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MACCHI CASTOLDI MC 72 IDROCORSA

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2014 03:51
16/02/2014 08:25
 
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DELTA 2 1:72
MACCHI CASTOLDI MC 72 IDROCORSA



Il Macchi-Castoldi M.C.72 è un idrocorsa (idrovolante da corsa) con configurazione "a scarponi" creato nel 1930 come l'ultima speranza dell'Italia per la terza vittoria necessaria alla conquista della prestigiosa Coppa Schneider.
La preparazione della rivincita italiana cominciava nel 1930. Altissima la posta in gioco: cercare di battere gli inglesi, rimettendo così in gara il blasonato trofeo, e riportare a casa il primato mondiale di velocità, da sempre legato alla manifestazione.

Questo era il compito del R.A.V. (Reparto Alta Velocità) di Desenzano del Garda, che iniziò subito la selezione dei piloti che avrebbero portato in gara il futuro bolide. Intanto a Roma si davano disposizioni per la macchina e il motore; la maggiore esperienza in campo di idrocorsa era sicuramente appannaggio della Fiat per il motore e della Macchi per la cellula e furono queste le due ditte sulle quali si concentrarono gli sforzi che avrebbero portato al motore AS.6 e all'idrocorsa M.C.72.
Il nuovo aereo fu realizzato nei tempi previsti e le prove di collaudo iniziali fecero ben sperare chi su questo aereo aveva puntato tutto. Invece, ben presto si presentarono dei gravi problemi di detonazioni e ritorni di fiamma nel propulsore, e il collaudo risultò molto più lungo e laborioso del previsto. Quando poi le prove di volo costarono la vita di due piloti collaudatori, il 2 agosto al capitano Giovanni Monti in fase di decollo e successivamente al tenente Stanislao Bellini, si capì che l'M.C.72 non sarebbe mai stato pronto per il settembre del 1931.

Persa ogni speranza di rimettere in gioco la Schneider, il R.A.V. ricevette l'ordine perentorio di stabilire il nuovo record di velocità il giorno stesso in cui gli inglesi si sarebbero aggiudicati il trofeo, ma naturalmente era un'impresa impossibile; se l'M.C.72 fosse stato in grado di stabilire il record per quella data, allora avrebbe potuto anche partecipare alla competizione in Inghilterra, cosa che non avvenne.

Il primo record comunque arrivò: il 10 aprile 1933 alle ore 11:00 il Maresciallo Francesco Agello decollava a bordo dell'M.C.72 siglato MM.177 ed effettuava cinque giri del circuito designato sul Lago di Garda alla velocità media di 682,078 km/h; dopo l'ultimo passaggio Agello, resosi conto del successo, si lanciò verso l'idroscalo colmo di spettatori concludendo con una secca virata a coltello come segno di saluto.

Il successivo ed ultimo traguardo fu fissato al superamento del muro dei 700 km/h, ed anche questo obiettivo fu raggiunto; il 23 ottobre 1934 Agello, a bordo dell'M.C.72 siglato MM.181, con una velocità media di 709,209 km/h, batté il suo stesso record; quest'ultimo primato rimane da allora imbattuto per quanto concerne la categoria idrovolanti propulsi da motore alternativo. Lo stesso M.C.72 MM.181, l'ultimo rimasto dei cinque esemplari prodotti, è gelosamente custodito nel Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano (Roma).


fonte wikipedia


SCHEDA TECNICA


Descrizione
Tipo Idrocorsa
Equipaggio 1
Progettista Mario Castoldi
Costruttore Macchi
Data primo volo 16 luglio 1931, pilota Giovanni Monti
Esemplari 5

Dimensioni e pesi

Lunghezza 8,32 m
Apertura alare 9,48 m
Altezza 3,30 m
Superficie alare 15 m²
Peso a vuoto 2.500 kg
Peso carico 3.025 kg
Peso max al decollo 3.025 kg

Propulsione

Motore 1 Fiat AS.6
Potenza 3.100 CV (2.280 kW)

Prestazioni

Velocità max 730 km/h non omologato a causa della mancanza di cronometristi e della soppressione della prova, conseguiti il 22 giugno 1934 al largo di Ancona. 711,462 km/h omologato, conseguiti il 23 ottobre 1934 a Desenzano del Garda, durante il terzo passaggio della prova
Record e primati
Record di velocità assoluto dal 1933 al 1939
Detentore record di velocità per idrovolanti a pistoni a tutt'oggi imbattuto!!!!!!

