, Milano 2010, e con le ricostruzioni delle azioni del Gruppo Esplorante negli atti del processo al comandante Marcianò e ad altri membri dell'Esplorante tenutosi ad Asti nel 1947, qui pubblicati integralmente per la prima volta, e la sentenza della Sezione Speciale della Corte di Assise di Asti del 31 ottobre 1946 contro il Tenente Luini e altri effettivi del 2° Squadrone da lui comandato. Per quest'ultimo materiale, oltre che per altri documenti e fotografie inedite riguardanti sia il Gruppo Esplorante sia la Controbanda di Calice provenienti dal suo archivio, ringraziamo il ricercatore Emilio Scarone.

Passando alle altre fonti consultate, la guerra civile in Liguria e nelle Langhe è, da parte resistenziale, ricostruita in generale in Giorgio Gimelli, La Resistenza in Liguria. Cronache militari e documenti, Roma, 2005, e Marco Grandi, Pagine della resistenza monarchica: la relazione sull'attività̀ del Gruppo Divisioni autonome Mauri, settembre 1943 - aprile 1945, Genova 2000, e da una vasta pubblicistica e memorialistica locale.
I saggi maggiormente attinenti alle operazioni del III Gruppo Esplorante nelle Langhe sono quelli di Marco Ruzzi Presenza ed attività delle forze della RSI in provincia di Asti, promosso dall'ISRAT e di Mario Renosio Colline partigiane - Resistenza e comunità contadina nell’Astigiano, Milano 1994, e il libro di Fulvio Sasso Guerra incivile. La verità sull'eccidio di Castelletto Uzzone e Monesiglio, Cairo Montenotte 2003.

Su Calice Ligure, riferimenti principali sono stati il libro di Ferruccio Iebole, “Ora il mio nome è scritto lì”. Storie di Stelle Rosse e Controbanda di Calice Ligure, Savona 2014, il quale testo, seppur letteralmente imbarazzante per la sua totale mancanza di equilibrio, è notevole per la quantità di dati riguardanti la guerra civile a Calice e nei suoi dintorni citati, il libro di Rodolfo Badarello e Enrico De Vincenzi Savona insorge. Fatti cronache avvenimenti lotta partigiana nel savonese dal 1921 al 1945, Savona 1972, le ricerche “I luoghi della guerra a Calice” dell'ISREC di Savona, in Quaderni savonesi n. 14, luglio 2009 e AA.VV., 2 febbraio 1945 -2/4 febbraio 2001 56° anniversario Eccidio Pian dei Corsi, Finale Ligure, 2001, e diversi testi sulla Resistenza locale, tra i quali Enrico De Vincenzi, O Bella Ciao – Distaccamento Torcello, Milano 1975, Almerino Lunardon, La Resistenza Vadese, Vado Ligure 2005, Guido Malandra, I volontari della Libertà della II zona partigiana ligure (Savona), Savona 2005, Polisportiva Rialtese, Rialto. Storia e cultura contadina nella alta Val Pora, Ceriale 1996, Giacomo Saccone, La valle rossa. La Resistenza nella vallata di Vado Ligure, Vado Ligure, 1977, Mario Savoini, Cosa è rimasto, Savona 2001, e Hermann Wygoda, All'ombra della svastica, Savona 2006.
Ringraziamo il signor Angelo Tortarolo di Calice Ligure per le due memorie dei parroci Don Vincenzo Scasso e Don Giusto Giovanni, custodite nel fondo “Testimonianze di alcuni preti della Diocesi di Savona e Noli sul periodo della Resistenza”, Archivio Storico Diocesano di Savona, e per le fotografie del suo archivio.

Sul concetto di controbanda e sulle tattiche di controguerriglia, rimandiamo alle fonti citate nel testo a pagina 9-10.

Sulle uniformi e i distintivi delle due unità, sono stati consultati Heinz Küchler, Fregi, mostrine e distintivi della RSI, Milano 1974, e Fausto Sparacino, Distintivi e medaglie della RSI, 1943/45 (2 voll.), Milano 1993-1994.

Dove non indicato, le fotografie pubblicate sono dell’Archivio dell’Associazione veterani Divisione F.M. San Marco (abbr. nel testo come Archivio San Marco) e dell’Archivio ITALIA Storica.



