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.Bender.
00martedì 23 aprile 2013 16:44
« Batailles & Blindés » Hors-Série n°21
PANZERKNACKER
Histoire du combat antichar allemand 1939-1945


Numero speciale di Batailles & Blindés davvero notevole quello in oggetto! Argomento originale, molto ben esposto e trattato. Lo classificherei come superiore alla media (già notevole) delle pubblicazioni “fuori serie” delle Edizioni Caraktère.
Questo n°21 è dedicato alle tecniche anticarro sviluppate dall’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale in ogni sua più ampia diramazione (sviluppo ed evoluzione, strategie e tecniche, reazioni degli avversari, testimonianze, decorazioni ed assi) restando sempre e comunque nell’ambito del confronto individuale uomo/macchina. E’ proprio questo aspetto che rende il dossier tanto interessante ed originale: l’aspetto “umano” del duello trattato. Viene, infatti, ricostruita la situazione tattica che impose al soldato tedesco di affrontare personalmente e in pericolosissimi corpo a corpo i carri armati avversari durante tutto l’arco della guerra. Se, infatti, prima del 1943 gli strumenti disponibili (cariche esplosive, Tellermine, Molotov, e mine magnetiche) imponevano il contatto diretto col carro avversario, anche con l’introduzione dei Panzerfaust e Panzershrek, il confronto restò comunque entro poche decine di metri e, nonostante l’indubbio miglioramento delle chance di sopravvivenza/successo offerte della nuove armi a carica cava, il duello fu sempre a brevissima distanza con inevitabili ripercussioni psicologiche che imposero non solo addestramenti mirati ma anche attività di persuasione applicate da manuali ed istruttori per far superare il cosiddetto “Panzer Shrek”, il terrore del fante di fronte al carro armato. Per una ragione e per l’altra, per coraggio o incoscienza, resta il fatto che i fanti tedeschi divennero così efficaci nel distruggere i carri avversari che le prede divennero i cacciatori e, soprattutto negli ultimi mesi di guerra, furono i carristi alleati ad essere terrorizzati dai granatieri tedeschi armati di Panzerfaust. Divenne una psicosi simile a quella per cui si vedevano Tiger e 88mm ovunque e che portò all’adozione di noti espedienti campali come i sacchi di sabbia e le colate di cemento sugli Sherman.
Aggiungo una ulteriore nota di merito: mi ha fatto molto piacere costatare come l’autore eviti accuratamente di uscire dall’argomento oggetto della pubblicazione nonostante divagare sia un espediente comune pur di riempire qualche pagina di testo in più. Poiché si intende esporre il combattimento anticarro “yeux dans les yeux”, non viene trattato alcun tipo di cannone anticarro con calibro superiore ai 50mm. La ragione è semplice e condivisibile: fatte le opportune distinzioni legate all’anno di guerra ed all’avversario coinvolto, resta un dato di fatto che i cannoni come il Pak-36/37 ed il Pak-38 imponevano, per avere qualche chance di successo contro i carri meglio corazzati, di fare fuoco sotto i 100 metri trasformando il duello in un corpo a corpo benché comportante l’uso di un cannone anticarro. Al contrario i cannoni come il Pak-40 non sono considerati in quanto permettevano di ingaggiare con successo bersagli a distanze superiori ai 500 metri.
Veniamo ora alle note dolenti, comunque da segnalare nonostante non siano tali da compromettere il giudizio complessivo dell’opera: (a) le 5-6 pagine dedicate alla pura traduzione del manuale di tattiche anticarro fornite ai Landser è, onestamente, di lettura difficile e noiosa, (b) è narrata l’impresa di un KV-1 che, piazzandosi nel centro di una strada, aveva bloccato per due giorni il transito di ogni tipo di rifornimento verso la prima linea tedesca nonché le incredibili difficoltà che ebbero i tedeschi per metterlo fuori combattimento; si tratta di un aneddoto già narrato nel n. 39 di “Batailles & Blindés” dell’ottobre/novembre 2010 dedicato, appunto, al terrore generato nei Tedeschi dai carri pesanti russi durante l’operazione Barbarossa (l’aneddoto è efficace ma ripetitivo per chi l’ha già letto sulla rivista standard) e (c) le testimonianze di alcuni fanti ed ufficiali tedeschi impegnati in operazioni anticarro non sono particolarmente significative, ritengo di potesse trovare di meglio.
Concludendo, consiglio vivamente l’acquisto e la lettura di questo numero speciale di “Batailles & Blindés” (attualmente ancora in distribuzione nelle edicole che trattano materiale estero) a tutti coloro che sono interessati all’argomento e che hanno un particolare interesse all’aspetto umano di un conflitto ed a quanto quest’ultimo impone al singolo.

mc65
00martedì 23 aprile 2013 17:49
argomento molto interessante...
mi sono sempre domandato cosa avessero di particolare quei fanti con due o tre strisce sulla spalla... forse il sistema nervoso di un cetaceo?
vedersi arrivare addosso 50 e più tonnellate di acciaio armato che cercano esattamente te non dev'essere un'esperienza che ti lascia indifferente...

grazie per la segnalazione, bender, cercherò di metterci su le manine.

piccolo contributo:


quando divento grande voglio rifare questa scena.... [SM=g27818] [SM=g27818] [SM=g27818]
.Bender.
00giovedì 30 maggio 2013 14:53
« Batailles & Blindés » Hors-Série n°20
LES AS DE LA PANZERWAFFE A KOURSK
Récits et Témoignages