16/02/2014 08:26
 
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beh che dire......hai reso omaggio a una pietra miliare dell'aviazione italiana!complimenti!mi sono sempre chiesto perchè non si e sviluppato un caccia a partire da questo aereo
[Modificato da enrico0195 16/02/2014 16:49]

Enrico
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16/02/2014 18:25
 
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la risposta e' molto semplice:
il tipo di motore installato, due in tandem, sistema simile al He 177 GREIF, non era affidabile per un mezzo da impiegare in combattimento, per lo stesso motivo di surriscaldamento dovuto alla grande potenza erogata; altro motivo il costo notevole e le difficolta' logistiche di produrre in serie questo tipo di motore, validissimo ma poco pratico;
l'industria aeronautica italiana si rivolse quindi ai motori americani a stella raffreddati ad aria molto piu' semplici da produrre anche se di potenza inferiore come il Pratt e Whitney installato sul CURTISS P-35 SEVERSKI e prodotto su licenza per i caccia Reggiane 2000
Ma mentre negli USA i motori stellari furono sviluppati fino ad ottenere potenze notevoli come quelli del P-47 che raggiungevano i 2000 CV, in Italia ci fermammo ai 870 CV del MC 200 SAETTA e ci vollero i tedeschi con il loro DB 601 da 1175 CV, installato sul RE 2001 e MC 202 ed altri minori, per riprendere la corsa con il motore in linea.............ma troppo tardi per gli esiti belligeranti.

saluti
Massimo
[Modificato da AKAGI54 16/02/2014 18:26]
16/02/2014 18:36
 
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il motore del MC 72

16/02/2014 19:36
 
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Francesco

- Tutti avevano la faccia del Cristo
nella livida aureola dell'elmetto
Tutti portavano l'insegna del supplizio
nella croce della baionetta
e nelle tasche il pane dell'ultima cena
e nella gola il pianto dell'ultimo addio - Anonimo

17/02/2014 14:35
 
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Senza dubbio uno degli aerei più belli mai prodotti.

Bel modello



Ei fu siccome immobile, piovigginando sale, e sotto il melograno urla e biancheggia il mar


http://www.blitzonplastic.blogspot.it/
17/02/2014 14:39
 
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magnifico [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775]
17/02/2014 18:55
 
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grazie a Francesco, a blitz e a gengis

Massimo
23/02/2014 16:31
 
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Re:
AKAGI54, 16/02/2014 18:25:

la risposta e' molto semplice:
il tipo di motore installato, due in tandem, sistema simile al He 177 GREIF, non era affidabile per un mezzo da impiegare in combattimento, per lo stesso motivo di surriscaldamento dovuto alla grande potenza erogata; altro motivo il costo notevole e le difficolta' logistiche di produrre in serie questo tipo di motore, validissimo ma poco pratico;
l'industria aeronautica italiana si rivolse quindi ai motori americani a stella raffreddati ad aria molto piu' semplici da produrre anche se di potenza inferiore come il Pratt e Whitney installato sul CURTISS P-35 SEVERSKI e prodotto su licenza per i caccia Reggiane 2000
Ma mentre negli USA i motori stellari furono sviluppati fino ad ottenere potenze notevoli come quelli del P-47 che raggiungevano i 2000 CV, in Italia ci fermammo ai 870 CV del MC 200 SAETTA e ci vollero i tedeschi con il loro DB 601 da 1175 CV, installato sul RE 2001 e MC 202 ed altri minori, per riprendere la corsa con il motore in linea.............ma troppo tardi per gli esiti belligeranti.

saluti
Massimo


Verissimo, inoltre a livello nazionale anche per i motori, come nelle cellule, la ricerca e la produzione fu divisa in mille rivoli invece di cercare la standardizzazione, come fecero i tedeschi o gli americani. Avemmo cosi almeno 3 famiglie di motori radiali , i Fiat A74, i Piaggio XI, XII (di derivazione da costruzioni su licenza) e gli Alfa. l'MC72 fu un'occasione buttata, gli inglesi dagli idrocorsa S6 derivarono poi una cosettina che mi sembra si chiamasse Spitfire.
Scusate la rompitura di uova e complimenti per il modello. Conosco il kit di base e c'è da sbattersi ...
[SM=g2915775]


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