Lupo_Solitario85
00mercoledì 12 novembre 2014 11:46
[SM=g2758881] grazie per tutti i cenni storici
paparoberto1942
00mercoledì 12 novembre 2014 11:59
è ridicolo, per non dire di peggio, accapigliarsi per fatti avvenuti 70 anni or sono ed ai quali nessuno dei contendenti ha partecipato direttamente.
Chiunque voglia addentrarsi nello studio del movimento di guerriglia del norditalia, e dei conseguenti provvedimenti antiguerriglia, dovrebbe oggi spogliarsi da ogni giudizio aprioristico, figlio di considerazioni ideologiche e politiche.
Parlare oggi di assassini da una parte e di traditori dall'altra mi pare una fracassona disputa da osteria, divertente se vista da fuori, patetica se presa sul serio.
Dato che ogni movimento ideologico dovrebbe essere valutato in funzione dei risultati a posteriori e non delle ideologie a priori, credo che nessuno dei contendenti possa vantare particolari benemerenze in merito.
cestus72
00mercoledì 12 novembre 2014 12:11
Re:
paparoberto1942, 12/11/2014 11:59:

è ridicolo, per non dire di peggio, accapigliarsi per fatti avvenuti 70 anni or sono ed ai quali nessuno dei contendenti ha partecipato direttamente.
Chiunque voglia addentrarsi nello studio del movimento di guerriglia del norditalia, e dei conseguenti provvedimenti antiguerriglia, dovrebbe oggi spogliarsi da ogni giudizio aprioristico, figlio di considerazioni ideologiche e politiche.
Parlare oggi di assassini da una parte e di traditori dall'altra mi pare una fracassona disputa da osteria, divertente se vista da fuori, patetica se presa sul serio.
Dato che ogni movimento ideologico dovrebbe essere valutato in funzione dei risultati a posteriori e non delle ideologie a priori, credo che nessuno dei contendenti possa vantare particolari benemerenze in merito.



Se parliamo di fare storia senza ideologia, indi uno studio sulle dottrine di guerriglia e antiguerriglia e delle dottrine militari in generale concordo con te.
Ma da come è stato introdotto l'argomento "Sadici torturatori di partigiani e rastrellatori di civili inermi, o una delle migliori unità per la controguerriglia delle forze italo-tedesche in Italia nel 1943-1945?" ho paura che sia un volume giustificativo e celebrativo....poi magari mi sbaglio.

paparoberto1942
00mercoledì 12 novembre 2014 13:06
Re: Re:
cestus72, 12/11/2014 12:11:



Se parliamo di fare storia senza ideologia, indi uno studio sulle dottrine di guerriglia e antiguerriglia e delle dottrine militari in generale concordo con te.
Ma da come è stato introdotto l'argomento "Sadici torturatori di partigiani e rastrellatori di civili inermi, o una delle migliori unità per la controguerriglia delle forze italo-tedesche in Italia nel 1943-1945?" ho paura che sia un volume giustificativo e celebrativo....poi magari mi sbaglio.




Hai ragione. Non conosco il volume in oggetto, e probabilmente non lo conoscerò mai. Tuttavia la domanda:"Sadici torturatori......" è ben posta. Purtroppo non ne conosco la risposta, non avendo appunto letto il volume.
In ogni caso qualunque saggio, a mio avviso, aumenta le conoscenze di un lettore, sia che sia una acritica e violenta stroncatura della RSI (Alla Giorgio Bocca per intenderci) sia che si voglia fare una agiografia di reparti, quella della RSI, che annoveravano tra le proprie fila ANCHE fior di esaltati assassini....che peraltro erano presenti e non in pochi anche tra i partigiani.....

Quello che posso dire, leggendo tanta saggistica, e che quella italiana, ma non solo questa, tende a schierarsi in funzione dell'ideologia dello scrivente nell'analisi della II WW. E non solo in questa.
Si vede che abbiamo nel DNA l'essere o guelfi o ghibellini..... [SM=g27822] ciao.


Marco-64.
00mercoledì 12 novembre 2014 13:41
Quoto completamente paparoberto1942
in tutte e due i post,
basta far polemica ad ogni presentazione di un libro,
specifico che non sono di destra,
sono per la diffusione del sapere che faccia piacere o meno,
sta poi al lettore valutare la qualita del libro e/o se è di parte.
ciao
paparoberto1942
00mercoledì 12 novembre 2014 13:58
grazie Marco.
Metaldanielo
00mercoledì 12 novembre 2014 14:57
Ottimo, mi procurerò anche questo [SM=g27823]

Avendo letto molti altri libri editi da Italia Storica, posso garantire che,in generale, la narrazione dei fatti avviene riportando i fatti vissuti in prima persona, basandosi su diari e scritti lasciati da chi ha vissuto tali avvenimenti.