Questo numero speciale di Batailles & Blindés non necessita di particolari presentazioni considerando il tema ben noto che rappresenta la battaglia di Kursk del 1943. Pur considerando ben accetta ogni nuova pubblicazione su questa titanica battaglia, resta evidente che l’argomento è come minimo inflazionato considerando il gran numero di libri ad essa dedicati. Malgrado ciò, il volume in oggetto è degno di nota per una serie di ragioni che lo rendono originale ed interessante.
In primo luogo esso è interamente dedicato agli exploit conseguiti durante tale battaglia da alcuni dei più noti assi della Panzerwaffe (per precisione di cronaca: Franz Staudegger, Franz Bäke, Rudolf von Ribbentrop, Richard von Rosen, Hermann von Oppeln-Bronikowski, Kurt Knispel e Michael Wittmann) rendendosi così estremamente appetibile e di grande richiamo. In secondo luogo, non sono narrate solo le imprese degli assi che ebbero la fortuna di servire nei reparti equipaggiati di Tiger I. Non si tratta di un particolare di poco conto considerando che Kursk è legato, nell’immaginario collettivo, alle imprese di questo carro nonostante il numero estremamente ridotto degli effettivi impiegati. Scopriamo, quindi, grazie ad una narrazione come sempre ben gestita e coinvolgente, l’attività di Franz Bäke su Panzer III Ausf.K nonché l’incredibile confronto che ebbe Rudolf von Ribbentrop ed i suoi cinque gregari su Panzer IV contro più di duecento T-34/76. A rendere ancor più appassionate il racconto sono alcune tavole rappresentanti quanto narrato. Assicuro essere sconvolgente vedere concretamente sei Panzer IV Ausf.G, accompagnati da qualche Pak e Panzergranadier, schierati contro 212 T-34/76. I numeri scritti non hanno la stessa concretezza.
Resta comunque evidente che gran parte del testo è dedicato a carristi operanti su Tiger I e qui veniamo trascinati nel racconto di imprese che definire incredibili è un eufemismo. Non mi dilungherò nella descrizione di esse perché non sarebbe la sede adatta ma certamente andrebbero sempre ricordate ogni volta che viene messa in dubbio l’utilità effettiva dei carri pesanti tedeschi. Affidati a uomini capaci, ben addestrati e sperimentati permisero a questi ultimi di compiere imprese uniche ed ineguagliabili.
In questo ambito permettetemi di citare Kurt Knispel, l’asso degli assi dello Schwere Panzer-Abteilung 503, rimasto nell’ombra della storia perché non sufficientemente piegato al regime nazista per essere idolatrato dalla propaganda di regime come accaduto per altri suoi commilitoni. Al tempo della battaglia di Kursk, Kurt Knispel era cannoniere del Tiger 101 “Moritz”comandato dal Feldwebel Alfred Rubbel sovente operante in duo col Tiger “Max” del Feldwebel Rippl. Knispel era il miglior cannoniere del reggimento capace di colpi a segno ineguagliabili soprattutto a lunghissima distanza. Al quarto giorno dell’offensiva, Max e Moritz, isolati dal grosso del loro reggimento, scorsero a circa due chilometri di distanza quattordici T-34/76. Contando sulle capacità di Knispel, i due capocarro decisero di ingaggiare battaglia nonostante il rischio di far rilevare inutilmente la loro posizione e farsi debordare dai numerosi e veloci carri sovietici. Il piano era semplice, solo il carro di Rubbel avrebbe ingaggiato gli avversari mettendo a frutto le capacità di tiratore di Knispel. Il Tiger di Rippl sarebbe rimasto defilato in copertura. Knispel non deluse, in breve tempo undici T-34 furono distrutti a lunga distanza mentre i tre che riuscirono ad avvicinarsi all’avversario furono sorpresi e distrutti dal secondo Tiger. In pochi minuti, i Tiger dimostrarono la loro superiorità infliggendo un cocente 14 a 0 alle truppe blindate avversarie.
La narrazione corre veloce e fluida con una sapiente capacità di immedesimare i lettori negli eventi nonché nelle sensazioni ed emozioni dei protagonisti. Questo numero speciale di Batailles & Blindés si legge tutto d’un fiato e non posso che consigliarlo a tutti ed in particolar modo a quei modellisti che, come me, sono più interessati alle storie di uomini che alla posizione di bulloni e rivetti.
[SM=g27811] [SM=g27811]

.Bender.
00domenica 30 giugno 2013 17:02
« Batailles & Blindés » Hors-Série n° 19
J’ETAIS A BERLIN
Récits et Témoignages


Nonostante il soggetto trattato sia al vertice della mia personale scala di interessi storico/modellistici, il numero speciale in questione di “Batailles & Blindés” non mi ha entusiasmato particolarmente. Non posso escludere che il sottotitolo “Racconti e Testimonianze” mi abbia indotto ad aspettative eccessive destinate per loro stessa natura ad essere tradite ma, anche volendo abbassare sensibilmente il livello della sufficienza, il volume in questione resta, a mio parere, deludente.
Certamente è necessario ammettere che il soggetto stesso è di non facile trattazione. A differenza di altre grandi battaglie della Seconda Guerra Mondiale, gli avvenimenti che hanno costellato la caduta di Berlino si sono svolti in un contesto talmente apocalittico e da “crepuscolo” del III Reich da essere privo di rapporti dettagliati sulle dinamiche dei combattimenti che vi ebbero luogo. E’, quindi, difficile se non impossibile offrire una cronaca dettagliata della stessa soprattutto da un punto di vista umano e di attività del singolo militare o reparto. Detto questo e concludendo la lettura del volume in oggetto, resta la netta impressione che si potesse fare di meglio. Scegliendo di raccontare le ultime settimane di guerra sul fronte europeo da un punto di vista cronologico, il lettore si perde in un susseguirsi di testimonianze che, seppur spesso fornite dagli stessi soggetti, si frammentano in un mosaico difficile da ricomporre e, soprattutto, incapaci di coinvolgerlo nel dramma umano del testimone coinvolto. A mio parere sarebbe stato meglio riunire in singoli dossier il racconto di ogni protagonista trattato permettendo così al lettore di vivere direttamente ed ininterrottamente le esperienze e gli avvenimenti vissuti dal protagonista di turno. Mancando ciò si interrompe continuamente il filo della narrazione e danno dell’intensità e comprensibilità del racconto. A ciò si aggiunge che, come spesso accade, nel calderone “Berlino” vengono aggiunti anche eventi correlati quali Kustrin, Konigsberg, le alture di Seelow, etc. Soggetti che, per la loro importanza e sebbene strettamente connessi alla battaglia fra le strade della capitale del Reich, meriterebbero una trattazione separata evitando che vengano sminuiti come companatico finalizzato ad annacquare gli scontri propriamente berlinesi.
Concludendo il volume in oggetto è consigliabile solo a chi volesse aggiungerlo a testi più completi ma è da evitare da chi si accosta a questo soggetto per la prima volta.
.Bender.
00martedì 6 agosto 2013 09:12
Batailles & Blindés Hors-Série n.22
DUEL DANS LE BOCAGE
Combat the chars en Normandie 1944


