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Una vedova di un ex Alpino della Julia! Aneddoto reale...

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2009 17:33
03/10/2009 20:07
 
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Una traccia diretta della Seconda Guerra Mondiale
Ciao a tutti! Oggi, come ogni sabato, mi sono recato da mia nonna, in una casa di cura della Val Tidone. Chi se ne frega? direte... Un momento, ascoltate.
Mi si fa appresso una nuova ospite. Dirò solo che si chiama Rosa. Una anziana gentile e con occhietti azzurri e furbi. Farfuglia parole sconnese. Io la assecondo... Ormai sono 10 anni che vedo queste vecchine... Ho conosciuto reduci della Grecia, un autiere della campagna d'Africa, Partigiani veri o pomossosi tali...Poi si siede vicino e dice "... mio marito era in guerra, sa?..." Scatta la mia curiosità. "Dove ha combattuto?" chiedo, disperando in una risposta..."
"Era in Russia. I° Battaglione (?)Divisione Alpina Julia... Sa, l'hanno distrutta tre volte..." Cavolo! La moglie di un veterano della Julia! - penso tra me- E' tornato?"
"Sì. Fu ferito in uno dei primi assalti. Per attraversare un fiume... (il Bug? Mah!...)Un giorno ero in casa e arrivò il postino e gente del Comune con un telegramma. Diceva che mio marito era stato ferito da pallottola nemica ad una coscia"... mi cita e, da come lo racconta, mi sembra di scorgere un poco della retorica di guerra fascista e una certa somimiglianza con il linguaggio asettico delle comunicazioni di quei tempi...In seguito, da quello che ho capito, fu ricondotto in Italia, curato in un ospedale in Friuli e passò la convalescenza presso una famiglia di "Trecentos" (Cordemons? Mah!)(?) di Udine. Lei si recò a trovarlo e riuscì a convincere un ufficiale a concedere una licenza. "Mi indicarono -continua - una casa su più piani. Io entrai e salii fino all'ultimo. Mi ritrovai davanti un generale. Quelli dei piani più sotto si offesero perchè ero andata senza passare da loro. Dissi che ero sola a casa con un figlioletto, e che dovevo curare la terra e le mucche" Io non posso che immaginare la scena. Una donna di umili origini ma determinatissima a portare il marito convalescente a casa che si ritrova a perorarne la licenza di di fronte ad un alto ufficiale ("il "generale"!) Eppure cissà come, ottenne il petitum e il marito rivide la Val Tidone.
"Poi tornò in Russia?" chiedo io?
"Sì, ma la Julia era andata già a vanti... Sul Don"...
"Combattè ancora?" incalzo...
"Sì. Un giorno dovevano attacare un fiume... Un ufficiale scelse degli uomini. Mio marito faceva "P---i" di cognome... Per errore, fu chiamato un "B---i"... Non tornò nessuno da quell'assalto...".
Un bel giorno, mentre la signora Rosa attendeva alla propria fattoria, una nipote si presentò trafelata e riferì che:"... Zia Rosa, Zia Rosa! sulla "stradale" c'è lo Zio -----"... E per la Signora Rosa, quel giono, finì sul serio la Seconda Guerra Mondiale...
[Modificato da Panzergrillo 03/10/2009 23:26]
04/10/2009 01:53
 
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[SM=g27811] Grazie di aver condiviso con noi questo aneddoto! [SM=g27811] [SM=g27811]
04/10/2009 06:56
 
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ciao stefano, è sempre interessante ascoltare i racconti di chi a vissuto in diretta quell'eventi, per altro carichi di emozione e purtroppo il più delle volta di tristezza, ma stavolta il racconto finisce con un sorriso, e noi veniamo a conoscenza di un altro brandello di storia che ci porta sempre di più a riflettere sul senso delle guerre, sul destino, sulla fortuna, su come una lettera sbagliata in un altro racconto alla fine ci sarà solo un mesto pianto....
walter
04/10/2009 09:18
 
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storie incredibili, bravo [SM=g1865391] [SM=g27811]

" Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore di un altro "
04/10/2009 11:24
 
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Grazie per aver condiviso con noi quest'esperienza.
[SM=g27822]
___________________

Costantino

05/10/2009 08:01
 
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Bel racconto. E fai i complimenti alla signora Rosa per la
memoria. La mia mamma che si chiama Italia (il papà, mio nonno,
lasciò il braccio sinistro sugli altipiani di Asiago dopo uno scontro con gli austriaci e fu un eroe della Grande Guerra)di anni ne ha 85,
è in salute ma non ricordo più nulla. Peccato perché di storie da
raccontare ne avrebbe...
Saluti a tutti vostro Brunetto.
[SM=g27811]
05/10/2009 08:47
 
