INCROCIATORE PESANTE RN ZARA

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AKAGI54
00venerdì 29 novembre 2013 22:23
TAURO MODELS 1:400



INCROCIATORE PESANTE RN ZARA


Lo Zara fu un incrociatore pesante della Regia Marina, che diede il nome alla omonima classe, evoluzione della classe Trento e che comprendeva anche le navi Fiume, Pola e Gorizia.

Costruito presso il cantiere OTO della Spezia, fu varato il 27 aprile 1930 ed entrò in servizio il 20 ottobre 1931. All'inizio del conflitto era inquadrato nella Iª Divisione Incrociatori della Iª Squadra di base a Taranto quale ammiraglia di Divisione con insegna dell'Ammiraglio Pellegrino Matteucci. Lo Zara partecipò alle principali missioni belliche della Regia Marina nella seconda guerra mondiale come la battaglia di Punta Stilo (9 luglio 1940) e la battaglia di Gaudo (28 marzo 1941) che fu il preludio alla battaglia di Capo Matapan (29 marzo 1941): in tale occasione la Zara fu affondato assieme al Fiume, al Pola e ai cacciatorpediniere Alfieri e Carducci.

Lo Zara, nave di bandiera dell'ammiraglio Carlo Cattaneo, comandante la I Divisione, venne inviato in soccorso del Pola, colpito da un siluro di uno Swordfish inglese ed immobilizzato dalla totale mancanza di energia elettrica e forza motrice. Con esso, il gemello Fiume e la IX Squadriglia cacciatorpediniere, composta dai caccia Oriani, Alfieri, Carducci e Gioberti. Arrivate nella zona dove si aspettavano di trovare il Pola, prive di radar e quindi impossibilitate a rilevare minacce nell'oscurità che nel frattempo era calata, malgrado la mancanza del radar, la distruzione della divisione incrociatori pesanti va imputato all'errore del Cattaneo che non procedette quella notte secondo le tassative norme di navigazione notturna della Marina Italiana in quanto non fece precedere gli incrociatori pesanti dallo schermo caccia dei quattro cacciatorpediniere che pure aveva di scorta. Se avesse fatto cosi lo schermo caccia avrebbe 1-allertato la divisione della presenza della flotta Inglese schierata 2-avrebbero reagito con un attacco silurante di superficie per effettuare lo sganciamento della divisione incrociatori pesanti. Risultato le navi non sarebbero state affondate ma probabilmente solo danneggiate nella peggiore delle ipotesi. le navi furono cannoneggiate, a sorpresa, dalle corazzate inglesi Barham, Valiant e Warspite. Lo Zara, che procedeva in testa alla formazione, fu incendiato e messo fuori combattimento da numerose cannonate nel giro di quattro minuti, senza avere il tempo di rispondere al fuoco. Il comandante ordinò l'autoaffondamento; mentre l'ordine veniva eseguito da un gruppo di volontari guidati dal ten. col del Genio Navale Domenico Bastianini , sopraggiunse il cacciatorpediniere Jervis, che lanciò quattro siluri contro l'incrociatore. Centrato da due di essi, lo Zara saltò in aria . Morirono 782 dei 1098 uomini a bordo , fra cui l'ammiraglio Cattaneo ed il comandante della nave, c.v. Luigi Corsi, che avevano deciso di affondare con la nave .
Dei sopravvissuti, 279 furono catturati dagli inglesi..................



SCHEDA TECNICA


incrociatore pesante
Classe Zara
Cantiere OTO La Spezia
Impostata 4 luglio 1929
Varata 27 aprile 1930
Entrata in servizio 20 ottobre 1930
Radiata 18 ottobre 1946
Destino finale affondato nella battaglia di Capo Matapan il 29 marzo 1941

Caratteristiche generali

Dislocamento 11.870 (standard) t, 14.530 (pieno carico)
Lunghezza 182,8 m
Larghezza 20,6 m
Pescaggio 6,2 (7,2 a pieno carico) m

Propulsione

8 caldaie
2 turbine Parsons
2 eliche
Potenza:95.000 HP
Velocità 35 nodi (circa 63 km/h)
Autonomia 5.367 mn
Equipaggio 31 ufficiali ed 810 marinai

Armamento

Armamento artiglieria:
8 cannoni 203/53 mm
16 cannoni 100/47 mm
4 mitragliere da 40/39 mm
8 mitragliere da 13,2 mm

