Non ti preoccupare Cristina. Non sei tarda e non ho problemi a spiegare le cose. Se non sono chiaro me ne dispiace. Ma immagino che entrare in un campo del tutto nuovo come quello modellistico crei sempre, all' inizio, un po' di spaesamento.
Io di figurini non ne ho mai autocostruiti, mi sono limitato ad adattare quelli che si prestavano di più ad una data posizione.
Mi rifaccio al tuo esempio del soldato che si allaccia la scarpa.
Per realizzarlo posso usarne uno da scatola, magari piegato in avanti o che sta correndo. Lavorando con taglierino e stucco posso provare a riposizionarlo, inclinando maggiormente la posizione del busto o delle gambe sino a quando non trovo quella giusta. Posso sostituire braccia e mani, usando quelle dei set in commercio o di altri soldatini, sostituire la testa etc. Per farlo, magari, dovrò cancellare o rimuovere alcuni dettagli che ricostruirò in seguito sempre con lo stucco o pezzetti di carta di alluminio (quella da forno) o lamierino (per es il cinturone etc). Molti dettagli, tipo giberne, zaini etc, possono provinire da altri kit o venire venduti in set a parte.
Per l' autocostruzione vera e propria il procedimento è teoricamente semplice e puoi vederlo descritto passo passo su questo link:
home.planet.nl/~klink244/mcr.htm
Questa è la tecnica classica di autocostruzione che prevede il ricorso a fil di ferro e stucco e a teste e mani e piedi di produzione commerciale. La scala è di 5 cm di altezza per figurino. Non è l'unica tecnica ma è quella più immediata.
L' autore utilizza i busti di vecchi soldatini in plastica, li carteggia per eliminare i dettagli e presumo si costruisca con lo stucco la massa corrispondente al bacino. Quindi con il fil di ferro costruisce lo scheletro per braccia e gambe e per la spina dorsale. Con un trapanino e della colla tipo attak unisce queste parti alle masse principali e ottiene lo scheletro di un figurino. Dopo aver sviluppato la struttura anatomica, modellando lo stucco, provvede a scolpire con altri strati di stucco scolpisce le pieghe del vestiario e, ricorrendo a carta di alluminio o lamierino metallico molto sottile, riproduce i dettagli come i risvolti della mimetica od i cinturoni e le fibbie. In commercio, per la verità esistono anche set di dettaglio fotoincisi per particolare del genere.
In merito alle altre domande puoi provare a richiedere il catalogo di Tuttostoria che contiene numerosi libri di tecnica modellistica oppure provare sul questo link
www.internetbookshop.co.uk.
Ha diversi manuali in italiano per l'uso dell' aerografo. Nella sezione libri stranieri sotto la voce crafts and hobby ha circa 170 titoli (in buona parte in inglese) sulle tecniche modellistiche. Quelli di Lynn Kessler "How to build armour diorama" e "How to paint realistic military miniatures" sono molto buoni per familiarizzarsi con l' argomento. In italiano non esiste molto ed è più facile che tu possa trovare qualcosa su Tuttostoria.
Siccome vale sempre la regola di partire dalle cose semplici ti consiglio di procedere in questo modo.
Le riproduzioni di battaglia possono rientrare in 3 grandi categorie:
vignette
diorami
plastici
Le vignette sono microscene, con un numero limitato di figurini (da 1 a 3 in genere). Una volta scelta l'epoca storica preferita e la scala dei figurini si crea una piccola scenetta, anche molto semplice. Per es dei soldati che aiutano un commilitone ferito oppure che vanno all' assalto. Lo scopo è raccontare una storia giocando sulle posture dei personaggi e nella loro interazione con l' ambiente. Per es si possono inserire piccoli dettagli paesaggistici come un pezzo di muro, una sezione di trincea, una pozza d' acqua e via dicendo.
Un diorama è una scena molto più complessa che, spesso contiene anche un modello di un carro armato, di un cannone etc, con un certo numero di figurini ed una ambientazione molto più complessa, per es una casa distrutta, una macchia d'alberi o di arbusti
Un plastico contiene un grande numero di figurini e modellini e punta a riprodurre scene di battaglia. Per questo sono generalmente costruiti con modellini e figurini in piccola scala (1:72-1:87).Su tale scala il livello di dettaglio del singolo figurino e del modellino è molto minore rispetto al scale come 1:35.
La mia ripartizione è abbastanza generica e serve solo a titolo di esempio. Ma se fossi in te partirei, per familiarizzarmi con il modellismo ed il figurinismo, da una scenetta con 1-3 figurini, magari limitandomi inizialmente a riprodurre quanto offre il kit (dedicandosi a montaggio e colorazione). Se questo può risultare limitativo sul piano della fantasia, serve come apprendistato. Inoltre ci si può sempre sbizzarrire ad aggiungere piccoli particolari paesaggistici che diano un carattere personale alla vignetta.
Cose piccole e semplici, se ben fatte, risultano spesso più efficaci della riproduzione di ambientazioni molto più grandi e complesse.
Una domanda dettata da pura curiosità: che età hai? Lo chiedo solo perchè è raro trovare, nel mondo modellistico, ragazze che abbiano o manifestino una passione per questo campo. Lo so che appare maschilista dirlo, ma generalmente il modellismo è un terreno tipicamente maschile. Comunque è solo una curiosità.
Syas.