Sarà il lettore poi a trarre le sue conclusioni diciamo " ideologiche" [SM=g27823]

Suggerisco il volume " Otto Carius Tiger nel fango", dove il famoso capocarro, raccontando la sua carriera militare a bordo dei carri armati, offre numerosi spunti tecnici per noi modellisti [SM=g27811]


ciao, Daniele
durruti16
00mercoledì 12 novembre 2014 15:27
Re: Re:
Naviditalia, 12/11/2014 11:09:



Ciccio, per discutere di storia non basta un link. Studiare, poi parlare. Studiare.




Giusto tre cosine:

1) studio storia moderna dal liceo e non ho bisogno che mi dica tu di farlo. Dipende da cosa si studia.

2) l'argomento ideologico non l'ho introdotto io ma tu con un incipit decisamente infelice e vagamente provocatorio.

3) "Ciccio" a tua sorella glielo dico io non appena la vedo.

Detto ciò, chiudo le comunicazioni e rinuncio a qualsiasi replica per due fondamentali ragioni:

1) perchè Mad tanto mi cassa (e fa bene)

2) perchè la vita è breve e perdere tempo è un crimine contro noi stessi.

paparoberto1942
00mercoledì 12 novembre 2014 15:53
Re:
Metaldanielo, 12/11/2014 14:57:

Ottimo, mi procurerò anche questo [SM=g27823]


Suggerisco il volume " Otto Carius Tiger nel fango", dove il famoso capocarro, raccontando la sua carriera militare a bordo dei carri armati, offre numerosi spunti tecnici per noi modellisti [SM=g27811]


ciao, Daniele




assolutamente d'accordo. "Tigers in the mud" è un testo che mi ha veramente informato sia dal punto di vista storico che modellistico...in quest'ultimo caso per creare "le situazioni dioramistiche"...o meglio per suggerirle agli amici, visto che con i diorami sono una frana... [SM=g27825]

tovomodel
00mercoledì 12 novembre 2014 20:32
Queste parole ...

durruti16, 12/11/2014 15:27:



Giusto (due) cosine:

1) studio storia moderna dal liceo e non ho bisogno che mi dica tu di farlo. Dipende da cosa si studia.

2) l'argomento ideologico non l'ho introdotto io ma tu con un incipit decisamente infelice e vagamente provocatorio.




... mi hanno fatto pensare ... Anch'io ho studiato (e studio) la storia moderna, in particolare quella della seconda guerra mondiale, ma con ancor più particolare riferimento alla R.S.I. (perché ci ha ... "contrapposti" direttamente") e devo dire che, sia in opere monumentali (Pisanò) che su singoli volumi vari, mi é sempre capitato di "assorbire" l'accalorata tematica di chi me la stava propinando, sia da una parte che dall'altra ... Difficile, in concreto, non farsi risucchiare dalla presentazione sia dei fatti che dai protagonisti (due per tutti, l'episodio del Comandante Bardelli ad Ozegna e quello ben più famoso dei 7 (sette!) Fratelli Cervi), difficile ...
GIACOMER
00mercoledì 12 novembre 2014 22:48
Re: Re: Re:
paparoberto1942, 12/11/2014 13:06:



Hai ragione. Non conosco il volume in oggetto, e probabilmente non lo conoscerò mai. Tuttavia la domanda:"Sadici torturatori......" è ben posta. Purtroppo non ne conosco la risposta, non avendo appunto letto il volume.
In ogni caso qualunque saggio, a mio avviso, aumenta le conoscenze di un lettore, sia che sia una acritica e violenta stroncatura della RSI (Alla Giorgio Bocca per intenderci) sia che si voglia fare una agiografia di reparti, quella della RSI, che annoveravano tra le proprie fila ANCHE fior di esaltati assassini....che peraltro erano presenti e non in pochi anche tra i partigiani.....

Quello che posso dire, leggendo tanta saggistica, e che quella italiana, ma non solo questa, tende a schierarsi in funzione dell'ideologia dello scrivente nell'analisi della II WW. E non solo in questa.
Si vede che abbiamo nel DNA l'essere o guelfi o ghibellini..... [SM=g27822] ciao.