Quello che vi riassumo brevemente in questa sede è un ottimo numero speciale di “Batailles & Blindés” interamente dedicato agli effetti che il bocage ebbe sull’esercito USA durante i mesi successivi allo sbarco in Normandia. E’ bene, nel momento in cui si decidesse di acquistare questo volume, aver presente che esso ha come unico e preciso obiettivo la sola zona della Normandia occupata dal bocage (nella sostanza la parte ovest della regione) e le conseguenze dettate da quest’ultimo sullo svolgersi delle operazioni militari alleate nell’estate del 1944. Il protagonista di questo trattato è, conseguentemente, il solo esercito americano in quanto gli Inglesi e le altre nazionalità coinvolte nella forza di spedizione in Normandia, non ebbero alcun contatto (o lo ebbero molto limitato) con questo particolare ambiente caratteristico della regione francese coinvolta.
A fronte di una precisa ricostruzione del modello difensivo applicato dai Tedeschi per ogni singolo appezzamento di terreno bordato dalle spesse ed impenetrabili siepi chiamate bocage nonché della tattica standard messa in atto dalle truppe del Reich allo scopo di bloccare ed annientare il maggior numero di truppe avversarie nei campi divenuti trappole mortali, viene descritto l’impatto di tutto ciò sulle truppe americane assolutamente impreparate a tale tipo di situazione nonostante i lunghi mesi di preparazione trascorsi nel sud dell’Inghilterra dall’ambiente sostanzialmente identico a quello del bocage. Nessuno degli strateghi alleati, infatti, previde l’impatto che un territorio così compartimentato e favorevole alla difesa avrebbe avuto sullo svolgersi delle operazioni militari. Il risultato fu che le truppe alleate restarono bloccate in Normandia per mesi invece di uscirne vittoriose in pochi giorni come previsto.
Il volume prosegue raccontando in modo molto dettagliato l’impatto di questa realtà sulle truppe americane, lo shock che ne conseguì ed il modo in cui si cercarono tattiche adeguate per uscire dall’impasse imposta dai Tedeschi. Il testo evidenzia come si trattò di tentativi lunghi, laboriosi e coinvolgenti risorse enormi. Essi costarono un gran numero di vite che solo dopo mesi permisero l’elaborazione di tattiche efficaci che compresero l’applicazione dei famosi rostri Rhino sui veicoli corazzati americani.
A prova dell’accuratezza del testo in oggetto, è importante segnalare come tutto quanto precede sia trattato per ogni singola divisione corazzata USA impiegata, raccontandone le particolarità e le specifiche inventive nell’operare nel teatro bellico normanno.
Concludo consigliando questo numero speciale di “Batailles & Blindés” indistintamente a tutti ed, ovviamente, in particolare agli appassionati della campagna di Normandia.

.Bender.
00giovedì 21 novembre 2013 17:47
Trucks & Tanks Magazine Hors-Série n.8
StuG III et StuH


Questo numero speciale di T&T è interamente dedicato all’artiglieria d’assalto tedesca. E’ trattato tutto il percorso storico e tecnico che ebbe protagonista questa branca pressoché unica dell’esercito tedesco, dalla sua controversa genesi (osteggiata dallo stesso Guderian, padre della Panzerwaffe) al suo epilogo sotto le macerie del III Reich quando ormai rappresentava la colonna portante di ogni unità corazzata tedesca.
Sotto l’aspetto puramente tecnico, sono descritti tutti i modelli ed i prototipi dello Stug. III, la loro genesi ed il loro sviluppo, condizionato delle esigenze belliche nonché dai limiti tecnici imposti dallo scafo e dalla sovrastruttura. Personalmente è grazie a questo volume che ho scoperto l’esistenza dello Stug. III Ausf.F dotato del 75mm L43 del Panzer IV Ausf. F2 e, quindi, dotato dello stesso freno di bocca a goccia.
Dal punto di vista storico è data particolare rilevanza alle unità dotate di Stug. rimaste di competenza dell’Artiglieria, evidenziandone l’alto grado di preparazione della truppa ed i notevoli successi ottenuti sul campo di battaglia nonostante degli score riconosciuti ai singoli bordfuhrer relativamente bassi (almeno considerando le cifre dei colleghi operanti sui panzer). Viene spiegato, sotto questo punto di vista, che gli Stug. cacciavano in “branchi” perciò le vittorie erano normalmente attribuite all’unità e non al singolo veicolo che solo eccezionalmente operava in condizioni che giustificavano l’attribuzione a lui solo delle vittorie ottenute.
Più in generale viene descritto il comportamento degli Stug nei singoli teatri bellici evidenziando i vantaggi e gli svantaggi offerti da quest’ultimo nei confronti di un veicolo tanto particolare. Va rilevato che, data la vastità dell’argomento, non è descritto l’operato delle singole unità allocate alle divisioni Panzer o ai reggimenti di cacciacarri. Ciò è giustificato dalla necessità di non disperdere inutilmente l’esposizione offerta dal volume in oggetto e dalla volontà di non ridurre il testo ad un semplice elenco di cifre e date.
Pur non allargando la trattazione allo Stug. IV, viene dato ampio spazio allo StuH evidenziando come fu quest’ultimo, negli ultimi anni del conflitto, a rivestire quel ruolo di supporto alla fanteria per cui era nato lo Stug. III e che quest’ultimo abbandonò per dedicarsi alla lotta anticarro imposta dalla massa di veicoli corazzati in dotazione agli avversari della Germania.
Consiglio questo volume a tutti coloro che sono interessati all’argomento e che vogliono avere una quadro generale ma ben trattato della SturmArtillerie che, senza conoscere i fasti di colleghi d’arma più famosi, rappresentò di fatto il grosso dell’arma corazzata tedesca dalla metà della guerra in poi.

.Bender.
00venerdì 27 dicembre 2013 18:51
« Trucks & Tanks Magazine » Hors-Série n.15
Sdkfz. 250 & Sdkfz. 251 AU COMBAT


Come è facilmente intuibile dal titolo, questo numero speciale della rivista « Trucks & Tanks » è interamente dedicato alle due principali famiglie di semicingolati da combattimento dell’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un volume ricchissimo di dati, profili e disegni tecnici correlati ad un testo preciso che delinea, con opportuna sintesi, la genesi e l’evolversi della prolifica famiglia dei semicingolati in oggetto. Ogni singola versione è approfonditamente trattata senza dimenticare sottoversioni nonché le modifiche campali più note. Al lettore è, quindi, offerto un sommario completo di ogni differente modello in cui furono declinati i semicingolati 250 e 251 assicurando anche una facile fruibilità del testo grazie al fatto che i vari veicoli non sono divisi per codice ma per funzione. Il testo, infatti, non tratta separatamente i 250 ed i 251 elencando le versioni degli stessi in ordine di codice numerico, bensì propone le due famiglie congiuntamente accorpando in sezioni separate tutti i modelli aventi il medesimo ruolo. Il volume è conseguentemente suddiviso in capitoli (trasporto truppa, comando, supporto diretto, supporto indiretto, anticarro, etc.) nei quali sono trattate tutte insieme le versioni del 250 e 251 aventi il ruolo a cui è dedicato il capitolo stesso. Alla chiarezza espositiva del testo si accompagna, forse inevitabilmente, una trattazione puramente tecnica e, a discapito del riferimento “Au Combat – In Combattimento” del titolo, l’aneddotica e la narrazione di avvenimenti bellici precisi può essere definita assente. Il pregio del volume in oggetto è, quindi, puramente tecnico/esplicativo ed in quanto tale va preso. E’ destinato a delusione chi vi dovesse cercasse esperienze di guerra e rapporti di operazioni militari narranti le prestazioni e l’utilità dei 250 e 251.
Fra le informazioni che più mi hanno colpito nella lettura di questo volume, segnalo l’importanza non secondaria che la semplificazione progettuale dei due semicingolati (Sdkfz. 250 “Neu” e Sdkfz. 251 Ausf.D) comportò in fase produttiva (parliamo di circa 10 piastre corazzate in meno da saldare fra loro per ciascuna famiglia) ed il fatto che, a discapito del codice identificativo, i 250 furono realizzati cronologicamente dopo i 251.
madmacs
00venerdì 27 dicembre 2013 19:57
[SM=g27811] [SM=x1765924]
.Bender.
00martedì 11 febbraio 2014 09:37
« Trucks & Tanks Magazine » Hors-Série n.14
PANTHER & VARIANTES


