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REGIA NAVE POLA 1941

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2019 08:54
03/12/2019 20:08
 
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Nella scala principe per le navi, almeno per me, sto iniziando questo
incrociatore pesante della nostra marina famoso per aver "combattuto"
il 29 marzo 1941 nella battaglia di CAPO MATAPAN in un'area del mar Ionio all'incirca ubicata tra l'isola di Creta e la Grecia; questa battaglia purtroppo fu una tragedia per noi perche' in un colpo solo gli inglesi ci affondarono ben tre incrociatori pesanti e due cacciatorpediniere: lo RN ZARA, lo RN FIUME, lo RN POLA e i caccia Alfieri e Carducci se avrete la pazienza di leggere la storia che ho sottopostato.....

REGIA NAVE POLA

Il Pola fu un incrociatore pesante della Regia Marina, appartenente alla classe Zara, costruito nei cantieri OTO di Livorno ed entrato in servizio nel 1932. Fu affondato durante la seconda guerra mondiale nel corso della battaglia di Capo Matapan il 29 marzo 1941. Wikipedia

Lunghezza: 183 m
Equipaggio: 841
Classe: Zara
Motto: Ardisco a ogni impresa
Cantiere: Cantiere navale fratelli Orlando, Livorno
In servizio con: Regia Marina

CAPO MATAPAN 29 marzo 1941

Dopo un'infruttuosa ricerca di convogli nemici e uno scontro senza esito con una formazione di incrociatori britannici a sud dell'isolotto di Gaudo, nel pomeriggio del 28 marzo la flotta italiana fu attaccata da aerosiluranti che danneggiarono la nave da battaglia Vittorio Veneto. Le altre unità si radunarono intorno all'unità colpita per difenderla da altri attacchi aerei, e fu nel corso di uno di essi che, alle 19:50 circa, un aerosilurante Fairey Swordfish britannico decollato da Creta colpì il Pola con un siluro, mettendo fuori uso tanto apparato motore quanto l'impianto elettrico e lasciandolo immobilizzato in mezzo al mare; la nave, praticamente alla deriva, imbarcava acqua e, priva di energia elettrica, non poteva muovere le torri dei cannoni[5]. Con una controversa decisione, l'ammiraglio Iachino ordinò a Cattaneo di invertire la rotta e di inviare a soccorso del Pola l'intera 1ª Divisione unitamente ai cacciatorpediniere della IX Squadriglia (Vittorio Alfieri, Giosuè Carducci, Alfredo Oriani e Vincenzo Gioberti); la manovra di soccorso portò le unità italiane a breve distanza dalle flotta britannica dell'ammiraglio Andrew Cunningham che, cogliendole di sorpresa grazie all'oscurità, aprirono il fuoco affondando i due incrociatori Zara e Fiume e i cacciatorpediniere Alfieri e Carducci[6].

Impossibilitato a manovrare e fare fuoco, il Pola era rimasto immobile nel corso dello scontro venendo quasi del tutto ignorato dalle unità britanniche, lanciate alla caccia della danneggiata Vittorio Veneto; solo dopo due ore di infruttuosa ricerca i britannici tornarono a dedicarsi all'immobilizzato incrociatore: il cacciatorpediniere HMS Jervis si avvicinò al Pola con l'intenzione di silurarlo, ma visto che dall'unità non giungevano segni di ostilità il comandante britannico diede ordine di affiancare la nave italiana per trarne in salvo l'equipaggio. I britannici riferirono di aver trovato sull'incrociatore una certa confusione tra l'equipaggio: quando l'incrociatore era stato colpito diversi uomini si erano gettati in mare, convinti che la nave stesse per affondare; in seguito molti di questi uomini erano stati recuperati a bordo, ma il contatto con l'acqua gelata aveva iniziato a produrre casi di assideramento e per scaldarsi molti di essi si tolsero le uniformi bagnate e ingerirono abbondanti quantità di alcolici. Le immagini di gruppi di marinai seminudi e in stato di ubriachezza spinsero quindi i britannici a pensare che sull'unità italiana vi fosse stato un crollo della disciplina[7]. Trasferito a bordo l'equipaggio italiano, il Jervis si staccò dall'incrociatore che, intorno alle 3:55, fu infine silurato e affondato dal cacciatorpediniere HMS Nubian[8].

In percentuale, le perdite del Pola furono inferiori a quelle delle altre unità, ma fu registrato comunque un numero di vittime elevato: perirono 328 uomini su 1041 imbarcati. Tutti i superstiti, incluso il comandante capitano di vascello Manlio De Pisa, furono fatti prigionieri.

Durante il conflitto l'incrociatore effettuò dodici missioni di guerra per un totale di 13.174 miglia nautiche percorse[1].

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