Quoto in toto, deve stare poi al lettore trarre le dovute conclusioni, e se c'è chi vuole sentire solo una campana sono problemi suoi.


Naviditalia
00domenica 16 novembre 2014 00:08
Re:
Metaldanielo, 12/11/2014 14:57:

Ottimo, mi procurerò anche questo [SM=g27823]

Avendo letto molti altri libri editi da Italia Storica, posso garantire che,in generale, la narrazione dei fatti avviene riportando i fatti vissuti in prima persona, basandosi su diari e scritti lasciati da chi ha vissuto tali avvenimenti.

Sarà il lettore poi a trarre le sue conclusioni diciamo " ideologiche" [SM=g27823]

Suggerisco il volume " Otto Carius Tiger nel fango", dove il famoso capocarro, raccontando la sua carriera militare a bordo dei carri armati, offre numerosi spunti tecnici per noi modellisti [SM=g27811]


ciao, Daniele



Grazie! [SM=g2915736]

Andrea Lombardi
ITALIA Storica ;-)

Naviditalia
00domenica 16 novembre 2014 00:14
La domanda "incriminata" è parte della 4a del libro, che deve essere per forza un minimo "stimolante"... e per il resto, lo storico (o il ricercatore, o il critico letterario, etc) imparziale non esiste; c'è il documento e c'è per forza la sua interpretazione. Come dico sempre alle conferenze, c'è un però: lo storico può e deve essere di parte, ma NON PUÒ essere fazioso. C'è una differenza sostanziale, di metodo.

Posto di seguito l'indice del libro e un suo estratto:

INDICE


DAL 10° REGGIMENTO ARDITI AL III GRUPPO ESPLORANTE . . . 5

ORDINE DI BATTAGLIA DEL III GRUPPO ESPLORANTE . . . . 36

LE CITAZIONI NEGLI ORDINI DEL GIORNO DIVISIONALI DEL III GRUPPO ESPLORANTE 44

RICOMPENSE AL VALOR MILITARE CONCESSE AL III GRUPPO ESPLORANTE . 66

DECORAZIONI TEDESCHE CONCESSE AL III GRUPPO ESPLORANTE . . 67

LE OPERAZIONI DEL III GRUPPO ESPLORANTE NEL DIARIO STORICO DELLA DIVISIONE “SAN MARCO” . . . . . . . . . 68

IL III GRUPPO ESPLORANTE ARDITI DELLA DIVISIONE FANTERIA DI MARINA “SAN MARCO”
DEL GENERALE AMILCARE FARINA . . . . . . 106

