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AOI

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2022 17:44
29/08/2019 10:48
 
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PAI - Polizia Africa Italiana
Ma senza caricatore nei MAB a cosa stanno sparando?
[SM=g7278] [SM=g7278] [SM=g7278]

Resta, comunque, una bella photo da dove prendere targa,
simboli della AB 41 e c'é tutto l'assortimento delle
uniformi italiani in Libia.
[SM=g10218]
30/08/2019 09:24
 
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Molto bella e per me nuova.

Grazie per averla condivisa!
Paolino
"ITERUM RUDIT LEO"

30/08/2019 11:16
 
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Re:
Battaglione Barbarigo, 30/08/2019 09.24:

Molto bella e per me nuova.

Grazie per averla condivisa!
Paolino



Effettivamente e un bel gruppo in una sola immagine.
[SM=g2915736]
03/05/2022 17:44
 
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E' una foto posata risalente al 1942/43 e fu scattata alla Scuola Autoblindo della P.A.I. a Tivoli non in Africa.
Anche le insegne delle blindo non sono ambientabili in Nordafrica in quanto diverse da quelle operative. Anche le uniformi non sono proprio come quelle usate in colonia, i militari di colore vestono uniformi sahariane in tela del tipo usato dagli agenti P.A.I. nazionali ed il relativo armamento (pistola M.34 e mitra MAB 38A).Inoltre portano sul petto un distintivo metallico a forma di aquila, ricordo della Mostra di Oltremare del 1940.
Il tarbusch da ascaro, originariamente molto alto, è stato abbassato e ripiegato come una tachia libica, più agevole da portare guidando le moto Guzzi.
Erano un centinaio di Lancieri Vicereali della P.A.I. eritrei, somali ed etiopi venuti nel 1939 a Napoli come guardia d'onore alla Mostra d'Oltremare di Napoli del 1940 insieme alle loro famiglie, religiosi musulmani e copti per la celebrazione del culto, nonché sei prostitute indigene assoldate dal Ministero Africa Italiana per le necessità degli ascari scapoli.
Bloccati dalla guerra e dai bombardamenti su Napoli, con i locali della mostra trasformati in deposito materiali militari da inviare in A.S. ripetutamente colpiti dalle bombe, furono trasferiti nei baraccamenti del Centro Contumaciale di Frascati e dal '41 al '43 parteciparono come comparse a numerosi film di propaganda italiani, l'ultimo dei quali fu il kolossal razzista Harlem, una sorta di Rocky ante litteram ambientato a New York..
Poi furono addestrati come motomitraglieri insieme al personale nazionale per essere inseriti nella colonna Romolo Gessi, rimasta in Italia dopo la caduta della Tunisia.
Dopo l'armistizio ebbero numerosi screzi con i tedeschi per motivi razziali e nell'ambito della strategia attendista e filo-sabauda del Generale Marraffa (arrestato e deportato dai nazisti) e del Generale Chirieleison (capo delle Forze di Polizia Città Aperta di Roma fino al 4/6/44) che fecero di tutto per non compromettere i reparti dipendenti con la RSI, furono trasferiti con le loro moto e le loro famiglie (ma comandati da ufficiali italiani P.A.I.) con compiti di Ordine Pubblico e movimentazione stradale nei pressi di Macerata.
Al momento della ritirata tedesca per ordine degli ufficiali lealisti si diedero alla macchia in ottemperanza agli accordi coi partigiani locali, ripresentandosi poi per mettersi agli ordini del governo regio-cobelligerante. Almeno un suddito eritreo cadde combattendo i tedeschi del Btg. Polizei Bozen al fianco dei partigiani, si chiamava Carlo Abbamagal.
Tutti i sudditi coloniali militari e civili furono concentrati a Napoli nel Deposito Truppe Coloniali R.C.T.C. fino alla fine della guerra.
Dopo il trattato di pace del 1947 e la perdita delle colonie alcuni scelsero di rimpatriare, la maggior parte rimase in Italia con vari impieghi da parte della Repubblica Italiana.
Uno di essi fu il famoso Andalù, già guardiano del Giardino Zoologico (oggi Bioparco) di Roma e poi celebre figurante della popolare trasmissione televisiva RAI degli anni '60 intitolata L'amico degli animali.
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