E’ onestamente molto difficile essere obiettivi nel recensire questo numero speciale della rivista francese “Trucks & Tanks”. E’ un’ardua missione perché il Panther è in assoluto il mio panzer preferito e fagocito con entusiasmo qualunque cosa mi capiti sotto mano sull’argomento. Non fa eccezione il volume in oggetto che rappresenta un sunto di tutte le versioni realizzate o solo progettate del carro Panther (Bergepanther e Jagdpanther in primis). E’ necessario, quindi, prendere prima di tutto atto che, nella sostanza, si tratta di una catalogazione per varianti di tutti i modi con cui gli ingegneri del III Reich sfruttarono o supposero di utilizzare il panzer coinvolto o il suo scafo. Ne consegue che questa summa maxima non può che essere, per sua stessa natura, parziale ed a tratti lacunosa come, del resto, ogni trattato enciclopedico che si prefissi di condensare in un’unica sede argomenti tanto vasti.
Premesso ciò, l’opera in oggetto ha non pochi pregi che suppliscono ai limiti legati alla tipologia di scritto coinvolta. Prima di tutto è presente un’ampia parte dedicata allo sviluppo del Panther, ai suoi concorrenti in fase di validazione dei progetti, agli sviluppi abortiti ed ai successori ipotizzati. Il tutto, notevole pregio, trattando tali argomenti in ordine cronologico contribuendo così a fare chiarezza in un ambito ove confusione e false convinzioni mantengono, soprattutto su internet, tali argomenti oscuri e lacunosi. Di conseguenza il Panther II è correttamente trattato fra il Panther Ausf.D ed Ausf.A in quanto il suo sviluppo, datato 1943, fu abbandonato nell’ottica di corregge i difetti di gioventù del Panther I non creando un carro ex novo ma migliorando quello ormai in produzione. Il Panther Ausf.F, armato sia di 75mm che di 88mm, è presentato prima dell’E50 come modello di (lunga) transizione in attesa che quest’ultimo fosse pronto al servizio.
In secondo luogo i testi si dimostrano sempre ben approfonditi, ben circostanziati ed impreziositi da numerosi profili e disegni tecnici. Questo è vero anche per le versioni realizzate in pochi esemplari od assolutamente unici pur dovendo segnalare che in tali casi il testo non può dilungarsi in lunghe dissertazioni se non altro per la mancanza o la totale assenza di informazioni precise.
Ad ultimo sono dedicate numerose pagine alle versioni del Panther solo progettate per ruoli antiaerei (Coelian e Supercoelian ma non solo) o alla numerosa panoplia di varianti definibili quali “Waffentrager” e, quindi, in cui lo scafo veniva utilizzato per montarvi dai pezzi d’artiglieria più disparati alle rampe lanciamissili.
Salvi i limiti sopra esposti, a mio modesto parere il volume di oggetto è degno di un fiducioso acquisto da parte di tutti gli appassionati del carro Panther in quanto troveranno in esso un testo preciso e facilmente fruibile.

collina Mamayev
00mercoledì 19 febbraio 2014 17:25
Re:
.Bender., 27/12/2013 18:51:

« Trucks & Tanks Magazine » Hors-Série n.15
Sdkfz. 250 & Sdkfz. 251 AU COMBAT


Come è facilmente intuibile dal titolo, questo numero speciale della rivista « Trucks & Tanks » è interamente dedicato alle due principali famiglie di semicingolati da combattimento dell’esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un volume ricchissimo di dati, profili e disegni tecnici correlati ad un testo preciso che delinea, con opportuna sintesi, la genesi e l’evolversi della prolifica famiglia dei semicingolati in oggetto. Ogni singola versione è approfonditamente trattata senza dimenticare sottoversioni nonché le modifiche campali più note. Al lettore è, quindi, offerto un sommario completo di ogni differente modello in cui furono declinati i semicingolati 250 e 251 assicurando anche una facile fruibilità del testo grazie al fatto che i vari veicoli non sono divisi per codice ma per funzione. Il testo, infatti, non tratta separatamente i 250 ed i 251 elencando le versioni degli stessi in ordine di codice numerico, bensì propone le due famiglie congiuntamente accorpando in sezioni
separate tutti i modelli aventi il medesimo ruolo. Il volume è conseguentemente suddiviso in capitoli (trasporto truppa, comando, supporto diretto, supporto indiretto, anticarro, etc.) nei quali sono trattate tutte insieme le versioni del 250 e 251 aventi il ruolo a cui è dedicato il capitolo stesso. Alla chiarezza espositiva del testo si accompagna, forse inevitabilmente, una trattazione puramente tecnica e, a discapito del riferimento “Au Combat – In Combattimento” del titolo, l’aneddotica e la narrazione di avvenimenti bellici precisi può essere definita assente. Il pregio del volume in oggetto è, quindi, puramente tecnico/esplicativo ed in quanto tale va preso. E’ destinato a delusione chi vi dovesse cercasse esperienze di guerra e rapporti di operazioni militari narranti le prestazioni e l’utilità dei 250 e 251.
Fra le informazioni che più mi hanno colpito nella lettura di questo volume, segnalo l’importanza non secondaria che la semplificazione progettuale dei due semicingolati (Sdkfz. 250 “Neu” e Sdkfz. 251 Ausf.D) comportò in fase produttiva (parliamo di circa 10 piastre corazzate in meno da saldare fra loro per ciascuna famiglia) ed il fatto che, a discapito del codice identificativo, i 250 furono realizzati cronologicamente dopo i 251.