LA CONTROBANDA DI CALICE LIGURE . . . . . 183

LE CITAZIONI NEGLI ORDINI DEL GIORNO DIVISIONALI
DELLA CONTROBANDA DI CALICE LIGURE . . . . . 200

UNIFORMI E DISTINTIVI DEL III GRUPPO ESPLORANTE
E DELLA CONTROBANDA DI CALICE LIGURE . . . . . 241

IL PROCESSO DI ASTI E I CRIMINI DI GUERRA DEL III GRUPPO ESPLORANTE . 245

APPENDICI . . . . . . . . 291

IL 10° REGGIMENTO ARDITI
DI LUIGI EMILIO LONGO . . . . . . . 291

CANTI DEL III GRUPPO ESPLORANTE . . . . . 295

COMPOSIZIONE DEL 1° GRUPPO DIVISIONI ALPINE
(ESTATE 1944) . . . . . . . . 298

LA DIVISIONE GARIBALDI “GIN BEVILACQUA” E LA 4A BRIGATA GARIBALDI “C. CRISTONI”
(FEBBRAIO 1945) . . . . . . . . 299

TENUTE DA CONTRO-INTERDIZIONE NELLE GUERRE CONTEMPORANEE . . 300

BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . 303



Anche durante la RSI lo Stato Maggiore dell'ENR affrontò il problema della controguerriglia e l'eventuale ricorso alle tattiche di controbanda con scarsa tempestività; troviamo riferimento a queste tattiche nel manuale di controguerriglia della GNR del 1944, ma sostanzialmente con le stesse limitazioni sottolineate precedentemente per la circolare dello SM del RE n. 36.000 del 1942. Ad ogni modo, oltre la teoria, azioni di controbanda furono effettuate con successo sul campo da reparti specifici della Monterosa (la controbanda del Tenente Adriano Adami, forte di sessanta uomini e operante in Val Varaita, e quella del Tenente Benedetto Capece) e della GNR, come la Compagnia O.P. di Imperia (la cosiddetta “Banda Ferraris”) e, più in generale, nel 1944 furono finalmente costituiti e messi in campo dei Comandi e reparti specializzati nelle missioni controguerriglia: il CO.GU. (Contro Guerriglia), formato dal Raggruppamento Cacciatori degli Appennini (precedentemente Centro Addestramento Reparti Speciali, CARS) e dal Raggruppamento Anti Partigiano (RAP) e unità dipendenti, etc., con metodi di comando, addestramento e combattimento maggiormente adatti ad affrontare le missioni di controguerriglia .

Tornando ora alla narrazione delle azioni del Gruppo Esplorante, il reparto sarà tra le unità impegnate nell'attacco del 1-5 ottobre 1944 contro il campo di atterraggio partigiano di Vesime, azione che non ebbe i risultati sperati principalmente a causa della mancanza di coordinamento tra i reparti italo-tedeschi partecipanti, come spiegato nel rapporto post operazione stilato dal comandante Marcianò, dove, in conclusione, sono elencati alcuni principi base di controguerriglia, con la raccomandazione di farli adottare agli altri reparti:


COMANDO III GRUPPO ESPLORATORI ARDITI
«oltre ogni ardire ardito»

Nr. 142/1 di prot. SEGRETO OPERATIVO
Oggetto: Rastrellamento zona Castelletto Uzzone
(carta 1:100.000)
Sede 6.10.44 XXII

AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA MARINA «S. MARCO»
Ufficio la - SEDE
p.c. ALL'UFFICIALE TEDESCO DI COLLEGAMENTO - SEDE