Corazzatura verticale: 70 mm
orizzontale: 70 mm
torrette : 150 mm

Note
Motto Tenacemente








boniver
00sabato 30 novembre 2013 08:36
Che batosta ... 3 moderni incorciatori persi in un colpo solo

Bel modello!!
AKAGI54
00sabato 30 novembre 2013 08:50
grazie a boniver

piu' avanti postero' altre foto e la storia di uno degli eroi di questa nave gloriosa........................

saluti
Massimo
enrico0195
00sabato 30 novembre 2013 10:28
Molto bella questa :) molto interessante anche la storia del suo affondamento.
Ti pongo una domanda,hai mica anche i modellini della HMS Repulse e della HMS Prince of Wales?protagonistecprobabilmente della peggiore sconfitta navale inglese durante la seconda guerra mondiale
AKAGI54
00sabato 30 novembre 2013 10:31
solo la HMS PRINCE OF WALES in 1:350, modello Tamiya

grazie
Massimo
AKAGI54
00domenica 1 dicembre 2013 09:13
LXXXV Apuania
00domenica 1 dicembre 2013 09:33
REGIA NAVE ZARA
Il modellino é bellissimo e realizzato con maestria.
[SM=g10633] [SM=g8916] [SM=g10633]
Quando ero in servizio nella Marina, un paio di volte,
ho partecipato alla cerimonia di commemorazione nelle
acque dove avvenne la più grave tragedia della nostra
flotta. Venivano lanciate in mare delle corone ed un
picchetto esplodeva le tradizionali scariche a salve.
Come, giustamente, scrivi l'Amm. Cattaneo commise degli
errori che pagò con la propria vita e quella dei suoi uomini e
soprattutto perdemmo quella che era considerata la
più bella divisione navale, con scafi moderni e velocissimi
nostante il pesante armamento. Detto ciò credo che anche
l'Amm. Angelo Iachino, comandante della flotta ed in quella
circostanza imbarcato sulla Vittorio Veneto, avesse le sue
responsabilità unitamente a Supermarina Roma. Una vicenda
molto dolorosa. Dispiace, inoltre, che dinanzi a migliaia
di giovani vite così tragicamente perdute la totalità degli
italiani ignora del tutto o quasi questa storia. Concludo
ricordando che a Domenico Bastianini la Marina Militare ha
intestato le Scuole CEMM di La Maddalena, prestigioso
Istituto di istruzione dove vengono formati gli specialisti
ed i sottufficiali della nostra Marina.
AKAGI54
00domenica 1 dicembre 2013 12:44
grazie a Bruno

a quanto pare hai vissuto molto piu' di me il contatto con questa triste storia (la prima che sto raccontando con il relativo modello, ma ce ne sono altre due).
Per quanto mi riguarda, l'ho solo letta, ma l'emozione e' stata forte lo stesso, quasi che l'avessi vissuta in prima persona............................ed e' un immenso piacere poterla condividere con qualcuno

grazie ancora

saluti
Massimo
faro72
00domenica 1 dicembre 2013 15:22
Sullo scontro di capo Matapan sono stati versati fiumi d'inchiostro, in particolare l'Amm.Jachino si è sempre difeso rabbiosamente dalle
accuse di condotta incerta mossegli nel dopoguerra indicando, anche giustamente, nella mancanza del radar l'esito dello scontro. Degne di riflessione sono anche le tesi sostenute da Antonino Trizzino, leggi
"navi e poltrone", su eventuali connivenze tra il ns/ SIM e i servizi
segreti inglesi; ciò non è stato mai provato. Giunsero voci però, sempre nel dopoguerra, di testimonianze di ns/marinai naufraghi che
recuperati dalle navi inglesi lessero sulle coperte delle stesse navi
volantini innegguanti ad un prossomi scontro con la marina italiana datati due giorni prima......... a voi l'ardua sentenza!
saluti Franco
AKAGI54
00domenica 1 dicembre 2013 15:46
grazie anche a faro72

si', confermo quello che accenni
gli inglesi conoscevano in anticipo le mosse e gli obbiettivi delle missioni della squadra italiana, in quanto, segretamente, erano riusciti a criptare i messaggi in codice che si scambiavano i comandi tedeschi con Supermarina.
Nel dopoguerra, per anni fino al 1975 quando finalmente si seppe la verita', nei comandi della marina aveva serpeggiato sempre il virus del tradimento da parte di qualcuno per le vicende inspiegabili risalenti all'ultima guerra, circa il fatto che gli inglesi erano sempre presenti in ogni occasione in cui si muoveva la squadra italiana nel Mediterraneo.

grazie della condivisione

saluti
Massimo
AKAGI54
00lunedì 2 dicembre 2013 14:18
AKAGI54
00lunedì 2 dicembre 2013 21:28
La notte di Matapan
28 - 29 marzo 1941


Si apre qui una pagina che, con l'affondamento del Roma, può essere considerata la più tragica della storia della Marina Militare Italiana.