Ciao Bender,comunque TNT e TNT Hors,sono sopratutto riviste tecniche,Battailes e Blindes invece sono piu per i riferimenti storici...comunque bellissime pubblicazioni,piano piano sto cercando di procurarmi gli arretrati....anche se la vedo dura,il n.1 di BeB Hors-Serie poco fa su Ebay è arrivato a oltre 60 euro [SM=g10321]
andreaverona
00mercoledì 19 febbraio 2014 17:53
Belle pubblicazioni..grazie per la segnalazione...
collina Mamayev
00mercoledì 19 febbraio 2014 19:35
Re: argomento molto interessante...
mc65, 23/04/2013 17:49:

mi sono sempre domandato cosa avessero di particolare quei fanti con due o tre strisce sulla spalla... forse il sistema nervoso di un cetaceo?
vedersi arrivare addosso 50 e più tonnellate di acciaio armato che cercano esattamente te non dev'essere un'esperienza che ti lascia indifferente...

grazie per la segnalazione, bender, cercherò di metterci su le manine.

piccolo contributo:


quando divento grande voglio rifare questa scena.... [SM=g27818] [SM=g27818] [SM=g27818]



Questi sono fiamminghi della Langmark,unità molto interessante....c'è anche che rifà i suoi suoi scudetti da braccio in scala 1/35....


.Bender.
00giovedì 20 febbraio 2014 10:04
60 euro per il primo numero speciale di B&B!?! Quello dedicato alla battaglia di Berlino... Cavolo, me lo terrò ben stretto!

Ho anche io presente la differenza di linea editoriale fra B&B e T&T e non discuto sulla validità della stessa. Mi permetto solo di dire che c'è una incongruenza nel dare un titolo "Au Combat" ad un volume dedicato di fatto alle varianti di un veicolo (nel tal caso i 251 e 250). Sarebbe stato più corretto usare il termine "& Variantes" come fatto per il Panther.

Si tratta, comunque, di piccolezze e mi sento, in tutta sincerità, di confermare il notevole valore e qualità delle edizioni Carakter. Chiaramente esistono alti e bassi e non manca qualche scivolone ma mediamente si tratta di pubblicazioni che non possono che entusiasmare gli appassionati di storia militare anche considerando il prezzo contenuto e la facilità di reperimento (in Francia si trovano in qualunque Presse, da noi nei negozi che hanno stampa internazionale - a Milano, Messaggerie Musicali e Hoepli in primis).
Tenete anche presente che, per quello che ho potuto costatare qualche anno fa, Carakter ha un ottimo servizio di vendite on line. Basta scrivergli una mail.
http://www.caraktere.com/

Mi auguro di cuore che queste piccole recensioni vi aiutino a scegliere se e cosa comprare!
Ciauz! [SM=g27811]
collina Mamayev
00giovedì 20 febbraio 2014 12:06
Re:
.Bender., 20/02/2014 10:04:

60 euro per il primo numero speciale di B&B!?! Quello dedicato alla battaglia di Berlino... Cavolo, me lo terrò ben stretto!

Ho anche io presente la differenza di linea editoriale fra B&B e T&T e non discuto sulla validità della stessa. Mi permetto solo di dire che c'è una incongruenza nel dare un titolo "Au Combat" ad un volume dedicato di fatto alle varianti di un veicolo (nel tal caso i 251 e 250). Sarebbe stato più corretto usare il termine "& Variantes" come fatto per il Panther.

Si tratta, comunque, di piccolezze e mi sento, in tutta sincerità, di confermare il notevole valore e qualità delle edizioni Carakter. Chiaramente esistono alti e bassi e non manca qualche scivolone ma mediamente si tratta di pubblicazioni che non possono che entusiasmare gli appassionati di storia militare anche considerando il prezzo contenuto e la facilità di reperimento (in Francia si trovano in qualunque Presse, da noi nei negozi che hanno stampa internazionale - a Milano, Messaggerie Musicali e Hoepli in primis).
Tenete anche presente che, per quello che ho potuto costatare qualche anno fa, Carakter ha un ottimo servizio di vendite on line. Basta scrivergli una mail.
http://www.caraktere.com/

Mi auguro di cuore che queste piccole recensioni vi aiutino a scegliere se e cosa comprare!
Ciauz! [SM=g27811]



E adesso c'è ne un altro al momento a euro 10,50 e mancano dieci giorni,chissà come se la sta ridendo il venditore visto che è lo stesso di quello arrivato a euro 60,00!!
Comunque è vero che c'è scritto "au combat" e in realtà descrive tecnicamente il mezzo e tutte le sue varianti,però è vero anche che della gran quantità di foto presenti,quasi tutte sono prese al fronte.

Io prendo tutto ciò che stampa la Caraktere,aerei e navi compresi,estasiato dalle foto e dalla qualità degli articoli.
Riguardo le foto,mi hanno detto che hanno dei "battitori" sguinzagliati in giro per il mondo in cerca di materiale fotografico....e i risultati si vedono!

Comunque in Francia c'è piu cultura in generale che da noi,quindi si stampa di piu e con piu qualità sopratutto,quella qualità che spesso manca nella nostra editoria,cosa che mi ha fatto interrompere l'acquisto di molte riviste nazionali(di vari argomenti),spendere 7-8 euro per poi vedere pubblicate foto di qualità inguardabili magari perchè prese da internet lo trovo deprimente.Colpa anche del digitale e della modernità forse qui da noi abusata,ma anche di superficialità e semplicemente scarsa professionalità... [SM=g27813] [SM=g27813]

Comunque le ultime notizie di uscita della Caraktere,sono uno speciali sugli snjper,dai primi cecchini fino ai giorni nostri,della serie Line de Front,e poi uno sulla corazzata Yamato,della serie LOS!