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Grazie per avere condiviso questa esperienza...da grande appassionato di storia, quando sento queste testimonianze vive provo sempre una grande emozione.
Paolino
"ITERUM RUDIT LEO"

05/10/2009 09:29
 
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Grazie per questa tua esperienza condivisa panzer
Queste cose mi rattristano sempre un po'... Anche mio nonno ha combattuto in Russia solo che ero troppo giovane quando se ne è andato ed ho potuto condividere ben poco di quel che avrei voluto. Comunque quel "Trecentos" che dici potrebbe essere Tricesimo (che è confinante con Udine) o Tarcento (che è poco distante). "Cordemons" è, in realtà, Cordenons (garantisco, ci ho vissuto per 12 anni...) ma è confinante con Pordenone quindi molto distante (60 km) da Udine.
Infine, da quel che so, un ospedale militare molto importante all'epoca si trovava a Cividale del Friuli, a circa 15 km a est di Udine.

Ciao a tutti
05/10/2009 14:01
 
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Grazie alla Signora Rosa, allora, e alla sua bella memoria. Sabato prossimo la rivedrò e le racconterò che è piaciuta...
Grazie ad Aquila Blu. Mi sa che il paese era proprio Tricesimo.... Anche la mia famiglia ha pagato pesantemente gli ultimi conflitti mondiali. Il nonno paterno fu ferito nella Ia. Il Bisnonno materno, veneto, partì possidente terriero e tornò povero e senza più terre...Il fratello maggiore di mio padre si fece l'Albania e la prigionia in Germania... Un mio Zio materno, giace insepolto a Mauthausen (Libero Casarini, riposa senza salma all'ingresso del cimitero di Monza... E mi piace ricordarlo anche qui). Conserviamo come una reliquia la lettera originale con cui ne comunicarono il decesso in prigionia. Mio padre era in Via Laghetto a Milano e perse la casa quando bombardarono l'Allora Ospedale Maggiore e patì a 9 anni lo sfollamento in Trentino. Un mio zio acquisito consegnò la sua compagnia agli alleati in Sicilia come vi misero piede... Mio nonno materno Atteo si trovò a Gorla quando bombardarono la scuola (e come diceva mia nonna, tornò a casa con i capelli dritti). Mia madre ricorda ancora (aveva 3-4 anni!) i bomabardamenti nelle buche scavate in Villa Reale e i "fischioni" delle schegge. E mia nonna, quella che vado a trovare, la portò a Milano piccolissima a vedere il Duce.
Io sono cresciuto nelle storie racconatatemi da tutti loro. Anch'io ho il rimpianto di non avere avuto quei dettagli per l'allora mia tenera età. Così, la "Storia" ci è rimasta in famiglia per averne così profondamente mutato e indirizzato i destini...

Comunque, chi può, incroci nel paese un anziano, magari su una panchina. Certamente, storie come queste ne sentirà a bizzeffe.
05/10/2009 14:56
 
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Grazie delle storie che ci raccontate, io purtroppo ne so poche, nessuno dei mie è più tornato dalle ultime due guerre, uno era proprio nella Julia, l'unico suo ricordo e il cappello da alpino che costodisco come una reliquia.....grazie ancora. [SM=g27813]
Ciao Graziano. [SM=g27823]
"La vita è una maestra dura....ma impari....Dio se impari!"






06/10/2009 23:40
 
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Le storie che raccontano gli anziani mi commuovono sempre, penso ai sentimenti, alle sofferenze e, per chi è tornato, alla gioia del ritorno.

Nella mia famiglia, all'indomani dell'8 settembre 1943 è successo un caso davvero singolare: a casa dei miei nonni è arrivato un soldato sbandato proveniente dalla Jugoslavia che ha riconosciuto in mia nonna la cameriera di quando era bambino; naturalmente fu rifocillato, vestito con abiti borghesi e, non senza rischi, accompagnato a casa (a 25 Km) da mio nonno. Il giorno dopo, quando ancora in questa casa si festeggiava il ritono del loro figlio, arrivò anche lì un soldato sbandato proveniente da Biella e questo soldato era .... mio zio!!!
07/10/2009 17:33
 
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bellissima storia grazie di averla condivisa con noi
ciao
Marco
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