Iniziò tutto dove ebbe termine la Battaglia di Gaudo.
Avevamo lasciato la flotta italiana sotto l'alto comando navale dell'ammiraglio Iachino sulla via del ritorno verso le basi, ignaro che la flotta inglese fosse tanto vicina.
Cunningham invece era ben conscio di quanta poca acqua lo separasse dalle navi italiane, e sapeva bene, non potendo le sue navi sviluppare una velocità complessiva superiore ai 20 nodi, che l'unica speranza di raggiungere le navi di Iachino era di rallentarne la velocità, e questo era possibile ovviamente solo tramite attacchi aerei.

Alle 14.25 a bordo del Vittorio Veneto giunse un messaggio riguardante l'avvistamento, effettuato da un aereo dell'Aeronautica dell'Egeo, di una nave da battaglia e una portaerei.
Il messaggio però non precisava che l'aereo era un bombardiere S.M. 79, e che tale aereo aveva anche effettuato un attacco proprio contro la nave portaerei, di conseguenza si ritenne che non fosse attendibile.

Alle 14.30 iniziarono gli attacchi aerei contro la flotta italiana.
Tre contro il Vittorio Veneto, due contro la III divisione e quattro sul gruppo Zara.
L'ultimo attacco contro l'ammiraglia fu quello decisivo : un aerosilurante Albacore inglese riuscì a sganciare il suo siluro molto vicino alla nave, venendo subito dopo abbattuto dal preciso fuoco della contraerea.
La Vittorio Veneto fu colpita all'altezza dell'elica esterna di sinistra e alle 15.30 si fermò. Rimase bloccato il timone di sinistra e l'unità imbarcò circa 4.000 tonnellate d'acqua che provocarono un lieve ma visibile appoppamento. Distrutto risultò anche l'aereo sulla catapulta a poppa, come si può chiaramente vedere nelle immagini relative.
La nave rimase ferma per poco tempo, e alle 15.36 ripartì con velocità prima di 16 nodi, e poi di 19. Subito Iachino richiese la copertura aerea per le sue navi, e si ripeté nuovamente un copione ormai vecchio, infatti gli aerei promessi da Luftwaffe e Regia Aeronautica non si videro.

Poco dopo le 18.00 le navi italiane assunsero la disposizione stabilita per la navigazione notturna, con la formazione su cinque colonne intorno all'ammiraglia danneggiata.
Al centro Granatiere, Fuciliere, Vittorio Veneto, Bersagliere, Alpino. A dritta la I divisione, all'estrema destra Alfieri, Gioberti, Carducci, Oriani. A sinistra la III divisione, all'estrema sinistra i caccia Corazziere, Carabiniere e Ascari.

Alle 18.23 giunsero sul cielo della formazione italiana altri aerei britannici, che si tennero a distanza in attesa del tramonto. L'attacco partì alle 19.28, dopo che le navi italiane si erano predisposte alla difesa, con l'accensione dei riflettori e la produzione di cortine fumogene. E qui ebbe inizio il vero dramma.

L'incrociatore pesante Pola venne infatti centrato a poppa da un siluro.
Immediatamente andò fuori uso tutto l'impianto elettrico della nave, impedendo l'uso di tutti gli apparati di bordo, artiglierie, apparato motore, organi di governo eccetera. La nave restò silenziosa e immobile in mezzo al mare mentre il resto della formazione si allontanava.
Iachino venne a conoscenza della situazione del Pola alle 20.15, quando la flotta inglese si trovava a sole 55 miglia dalla formazione italiana. Tuttavia, egli al momento credeva che si trovasse invece a 75 miglia di distanza, evidentemente non aveva considerato che la sua formazione, dal momento del siluramento, aveva proceduto a velocità molto bassa, tra i 15 e i 20 nodi.

