Re:
Panzergrillo,appena mi ricapita a tiro la macchina itlaina,ti farò dei close-up al microscopio!!! E comunque è vero,nel raduno a Roma del 4 giugno non hanno voluto figuranti tedeschi e ne addirittura italiani,in compenso però hanno richiesto categoricamente reparti che hanno preso parte alla campagna d'italia soltanto nel 1945!!!
Viva il senso della Storia...
Quando rievocano l'epoca Napoleonica, mica stanno a vedere se sono figuranti Francesi, Austriaci e Prussiani... Ne ho parlato con alcuni amici, perchè pare sia successo anche a Sarzana... E in tante altre parti... Io non avevo modelli esposti, ma avrei "ritirato" la mercanzia... Tra l'altro, sono occasioni rare anche per avvicinare alla Storia i giovani. Amen!!!
Come disse il Buon Dio a Mose', e' necessario che "questa generazione" passi (tra-passi!)...
Provocazione: Alla prossima sfilata storica, assoldiamo qualche figurante marocchino e rappresentiamo qualche reparto di quelli passati sui Monti Aurunci...
(P.s.: Mi do un warning da solo... ma quando ce vo'... Ce vo'!!!)
Erano liberatori anche loro...
Così, piu' o meno, la penso io...
""""Per questo "Il corpo di spedizione francese in Italia 1943-1944" (Mursia, pagg. 256, euro 19), Fabrizio Carloni sarà da più d'uno iscritto all'elenco dei revisionisti, vil razza dannata. Il libro si propone infatti di raccontare i fatti e i misfatti dei soldati maghrebini -appartenenti al corpo di spedizione francese del generale Alphonse Juin- che parteciparono alla campagna d'Italia nella seconda guerra mondiale: e che, essendosi in combattimento distinti per il loro coraggio, si distinsero purtroppo anche per gli stupri, le ruberie, la violenza, la ferocia. Quei marocchini -non lo erano tutti, ma del Corpo di spedizione costituivano il nerbo- lasciarono una scia di tragedie e di odi. Le «marocchinate» -come "La ciociara" del racconto di Moravia da cui venne tratto un film con Sofia Loren protagonista e Vittorio De Sica regista- furono vittime di comportamenti bestiali d'una truppa mal controllata e a volte lasciata libera di sfogare i propri istinti peggiori.
Alla rievocazione di queste vicende -tra le più dolorose e umilianti della vita nazionale- storici e divulgatori si sono dedicati poco, e di malavoglia. Le sorti delle «marocchinate» furono ritenute politicamente poco corrette. Così accadde a lungo anche per le mattanze di fascisti o presunti tali dopo il 25 aprile 1945 o per gli eccidi di prigionieri italiani disarmati di cui furono responsabili reparti statunitensi dopo lo sbarco in Sicilia del luglio 1943. La convenzione storica consolidata e in buona sostanza accettata ed avallata dalle Alte Autorità vuole che il ruolo dei cattivi spetti sempre e comunque, quando si ripercorre quel tempo, ai tedeschi. Loro i fucilatori, loro i massacratori, loro i violenti. E noi, gli italiani, dalla parte dei buoni e perfino, pensate un pò, dalla parte dei vincitori.
Le atrocità tedesche furono spaventose. Giusto rammentarle e condannarle incessantemente, in cerimonie solenni. Ma un qualche briciolo di memoria potrebbe essere dedicato anche ai morti e alle sofferenze da attribuire a chi si fregiava dell'etichetta di liberatore -e nessuno nega che gli angloamericani abbiano portato la democrazia- ma agiva all'occorrenza da oppressore e da giustiziere: e associava alla sua avanzata i terribili goumiers, ossia appartenenti a un goum («Goum -spiega Carloni- è la traslitterazione fonetica francese del termine arabo qum che indica una banda o uno squadrone: il goum era in genere basato sul villaggio o su un gruppo di villaggi e di famiglie. Il goumier era un irregolare marocchino di razza berbera, nativo delle montagne dell'Atlante»)."""
C0sì Cervi... In buona sostanza sintetizzerei: Chiunque ha indossato una divisa, nella Storia, lo ha fatto per far del male a un altro...