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SAI AMBROSINI SS4

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2014 00:10
22/05/2014 12:27
 
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CUNARD MODEL RESINA 1:72
SAI AMBROSINI SS4


Il SAI Ambrosini S.S.4 fu un prototipo di caccia italiano, sviluppato nei tardi anni trenta, ma mai entrato in produzione di serie. Il progetto era all'avanguardia per l'epoca, caratterizzato da alette canard e con il motore in configurazione spingente. Anche se era inteso come intercettore, l'S.S.4 non entrò mai in servizio a causa della valutazione negativa della Regia Aeronautica che ritenne il velivolo troppo poco maturo per l'impiego operativo.[1]

Facendo seguito alle esperienze condotte nel 1935 con il moto aliante ligneo SS.2, ed il successivo SS.3 Anitra (MM.372) biposto del 1937,[3] l'SS.4 (MM.387) era un aereo da caccia monoposto interamente metallico con ali a freccia in configurazione canard e carrello triciclo retrattile. L'ala innovativa aveva una freccia di 20 gradi e non era presente un impennaggio di coda.[1]

L'S.S.4 era piccolo a causa della sua configurazione canard, che necessitava di un muso aerodinamico e privo di motore per un controllo ottimale. Il flusso aerodinamico si dirigeva verso la parte posteriore dove era installato il motore e doveva essere deviato dal movimento degli elevoni, cioè appendici che fungono allo stesso tempo da elevatori e da alettoni. In queste condizioni, i comandi di volo sarebbero risultati molto pesanti da manovrare e la precisione di controllo difficile. Per correggere questo inconveniente, il motore venne spostato il più indietro possibile e questo rese necessario abolire le strutture di coda convenzionali. Gli stabilizzatori verticali vennero raddoppiati e installati sulle ali, che a loro volta vennero spostate verso il retro della fusoliera per consentire ai timoni di coda di operare più efficacemente. La presenza del propulsore in posizione arretrata forzò il progettista dell'aereo ad adottare un carrello triciclo per evitare l'urto tra il suolo e le pale dell'elica. Infatti, altri aerei in configurazione spingente come il Do-335 hanno avuto complicazioni simili nel progetto. Davanti all'ala, erano posti i canard, molto grandi e dotati di superfici di controllo in grado di compiere grosse escursioni. Iniziavano dal muso e si estendevano fino a dietro l'abitacolo. L'insieme di tutte queste caratteristiche innovative portò ad avere un progetto non convenzionale e diverso da qualsiasi standard dell'epoca.[4]

L'aereo aveva un muso basso e corto, che forniva una eccellente visibilità al pilota, che era ulteriormente migliorata dal fatto che il tettuccio aveva una struttura semplice e con l'unica parte metallica sopra la testa. La caratteristica costituiva una grossa differenza rispetto ad altri caccia convenzionali dell'epoca, dotati di un grosso muso necessario per ospitare i motori a configurazione trainante, a terra rivolti verso l'alto a causa del carrello d'atterraggio[5].

L'aereo era armato con due cannoni Mauser da 20mm e un cannone da 30 mm sistemati nel muso del caccia. anticipando di 4 anni l'impiego nella Regia Aeronautica di armi da 20mm. Inoltre rilevante il fatto che tutti i pezzi montati sul velivolo non dovevano essere sincronizzati con elica posta anteriormente favorendo così una più alta cadenza di colpi da parte dell'arma.[6]

La visibilità non era disturbata dai controlli canard, che erano posizionati in basso, né dall'armamento che sarebbe stato installato nel muso. In realtà, la doppia coda e l'alta fusoliera erano molto più problematiche per la visione posteriore.