.Bender.
00lunedì 24 marzo 2014 14:52
« Batailles & Blindés » Hors-Série n.23
LA REVOLUTION DE LA GUERRE MECANISEE


Devo confessare di aver acquistato la rivista in oggetto con scarso entusiasmo soprattutto a causa della convinzione che mi sarei trovato a leggere un testo generico, summa scontata di tante riflessioni già trattate in altre sedi. In realtà l’autore ha saputo redigere un’opera che, pur nei limiti di un compendio, delinea con grande efficacia tutti quegli aspetti che hanno reso la Seconda Guerra Mondiale un evento tragicamente nuovo ed innovativo nella storia umana. Una materia che con grande facilità avrebbe potuto essere esposta in modo anonimo e tedioso è, invece, gestito con grande maestria coinvolgendo il lettore in un’esposizione brillante ed approfondita che offre un livello di chiarezza decisamente raro. Ho particolarmente apprezzato il fatto che i principali temi esposti (fra cui la rivoluzione dottrinale rappresentata dalla nascita della guerra meccanizzata e l’evoluzione dell’arma corazzata in ogni sua espressione) sono trattati per nazionalità. Ciò consente di acquisire un quadro sorprendentemente chiaro sulle grandi differenze e similitudini esistenti nella dottrina militare (sia a livello tattico che strategico) delle superpotenze coinvolte, nonché degli effetti che ne derivarono. Ricchissimo di spunti di riflessione sono, ad esempio, i principi e le conseguenze dei movimenti a tenaglia applicati dall’esercito tedesco rispetto allo sfondamento in profondità utilizzato dai sovietici.
Detto tutto quanto sopra, non posso escludere che i più affrancati nel settore trovino l’eventuale lettura di questa rivista del tutto inutile ma sono convinto che coloro che, come me, sono “curiosi non esperti” non si pentiranno di essersela procurata.
In ogni caso faccio presente che tutto quanto oggetto di quest’opera è strettamente legato al solo esercito, non è presentato alcun aspetto collegato alla marina o all’aviazione tranne nei casi in cui quest’ultima aveva l’incarico di fornire un appoggio diretto alle operazioni terrestri.

MARCUS(65)
00lunedì 24 marzo 2014 17:16
Visto che sono un appassionato di Kurt Knispel ,( come uomo ,prima,e come carrista poi ),potresti gentilmente indicarmi publicazioni di qualsiasi genere,anche nel web,che trattano ,meglio se con immagini,i carri da lui utilizzati,x un eventuale riproduzione di un kit a lui dedicato,grazie Bender,saluti.
.Bender.
00mercoledì 26 marzo 2014 10:05
Ciao Marcus,
anche io nutro un certo interesse per la figura di Kurt Knispel ma ho scarsissimo materiale su di lui. Sorvolando su quanto puoi trovare in Internet con una semplice ricerca (qualche mese fa era circolata la notizia della scoperta della sua tomba), ti segnalo questo numero di B&B dedicato agli assi della Panzerwaffe.
B&B Panzerwaffe Ace
Per ognuno degli assi elencati, è presente una biografia più o meno approfondita a seconda delle info disponibili. A Kurt, inutile dirlo, sono dedicate un paio di pagine scarse.
Un po' più corposo è il dossier a lui dedicato nel numero speciale con tema Assi a Kursk (trovi la mia recensione qui sopra ove cito proprio un episodio che riguarda Knispel). Nel consigliarti di recuperare la rivista in questione in quanto di lettura davvero molto interessante e coinvolgente, ti allego qui l'unico profilo presente del carro in cui Kurt fungeva da eccezionale tiratore.

Spero di esserti stato utile.

[SM=g27811]
MARCUS(65)
00mercoledì 26 marzo 2014 18:36
GRAZIE,tantissimo,questo carro mi sa che vedra' la luce in kit,non so quando,ma la vedra'.
Per quanto riguarda il ritrovamento della salma,piu' che una voce credo che sia un fatto,lessi tutto quello che usci' in merito con foto dettagliate e la mostrina sembra proprio la sua,infatti nel servizio lo davano x sicuro il ritrovamento.
MARCUS(65)
00mercoledì 26 marzo 2014 18:37
Per quanto riguarda la foto,il carro sembra nel classico sabbia senza sfumature di sorta...
.Bender.
00martedì 15 aprile 2014 21:39
« Ligne de Front» Hors-Série n.20
WAFFEN-SS – Témoignages de Guerre


Mi sono accostato a questo numero speciale di “Ligne de Front” con l’interesse che suscita in me ogni pubblicazione dedicata alle testimonianze ed ai racconti di chi visse direttamente gli eventi grandi e piccoli di cui è costellata la Seconda Guerra Mondiale. Sulla base di esperienze passate non particolarmente positive, mi sono accostato al volume in oggetto con prudenza seppur incoraggiato da un’introduzione a garanzia del rigore applicato dagli autori sia relativamente alla veridicità di quanto raccontato sia sul rifiuto di ogni edulcorazione dei fatti criminali di cui si macchiarono alcuni reparti delle Waffen-SS. Non metto in discussione il rispetto effettivo di quanto precede da parte del volume in oggetto, segnalo però che non vi è presente alcuna narrazione di crimini di guerra o di particolari atti di barbarie che possa rappresentare un’ammissione diretta o indiretta di responsabilità in tal senso. Unica sostanziale eccezione è ravvisabile nel rivoltante racconto di quanto perpetrato da parte di unità Dirlewanger a spese del personale sanitario di un ospedale polacco durante la soppressione della rivolta di Varsavia del 1944. Testimonianza, tra l’altro, riportata non da un membro delle Waffen-SS ma da uno Sturmpionier della Wermacht. In tutta sincerità, il volume poteva essere più coraggioso sulla materia anche per distinguersi da numerose altre pubblicazioni dedicate alla Waffen-SS e poco interessate a dipanare il cono d’ombra che ancora persiste sull’argomento. Aggiungendosi ciò a quello che altro non è che un susseguirsi di testimonianze di cui è difficile mantenere le fila in quanto riportate da soggetti sempre diversi, i racconti presentati scorrono uno dietro l’altro senza che il lettore ne sia adeguatamente coinvolto. Ne consegue che, terminata la lettura, resta impresso nella memoria solo quel poco che si distingue per bizzarra singolarità o per drammaticità del contesto. Questo, si badi, non è dovuto a testimonianze poco significative dei diretti interessati, non mi permetterei mai di stilare una qualunque classifica su fatti ed esperienze che, anche se apparentemente minori sulla carta, sono capaci di segnare una persona fin nel profondo dell’anima, ma è semplicemente dovuto alla sensazione di aver già letto tutto ciò. Percezione che, solo latente nella prima parte del volume, diventa certezza nella seconda (in questi ultimi anni credo di essere incappato almeno una decina di volte nella lettura dello stesso stralcio di memorie di Karl-Heinz Turk, comandante di uno degli ultimi Tiger II a Berlino). Tirando le somme di tutto quanto precede, non mi sento di dire che questo volume abbia migliorato la mia conoscenza della storia della Seconda Guerra Mondiale o la mia comprensione della psicologia e delle ragioni di chi si arruolò nelle Waffen-SS oppure degli elementi che hanno caratterizzato tale corpo militare e politico. Ritengo che ciò sia anche dovuto alla natura stessa del testo. Come nel caso precedente dedicato alla battaglia di Berlino (« Batailles & Blindés » Hors-Série n° 19 - J’ETAIS A BERLIN), resto dell’idea che un mosaico di testimonianze di soggetti sempre diversi non offra un’opera dal mordente necessario a trattare i fatti coinvolti. Ben vengano, ovviamente, le testimonianze dirette ma come biografia di un solo soggetto o, ancora meglio, come preziose caselle di un saggio storico ben strutturato ed approfondito.
Concludo consigliando questo volume solo a chi si è accostato al tema di recente, per tutti gli altri il mercato offre di meglio.