Alle 20.27 l'ammiraglio Cattaneo, al comando della I divisione, segnalò a Iachino che avrebbe lasciato due caccia a soccorrere il Pola, ma quest'ultimo con una decisione decisamente controversa e che ci trova in posizione di disaccordo gli ordinò di andare in soccorso della nave ferita con tutta la I divisione e i 4 caccia della IX squadriglia! La divisione di Cattaneo, dopo aver richiesto ulteriore conferma del messaggio, invertì la rotta alle 21.06, con molto ritardo quindi, e questo perché vi fu un intenso scambio di messaggi tra lo Zara e il Vittorio Veneto in merito appunto a questo ordine, che a quanto pare il comandante della I divisione non aveva trovato molto opportuno.

A questo punto vi sono ulteriori considerazioni da fare. Innanzitutto le navi di Cattaneo procedettero in linea di fila, con i due incrociatori pesanti davanti ed i caccia a seguire, contrariamente a quanto prescrivevano le norme sulla navigazione notturna e la logica, che avrebbero voluto l'utilizzo dei caccia in posizione avanzata, a fare da avanscoperta. Inoltre non si spiega come mai, invece di affrettarsi ad andare incontro a tutta forza al Pola, la I divisione procedesse a soli 16 nodi, potendone sviluppare agevolmente più di 30. A causa di ciò gli incrociatori arrivarono nei pressi del Pola molto tardi, e in contemporanea con la flotta inglese.

Alle ore 20.40 il radar dell'Orion segnalò una unità immobile a una distanza di 6 miglia.
Alle 21.55 furono individuate anche le altre navi da parte dell'Ajax.
La I divisione fu avvistata dal caccia Stuart alle 22.23.

Il dramma iniziò alle 22.27, quando i grossi calibri, cannoni da 381 mm, delle corazzate inglesi dettero inizio al cannoneggiamento delle unità italiane, ignare di quanto stava accadendo ed addirittura impossibilitate a difendersi perchè non dotate di cariche a vampa ridotta per il tiro notturno. Addirittura, i cannoni erano disposti ancora per chiglia.
Il Warspite e il Valiant diressero il fuoco sul Fiume, il Barham sullo Zara, da distanze tra i 2.000 e i 3.000 metri, praticamente ad alzo zero. Era impossibile mancare il bersaglio. In breve tempo il Fiume, lo Zara e i caccia Alfieri e Carducci si trasformarono in relitti galleggianti, mentre l'Oriani e il Gioberti riuscirono a fuggire. Quattro minuti dopo era tutto finito.

Il Fiume fu l'unico degli incrociatori ad affondare per conto proprio, preso di mira da ben due corazzate. Si appoppò fino a capovolgersi. Lo Zara, ancora risolutamente a galla, fu colpito da 4 siluri lanciati dal caccia Jervis. Il Pola fu anch'esso affondato con il lancio di 4 siluri dal caccia Nubian.
Erano le 04.03 del 29 marzo 1941.

Quella maledetta e assurda notte, nelle acque di capo Matapan colarono a picco tre dei quattro migliori incrociatori pesanti del mondo di tipo Washington, e due cacciatorpediniere.
Morirono oltre 2.300 uomini.



AKAGI54
00martedì 3 dicembre 2013 00:09
AKAGI54
00martedì 3 dicembre 2013 21:39
lo ZARA in azione di fuoco durante lo scontro di Punta Stilo

faro72
00martedì 3 dicembre 2013 22:02
Gran belle navi; pensare che all'entrata in guerra eravamo superiori agli inglesi , la ns/ potenza di fuoco era nettamente superiore alla loro flotta presente nel Mediterraneo, bisogna infatti pensare che gli stessi dovevano difendersi anche nel mare del nord ed in estremo oriente. Una condotta più decisa, e possibilmente un radar che Marconi aveva sperimentato, chissà a cosa avrebbe portato.
Si pensi inoltre che il ns Servizio Segreto sovrastimava di gran lunga
le forze nemiche sia in mare che in terra e questo fu uno dei fattori che determinò la ns/tremebonda condotta nei primi mesi del conflitto.
Saluti Franco
AKAGI54
00mercoledì 4 dicembre 2013 16:03
=pieruzzo=
00mercoledì 4 dicembre 2013 18:29
Bel modello e post affascinante. [SM=g2915775]
AKAGI54
00giovedì 5 dicembre 2013 08:22
grazie anche a Franco e pieruzzo

e' importante poter condividere questa storia, e non farla cadere mai nel dimenticatoio................