Il prototipo S.S.4 venne costruito nello stabilimento della SAI-Ambrosini a Passignano sul Trasimeno, ma successivamente l'aereo venne spostato all'aeroporto Eleuteri, a Castiglione del Lago, sempre nell'area del Trasimeno. L'aereo decollò la prima volta il 7 marzo 1939. Il giorno seguente, era pianificato un trasferimento del prototipo alla base aerea di Aviano da compiersi per treno e non in volo, ma il capo collaudatore, l'ingegnere Ambrogio Colombo, volle effettuare un secondo volo di prova. Dopo un normale volo di 45 minuti, a causa di un difetto di montaggio si staccò un alettone[1], il che costrinse il pilota collaudatore a cercare immediatamente di atterrare. Anche se era a soli due chilometri dall'aeroporto di Eleuteri, non riuscì ad arrivare alla pista e toccò terra in piena campagna. L'atterraggio di emergenza si trasformò in incidente fatale perché l'aereo si schiantò contro un albero. Il pilota morì in quanto il motore nell'impatto venne proiettato in avanti nella cabina di pilotaggio, schiacciando l'occupante contro la parte anteriore.[7] Un monumento a ricordo dell'incidente è ancora visibile in prossimità di una delle strade nella zona dove avvenne lo schianto.

Le indagini conclusero che l'incidente era dovuto a un difetto di fabbricazione che portò all'installazione sbagliata dell'alettone. Lo studio evidenziò inoltre le eccessive vibrazioni trasmesse dal motore alle ali.

Anche se questo insolito caccia era molto più avanzato nel progetto di qualunque aereo avesse avuto la Regia fino a quel momento e anche se era ancora elogiato per le sue caratteristiche uniche, lo sviluppo fu interrotto e gli sforzi si concentrarono sul SAI 207.

La caratteristiche di velocità minima e massima dell'S.S.4 erano tali da giustificare la riprogettazione per reggere il confronto con altri caccia italiani. Le alette canard in questo caso dimostrarono di essere più una difficoltà che un beneficio per le prestazioni dell'aereo, e ancora una volta affiorò il dubbio dell'epoca circa l'utilizzazione di ali canard per scopi militari.


Anche le caratteristiche di sopravvivenza furono oggetto di rilievo. In caso di avaria al motore, il pilota sarebbe stato in grossa difficoltà: se si fosse lanciato fuori dall'abitacolo avrebbe rischiato di essere tagliato dall'elica posteriore, ma se avesse tentato di atterrare sarebbe stato esposto al rischio di rimanere schiacciato tra il suolo e il motore, come in effetti avvenne con il prototipo. Il motore da 600 chili non avrebbe protetto il pilota in atterraggi d'emergenza o dal fuoco anti-aereo, ma invece avrebbe svolto il ruolo di un pericoloso ariete.[10] Altri aerei a propulsione posteriore che avevano gli stessi difetti di progetto, come il Dornier Do 335, vennero per esempio equipaggiati con dei seggiolini eiettabili.

Le migliorie apportate all'S.S.4 durante la messa a punto prima del primo volo, furono compromesse da alcuni problemi di fondo e da altre più gravi difficoltà, come il surriscaldamento del motore dovuto ad un elevato angolo di attacco, che causava interferenze aerodinamiche tra il flusso che avrebbe dovuto investire le prese d'aria e i canard posti davanti alla superficie di controllo. Un altro problema, evidenziato anche dalle indagini successive all'incidente occorso al prototipo, era costituito dalle vibrazioni trasmesse dal motore alla struttura posteriore.

La visibilità posteriore era un altro punto a svantaggio e la protezione offerta dal motore in caso da attacco da dietro, era comunque da considerare meno accettabile del pericolo rappresentato per la sopravvivenza del pilota in caso di abbandono del velivolo o di atterraggio forzato.

Solo le nuove generazioni di aerei da caccia con motore a reazione come il Saab 37 Viggen ed l'Eurofighter Typhoon sono equipaggiati con adeguati sistemi di controllo per sfruttare pienamente i vantaggi dei controlli canard.