mc65
00mercoledì 16 aprile 2014 03:25
grazie, bender...
sempre apprezzate, le tue recensioni! [SM=x1765924]

se posso... staccare ogni tanto i paragrafi consentirebbe di non buttare i bulbi oculari a fine lettura... [SM=g27822]
.Bender.
00mercoledì 16 aprile 2014 10:16
[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
Hai ragione! Provvederò! [SM=g27822]
plgGe
00sabato 19 aprile 2014 11:06
Ciao .Bender.
E' la prima volta che mi addentro in questa discussione: complimenti per le recensioni [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] .

.Bender.
00martedì 3 giugno 2014 23:27
« Ligne de Front» Hors-Série n.20
SNIPERS - Des origines à nos jour


Quello che ho finito di leggere pochi giorni fa è, con tutta probabilità, il miglior numero speciale di una rivista edita da Edizioni Caraktère Sarl che ad oggi mi sia capitato di acquistare. Nonostante l’argomento decisamente particolare, l’autore ha saputo redigere un testo di rara precisione ed accuratezza senza scadere nel nozionismo fine a se stesso ma, al contrario, miscelando con sapienza precise informazioni tecniche ad aneddoti storici e biografie. Il tutto senza mai perdere il quadro complessivo dell’argomento trattato, il suo evolversi nella storia e la chiara esposizione dei principi che ne stanno alla base.

Il risultato di tutto ciò è un’affascinante odissea nel mondo del tiro militare di precisione. Un percorso che, iniziato durante la guerra d’indipendenza americana, prosegue lungo l’intero arco dei conflitti che si sono susseguiti fino ad oggi, tempi in cui le guerre asimmetriche hanno eletto i tiratori scelti non solo a protagonisti degli scontri sul campo ma addirittura ad elementi di importanza strategica. Vengono, quindi, raccontati gli eventi che hanno fatto evolvere il tiro militare di precisione da quella che era una capacità del singolo derivante dalle esperienze di caccia nelle selvagge colonie delle potenze europee, alla formazione di migliaia di tiratori scelti durante il secondo conflitto mondiale per poi tornare alla moderna coltivazione di un’arte elitaria agevolata dalle nuove tecnologie. Il tutto senza dimenticare lo Sniping pesante che, nato nell’esercito russo con l’uso massiccio dei fucili anticarro, è oggi diventato tatticamente essenziale e gode di armi specifiche.

Data la validità del testo in oggetto, consiglio la lettura di questo testo a tutti in quanto opera che, seppur estremamente specializzata, non commette mai l’errore di dimenticare che il tiro militare di precisione è prima di tutto un agghiacciante omicidio a sangue freddo.

LXXXV Apuania
00mercoledì 4 giugno 2014 08:31
HORS-SERIE EDIZIONI CARKETER
Molto interessante. Bella segnalazione.
[SM=g27811] [SM=g2915775] [SM=g27811]
ciao, ciao. Brunetto.
[SM=x2112453]
giolig71
00sabato 2 agosto 2014 08:35
Ottime recensioni
Grazie a .Bender per le sue recensioni. viaggiando spesso tramite l'aeroporto di Parigi ho avuto occasione di prendere molte riviste e concordo con Enea in Francia (ma d'altrone cosi' come in UK e Germania la cultura ha valenza diversa dalla nostra. Le edicole o meglio i chioschi offrono tanto materiale che ci vuole un'ora per sfogliarle e vedere gli argomenti trattati. Provate a farlo in edicola qui con quelle 4 riviste sgarruppate (tranne Storia Militare): attaccano anche il cartello "vietato sfogliare prima dell'acquisto"!
LE ns riviste inoltre usano la tattica del font alto 14-16 e foto quasi a tutta pagina per riempire 70 pagine.
Io ho smesso di acquistare le riviste nostrane...
Grazie
Saluti e Modellismo4ever!
Giovanni
.Bender.
00domenica 5 ottobre 2014 23:19
« Batailles & Blindés » Hors-Série n°17 & 18
LA BATAILLE DES ARDENNES


E’ con un ritardo di parecchi mesi che ho letto questi due numeri speciali della rivista francese « Batailles & Blindés ». Ciononostante non potevo cimentarmi in tale impresa in un momento migliore visto che ciò è coinciso con la mia visita ai campi di battaglia delle Ardenne in questa estate 2014. Sono state proprio queste due pubblicazioni a farmi da guida sul posto e si sono confermate precise, dettagliate e dotate di didascalie eccezionalmente precise per foto spesso molto famose ma non sempre correttamente circostanziate.
Penso che già quanto precede sia più che sufficiente a dimostrare la validità delle pubblicazioni in oggetto, se ciò non bastasse posso confermare trattarsi di due testi molto ben scritti, estremamente chiari e capaci di dare al lettore una visione generale dell’offensiva tedesca del 16 dicembre 1944 impreziosita da dettagli ed aneddoti di ogni sorta. Ruolo primario hanno le numerose pagine iniziali introduttive che spiegano le ragioni e le difficoltà oggettive dell’offensiva, nonché le conclusioni finali con alcune statistiche oggettivamente sorprendenti. L’esercito statunitense, ad esempio, perse complessivamente 680 carri armati nei circa dieci giorni in cui l’esercito tedesco fu in avanzata prima di cedere alla superiorità alleata e mettersi definitivamente sulla difensiva. Ovviamente gli Alleati Occidentali avevano una capacità di ripristinare il materiale perduto contro cui i Tedeschi non potevano competere; ciononostante, si trattò di perdite così importanti che l’esercito inglese dovette restituire alla US Army ben 200 Sherman nel tentativo di colmare i ranghi ridotti delle Armored Division statunitensi. Fu necessario anche riesumare dai depositi vecchi Sherman veterani della Normandia, ormai considerati troppo usurati per il servizio attivo, e ripristinarli come meglio possibile per il loro ritorno al fronte.
La battaglia delle Ardenne fu un evento militare e storico dalle mille sfaccettature, ragioni e conseguenze. I due tomi in oggetto, a mio parere, ne tracciano la storia con grande professionalità, entrando in dettagli interessanti, citando importanti testimonianze e senza mai perdere la visione complessiva degli eventi. E’ tale ultimo fattore l’oggetto principe di questi due numeri speciali di « Batailles & Blindés ». Ne consegue che, nonostante il pregio degli stessi, essi non entrano nel dettaglio estremo di grandi eventi come l’assedio di Bastogne o l’avanzata del Kampfgruppe “Peiper”. Se siete interessati alla cronaca minuto per minuto di tali fatti, troverete facilmente libri specificatamente dedicati ad essi. Fra essi non posso fare a meno di citare l’eccellente collana “Duel in the Mist” dedicata al Kampfgruppe “Peiper” ed oggi arrivata al terzo (ma non ultimo) volume.
.Bender.
00domenica 14 febbraio 2016 12:04
“Batailles & Blindés” Hors-Série n°27
L'EFFONDREMENT DU REICH - Des Ardennes à Berlin, Recit & Témoignage