saluti
Massimo
faro72
00giovedì 5 dicembre 2013 11:42
Vedi caro Massimo lo sai qual' è il dramma? Se io domando a mio figlio, architetto 35enne, dove è capo Matapan o cosa è stata la
ritirata di Russia, o peggio ancora chi era il Gen.Castellano, questo
mi guarda e si domanda: mio padre è ammattito! Per me questo è il frutto di anni di oblio imposto e voluto a tutti i livelli. La storia dell'Italia si ferma al 1918, si riapre solo nei primi mesi del 1945 poi il buio completo. Che amarezza!!
saluti Franco
AKAGI54
00giovedì 5 dicembre 2013 15:20
con questo memorial, dedicato ad uno degli eroi della RN ZARA, concludo questo post augurandomi che possa lasciare un piccolissimo segno in tutti coloro che lo hanno visionato e scusandomi per l'invadenza

grazie ancora



VITTORIO GIANNATTASIO

Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria



Comandante in 2a di incrociatore, fedele, intelligente, appassionato collaboratore del suo comandante, quando la nave, sotto il tiro, a brevissima distanza dei grossi calibri di una squadra nemica comprendente più navi da battaglia, veniva smantellata e incendiata, era dovunque fosse maggiore il pericolo, pronto per riparare un'avaria, per domare un incendio.Vicino all'Ammiraglio e al Comandante, quando venne deciso l'abbandono della nave, riunì a poppa i superstiti per l'estremo saluto, li rincuorò, li animò, ne curò la salvezza. Di sé non ebbe pensiero, perché la sua opera non era compita.All'ordine del comandante di affondare la nave, cercò e subito trovò un compagno che si calasse con lui nel deposito delle munizioni. Scesero insieme in Santa Barbara; diedero fuoco alle cariche e non tornarono più.




Nacque a San Giuseppe (Napoli) il 13 agosto 1904. Attratto dal mare, a solo 13 anni entrò all'Accademia Navale e nel luglio 1922 conseguì la nomina a Guardiamarina. Promosso Sottotenente di Vascello nel gennaio del 1924 e Tenente di Vascello nel 1927, si specializzò nella Direzione del Tiro divenendo insegnante di Artiglieria e Balistica all'Accademia Navale negli anni 1931-1934.

Promosso Capitano di Corvetta nel 1936, imbarcò prima sull'incrociatore Gorizia nell'incarico di 1° Direttore del Tiro e nel 1938 ebbe il comando di una squadriglia di torpediniere, con insegna sulla torpediniera Cassiopea. Promosso Capitano di Fregata nel 1939, venne nuovamente destinato all'Accademia Navale nell'incarico di Insegnante al Corso di Specializzazione D.T. Con l'inizio del secondo conflitto mondiale imbarcò, a domanda e nell'incarico di Comandante in 2a, sull'incrociatore Zara, a bordo del quale si distinse nella battaglia navale di Punta Stilo. Nello scontro notturno di Capo Matapan sulla notte del 28 marzo 1941 e nel quale l'unità, gravemente danneggiata e con incendi a bordo si trovava nell'impossibilità a manovrare, all'ordine di auto affondamento impartito dal Comandante si portava immediatamente, seguito dall'ufficiale addetto al deposito Sottotenente del C.R.E.M. Umberto Grosso, nella santabarbara e coscientemente provvedeva all'innesco degli esplosivi, scomparendo nell'immane esplosione avvenuta alle ore 02,30 circa del mattino del 29 marzo.

NON CI SONO PAROLE SUFFICIENTI PER POTER LODARE QUEST'EROE DELLA RN ZARA
zeusque
00giovedì 5 dicembre 2013 16:01
bel modello! Bravo! [SM=g2915736]

ciao

Lorenzo
AKAGI54
00venerdì 6 dicembre 2013 23:59
grazie anche a Lorenzo

saluti
Massimo
AKAGI54
00martedì 21 gennaio 2014 17:52
MARCUS(65)
00martedì 21 gennaio 2014 19:04
complimenti,come al solito lavoro completo..pure i filmati, [SM=g2915775]
AKAGI54
00martedì 21 gennaio 2014 19:40
si', da adesso , vorrei inserirli per ciascun modello, se li trovo naturalmente, penso che servano piu' delle parole o che comunque, completino il racconto, insieme a tutto il resto....
ce ne sono di notevoli su YOU TUBE, veramente notevoli..........

grazie
Massimo
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