SCHEDA TECNICA


Tipo aereo da caccia
Equipaggio 1
Progettista Sergio Stefanutti
Costruttore SAI Ambrosini
Data primo volo 7 marzo 1939
Esemplari 1 - distrutto al secondo volo

Dimensioni e pesi

Lunghezza 6,74 m
Apertura alare 12,32 m
Altezza 2,48 m
Superficie alare 17,50 m²
Peso a vuoto 1 800 kg
Peso max al decollo 2 446 kg

Propulsione

Motore Isotta Fraschini Asso XI
Potenza 840 CV

Prestazioni

Velocità max 540 km/h
Armamento
Mitragliatrici 2 da 12,7 mm
Cannoni 1 da 20 mm

fonte wikipedia

il modello scala !:72 in resina della Cunard Models, rappresenta l'unico
prototipo costruito, che si distrusse in un incidente di collaudo e sul quale
non fecero in tempo nemmeno ad apporre le coccarde di nazionalita'
il progetto rimaneva cmq di grande innovazione come dimostrera' piu' tardi, il progresso tecnologico

[Modificato da AKAGI54 22/05/2014 12:35]
22/05/2014 12:28
 
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Allora fantastico non e piu modelismo qui e storia bravo

grazie per convidere la tua passione , veramente con te imparo molto su certi aerie che

neanche sapevo esistevano [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915736]
22/05/2014 18:07
 
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grazie a te, Calogero
23/05/2014 00:55
 
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Sembra uscito da un dipinto Futurista...beh si il periodo è quello... [SM=g27828]

bello! [SM=g27811]

cycnusgenova

"Prima di comandare bisogna saper ubbidire"
23/05/2014 09:11
 
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la formula progettuale dell'aereo, cosiddetta "canard", cioe' con lo spostamento in avanti dei piani di coda e indietro dell'ala con un motore spingente, dopotutto e' quella basilare del volo del piu' pesante dell'aria;
non ci dimentichiamo che il primo aereo che ha staccato le ruote da terra, nel 1903 il "WRIGHT FLYER", usava questa formula costruttiva, ma anche il moderno EUROFYTHER 2000 TYPHOON in dotazione all'A.M.I. tutt'oggi operativo, e' una formula "canard"

quindi, niente di nuovo, niente di vecchio!
23/05/2014 09:11
 
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23/05/2014 11:22
 
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La formula canard è molto funzionale per i velivoli a getto, un po' meno per quelli ad elica in quanto presenta problemi di raffreddamento ai motori e di ombra aerodinamica della fusoliera sull'elica. Gran bel pezzo di storia e modellistico, un aereo ingiustamente dimenticato e che dimostra ancora una volta che le conoscenze aerodinamiche e strutturali dei nostri progettisti erano all'altezza dei migliori produttori del tempo. Tanto per verificare , un "contemporaneo" del SS4, il Curtiss XP55 ..
23/05/2014 11:56
 
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grazie,
si', conosco il prototipo XP-55, ma
c'e' un'altro contemporaneo, oggetto del prossimo post:
il giapponese KYUSHU J7W 1 e 2 SHINDENKAI,
il primo con motore ad elica il secondo con motore a reazione del ME-262;
la prima versione, con motore ad elica a 6 pale, effettuo' dei voli di collaudo risentendo dei suddetti problemi, ma quando fu installato il motore a getto.....................................ma arrivo' la fine della guerra per i giapponesi!
23/05/2014 12:01
 
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KYUSHU J7W1

23/05/2014 13:58
 
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Caspita!! il KYUSHU !!! me l'ero dimenticato. Aspetto l'articolo allora... Bello bello ...
Se non ricordo male c'era un modello Tamiya di quest'aereo.
A parte questo volevo ringraziarti perchè stai facendo veramente una bellissima carrellata di soggetti, uno più interessante dell'altro, e nel contempo chiederti scusa se ogni tanto intervengo ma la passione per tutto ciò che vola me la porto dietro da bambino.
[Modificato da F.Sbarile 23/05/2014 14:02]
23/05/2014 14:41
 
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chiedermi scusa?
e di che cosa?
e' solo un grande piacere poter dialogare con qualcuno che apprezza e condivide quello che posto

grazie ancora

Massimo
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