Come da ordini di codesto Comando contenuti nel foglio n° 011721/S del 30 settembre u.s. il mattino del 2 ottobre mi sono recato con il Comandante Gruppo — II Squadrone — Plotone Cannoncini di Ftr. e la 6a Cp. del 11/6° Rgt. Ftr. nella zona di Castelletto Uzzone per eseguire il rastrellamento ordinato curando in particolare le località: Bc. Todocco — Palaz-zo Porcario — Nocetto Provida.
Iniziato il movimento su due colonne, alle ore 7 del 2 ottobre u.s. come ho comunicato con mio foglio n. 135/S, alle ore 16 dello stesso giorno ho raggiunto Castelletto Uzzone dopo aver ricacciato pattuglie ribelli che tentavano di ostacolare il movimento dei plotoni specialmente verso Cagna.
La colonna di destra non raggiungeva, come era previsto nella giornata, gli obiettivi che gli erano stati assegnati a causa di interruzioni stradali trovate sulla rotabile di Cagna. Sono stato costretto a far rientrare a Piana Crixia il carreggio di detta colonna e a far portare la cucina, i viveri e le munizioni di riserva con automezzo seguendo la stessa rotabile percorsa dagli automezzi della colonna di sinistra (Cairo, Castelletto Uzzone).
Alle ore 18.15 dopo aver rastrellato il paese di Castelletto Uzzone e mentre mi accingevo ad occupare le quote 481 - 753 e S. Ilario per predispormi a pernottare venivo attaccato da forze ribelli valutate a circa 400 + 500 uomini con dieci — dodici armi automatiche e non mi è stato possibile, data l'ora tarda, occupare le predette località.
Il contegno fermo e la reazione immediata e violenta, dopo un'ora circa di combattimento, faceva desistere i partigiani dall'attacco e la notte trascorreva tranquilla.
Durante la notte, con pattuglie, riuscivo a stabilire che il nemico era rimasto sulle posizioni con l'evidente intenzione di riprendere l'attacco il mattino successivo.
Intanto la colonna di destra raggiungeva Pozzollo e Bc. Todocco ma non riuscivo a colle-garmi a causa di un guasto alla stazione radio.
Al mattino del giorno 3 alle ore 7 i partigiani mi attaccavano nuovamente e questa volta con più violenza. Decidevo allora di contrattaccare per la sinistra e con due plotoni appoggiati dal tiro dei mortai e dei cannoncini riuscivo ad occupare la quota 481 e S. Ilario ricacciando i ribelli su posizioni retrostanti.
Il combattimento si protraeva fino alle ore 11.30; poi i partigiani desistevano dai tentativi fatti di ricacciare i plotoni dalle posizioni raggiunte e ripiegavano.
Intanto non essendo riuscito a collegarmi con la colonna di destra inviavo una pattuglia con altra stazione radio verso Carpineto Pezzollo per ristabilire il collegamento e ordinare alla 6a Cp. del 6° Rgt. Ft. di puntare su quota 636 a nord di Poggiolo ed occuparla. La pattuglia raggiungeva Pezzollo che trovava occupato dai ribelli e riusciva a sapere da un marò sbandato che uno dei plotoni della predetta Cp., dopo che l'Ufficiale Comandante era stato ferito, si era in parte arreso ed in parte sbandato. Il resto della Cp. col Comandante, Ten. Talamo, si era recata verso l'obiettivo che doveva raggiungere la sera precedente (Bc. della Croce) per continuare il rastrellamento della zona. Ho ordinato allora alla pattuglia di rientrare e successivamente nel tardo pomeriggio riuscivo a ristabilire il collegamento col Ten. Talamo che ho fatto venire a Castelletto Uzzone.
Avuta così tutta la colonna riunita, all'imbrunire mi sono sistemato per la notte ed ho sostato in Castelletto Uzzone senza essere più disturbato rientrando il giorno 4, come da ordine di codesto Comando, alla base.
Intanto il Plt. ciclisti che aveva occupato Bc. Todocco come era previsto, dopo aver ricac-ciato gli elementi che lo tenevano, restava sulla posizione malgrado fosse stato attaccato più volte da forze superiori e malgrado fosse stato ferito il Com.te S. Ten. Morelli.
Dalle informazioni avute dai borghesi è risultato che i ribelli che hanno attaccato ammontavano a circa 500 uomini ed appartenevano parte alla banda «Mauri» e parte alla «Brigata Garibaldi». Risultano che abbiano subito le seguenti perdite: 4 morti e 8-12 feriti.
Perdite nostre:
— morti due (1 Sottufficiale e 1 ardito)
— feriti otto (1 Ufficiale e 7 arditi).
Il contegno di tutti gli arditi è stato superiore ad ogni elogio, tutti si sono battuti in modo encomiabile e faccio riserva di tramettere alcune proposte di ricompense al Valor Militare per coloro che si sono particolarmente distinti.
L'operazione di rastrellamento, a parere dello scrivente non ha avuto il risultato che poteva essere ottenuto per le seguenti ragioni:
1) mancanza dell'intervento previsto del Battaglione tedesco che non ha chiuso le tenaglie puntando su Pruneto.
2) Mancanza di comando unico dei reparti che operavano e quindi difficoltà di coordinare i movimenti per poter riuscire, malgrado mancasse il Btg. tedesco, a circondare i ribelli che si trovavano tra Bc. dei Faggi e Prunetto.
3) Deficienze di collegamenti dovuti non a incapacità del personale ma essenzialmente al fatto che le radio assegnate da codesto Comando non possono essere someggiate e quindi non sono in condizioni di seguire il Comandante quando questo è costretto ad allontanarsi dalle rotabili.

Mi permetto rappresentare che per l'avvenire è necessario che i reparti che partecipano ad azioni di rastrellamento siano equipaggiati alla stessa stregua dei ribelli. Bisogna alleggerire al massimo gli uomini, abolire il carreggio ed autorizzare i reparti ad acquistare i viveri sul posto, facendosi confezionare il rancio nei paesi dalla popolazione. Bisogna però che vi sia una base molto vicina alla zona da rastrellare dove poter attingere quanto non è possibile trovare sul posto e la munizione occorrente per reintegrare quella consumata. Inoltre è indispensabile dotare detti reparti di un quantitativo minimo di muli per il someggio dei mortai e delle mitragliatrici che è indispensabile siano portati in quanto sono armi molto temute dai partigiani.

IL MAGGIORE COMANDANTE
Vito Marcianò

p...c...c.
IL CAPO UFFICIO PERS. E SEGR.
(Capitano Giovanni Piazza)


Dopo questa operazione, il Gruppo riprese quindi le consuete missioni controbanda nelle Langhe operando teoricamente in seno della San Marco, ma in pratica sempre con una netta autonomia. Questa indipendenza era spesso stigmatizzata formalmente dal Comando divisionale, che tuttavia non poteva non apprezzare l'efficienza del reparto e del suo comandante nella lotta alle bande.
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