Non credo sia una grande novità il fatto che il sottoscritto sia particolarmente interessato agli eventi che si susseguirono negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale. Fu nel corso di essi che si verificarono i fatti più umanamente drammatici nonché gli eventi che maggiormente condizioneranno il dopoguerra fino ai giorni nostri. Inoltre, per chi è appassionato come me di tutto quanto concerne l’esercito tedesco, fu proprio nell’ultimo anno di guerra che lo sviluppo tecnologico ebbe il suo apice con l’entrata in servizio di armamenti che sfiorano ancora oggi il mito, nonostante il numero limitato (se non irrisorio) e difetti intrinseci dovuti al deperimento del tessuto industriale e la penuria di materie prime. E’ anche grazie a questi ultimi che, proprio nel corso delle battute finali della guerra, si susseguirono episodi bellici sorprendenti se considerata la disparità di forze in campo. Fatti d’arme dall’importanza prettamente tattica che, non potendo avere alcun impatto sul corso di una guerra ormai persa, risultano avere il fascino di imprese valorose quanto disperate. Ultimi fendenti di un esercito morente purtroppo destinati solo a concedere qualche ulteriore momento di vita ad un’ideologia perversa e criminale.
Ciò premesso, diventa facilmente intuibile l’interesse suscitato in me dal volume in questione che, avendo proprio come tema l’ultimo anno di guerra sul fronte europeo, mi ha fatto sperare in un’accurata descrizione proprio di quegli scontri finali che, a causa del deterioramento della situazione bellica, sono generalmente poco noti o incerti in quanto avvolti dalle nebbie del tempo. Fatto un dovuto elogio ad alcune interessantissime pagine dedicate alle più note divisioni “fantasma” create in seno alla Wermacht con unità derivanti da reparti dissolti o con personale ed armamenti recuperati dalle scuole militari (cito, in particolare, le Panzerdivision “Muncheberg”, “Clausewitz” e “Westfalen”), il resto del volume è una cronaca generale di quanto accorso dalla liberazione di Parigi alla caduta della città di Berlino. Il racconto è preciso ma generico, finalizzato a dare un quadro generale e completo ma non interessato a entrare nei dettagli come potrebbe far erroneamente supporre lo slogan “recit & témoignage” del titolo. Al contrario, sono pochissime proprio le testimonianze di chi visse quei giorni, con un conseguente impatto negativo sul risultato qualitativo dell’intero volume. Come in casi simili, quindi, consiglio quest’opera solo a chi fosse alla ricerca di un testo capace di offrire una visione d’insieme del periodo storico trattato. Analisi generale che, comunque, non deve essere considerata superficiale. Il testo è ben scritto ed il lavoro di documentazione evidente. Particolarmente interessante è, ad esempio, costatare la diabolica efficienza della macchina propagandistica nazista nonché la facilità con cui i gerarchi del partito abbandonavano le popolazioni civili all’arrivo dei Sovietici. Segnalo, per concludere, la presenza di uno scritto dedicato ai Tiger I ibridi (dotati di scafo di fine produzione con ruote in metallo ma con torretta iniziale avente cupola del capocarro a tamburo) del Kampfgruppe “Schulze” al comando dell’Oberleutnant Rudolf Fehrmann. Di lettura interessantissima, si tratta comunque di un articolo autonomo già comparso su pubblicazioni precedenti del medesimo editore.


plgGe
00lunedì 15 febbraio 2016 09:47
Grazie della recensione, gradevole nella forma ed utile nella sostanza (come tuo solito).
Ho trovato interessante le tua considerazione sugli eventi finali della guerra.
Ho una conoscenza superficiale di quel periodo pertanto l’unico episodio eccezionale (nel senso che ha rappresentato un’eccezione, una anomalia, rispetto all’evoluzione del conflitto) cui mi viene da pensare è l’offensiva delle Ardenne.
Sarebbe davvero interessante, almeno per me, una pubblicazione che trattasse in modo dettagliato gli eventi cui hai fatto cenno sia per valorizzare il coraggio dei disperati inutilmente sacrificati sia per apprezzare meglio gli sviluppi tecnologici che sono stati preludio alle realizzazioni militari dei vincitori.
Penso che se tu fossi a conoscenza di una pubblicazione del genere lo avresti già segnalato, ad ogni buon conto ti sarei grato se indicassi –ammesso che ci sia- qualche testo dedicato a quel particolare periodo con i dettagli di cui hai trattato.
In caso negativo ti lancio una proposta “provocatoria” (pur avendo presente il tanto tempo necessario per attuarla … ma noi di Zimmerit non abbiamo fretta e possiamo aspettare [SM=g27822] ) : aprire una pagina (una discussione) per ogni episodio. Non sarà indispensabile seguire l’ordine cronologico degli eventi ma ti basterà farti guidare dal materiale che trovi e dall’ispirazione del momento.

P.S. se ti venisse da pensare “ma ci mancava ‘sto qua [SM=g27826] a ...” avresti tutta la mia comprensione [SM=g27811] .

Ciao

.Bender.
00venerdì 26 febbraio 2016 17:01
Ciao Pierluigi,
ti ringrazio per le tue parole e la fiducia che riponi in me ma non ho competenze tali da poter svolgere le ricerche necessarie per redigere con il dovuto approfondimento quanto proponi. Trattare gli ultimi mesi di combattimento è una impresa colossale. Non solo sarebbe necessaria una enorme biblioteca da spulciare ma si dovrebbe anche riuscire a ripulire i fatti dalle mistificazioni più o meno volute. E' un lavoro da ricercatori con accesso diretto alle fonti che, per ovvie ragioni, non sono in grado di svolgere io.
Comunque non mancherò di segnalare qualche valida pubblicazione sull'argomento. [SM=g27811]
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