ciao, il tuo intervento -che condivido pienamente- mi ha fatto ricordare quanto mi era venuto in mente leggendo l'altro topic sulle incompiute..
la prima cosa, che si ricollega a quanto scrivi, è la lista dei diritti imprescindibili del lettore, quella stilata da daniel pennac, che secondo me si può adattare benissimo al modellismo, così come a molte altre attività umane..
oltresavio.sitiasp.it/diritti.htm
la seconda è l'amore possessivo per il proprio lavoro (dove per lavoro intendo quanto prodotto con le proprie mani ed intelletto, non lo scambio energia/danaro). cerco di spiegarmi meglio con un esempio:
ho lavorato, un milione di anni fa, in uno studio di architettura che produceva plastici, quelli che servono a presentare un progetto a degli interlocutori non in grado di "leggere" un mucchio di disegni tecnici, per capirci.
e quindi soggetti rognosi, spesso disegnati da visionari, con ambientazioni da incubo, e -soprattutto- con una data di consegna precisa e indifferibile.
il gruppo di lavoro era eterogeneo al massimo, persone-personaggi incredibili, con un'altra vita a disposizione mi sarei iscritto a psicologia e avrei chiesto di lavorare gratis in quel posto..
ora, c'erano delle persone validissime, capaci di cogliere tutti gli aspetti e problematiche di un progetto al primo colpo d'occhio, e di organizzare e dividere il lavoro in maniera da chiuderlo prima della data di consegna, ma totalmente incapaci di chiudere il lavoro!!
quando arrivava il momento di dire ok, è fatta, tornavano sul particolare, sul microdettaglio, insomma su qualsiasi cosa che gli consentisse di rimanere in contatto con quanto fatto fino a quel momento.
io questa cosa assurda, visto l'ambito non certo ludico, me la spiegavo appunto con l'amore, nel senso possessivo e incapace di separarsi del sentimento. un po' come quei fidanzatini che non riescono proprio ad attaccare per primi al telefono (esisteranno ancora?).
per ovviare al problema c'erano in studio delle persone mediamente abili, ma umanamente aride che scippavano il modello ai primi per mandarlo in consegna. sì, anche io.
la terza cosa, è l'esasperazione del concetto di cui sopra, che sconfina nel patologico, e che forse ha un'altra motivazione più profonda, ma questa ancora non l'ho capita del tutto...
e qui ho la fortuna (dal punto di vista dell'osservatore) di avere un vicino di casa che ha molto tempo libero, una mente analitica e poliedrica, dal punto di vista pratico, e molte energie fisiche.
ora, il mio vicino, che praticamente s'è costruito casa con le sue mani senza avere competenze specifiche, ha attualmente 42 (quarantadue, non scherzo) lavori aperti, per la disperazione della moglie. se per caso ne chiude uno, ne apre subito un altro, inutile, non indispensabile, e che rimane aperto per mesi, mentre magari ce ne sono che andrebbero chiusi con urgenza!
...paura della morte? totale incoscienza? non lo so, ci sto ragionando...
la quarta, ed ultima, la consapevolezza del vuoto che lascia un'incompiuta, che è molto maggiore di una semplice assenza.
basti pensare all'assedio di leningrado di leone, o ad astarte di pazienza, per stare ai nostri giorni.
quindi, personalmente, cerco di dare un inizio ed una fine ai miei progetti, quali che siano. anche se io per primo mi innamoro di quanto sto facendo, consapevole che quando l'avrò fatto, sarà...finito, passato. ed avendo anche io, certo, paura di rovinare quanto fatto finora! il tutto ben sapendo che la vita è fatta anche di imprevisti, e che se qualcosa resta indietro...pazienza!
scusate il polpettone, esprimere dei concetti che alle volte non sono nemmeno così definiti prende spazio...
buon modellismo a tutti, p.