Il segreto per un buon modello è...

Francois Verlinden ha sempre affermato che per quanto perfetto e ben dettagliato possa essere un modello, è la verniciatura e l'invecchiamento a fare la differenza.
Ed in effetti ciò è vero ragazzi: per quanto possiamo imbottire un modello di fotoincisioni, parti in resina, piccoli oggetti etc, se non riusciamo a portare a termine un buon lavoro di verniciatura ed invecchiamento, non saremo riusciti a caratterizzare il nostro modello.
Sarebbe in fondo, come tirare fuori un'automobile da una catena di montaggio e metterla su un piedistallo: avremmo una macchina come le tante che si vedono in giro.
Questo modellista francese invece, è riuscito a mettere in pratica questa piccola regola ed ha caratterizzato il suo piccolo Jagdpanther Revell nella maniera migliore:

www.ontheway.org.uk/gallery5/AGarnacheJagdpanther.htm

ed il tutto senza superare le cifre esorbitanti cui ci abituano i vari kits in resina, fotoincisioni e ammenicoli vari.
Insomma gente, basta partire da un kit semplice e di buona qualità e lavorare con cura di pennello ed aerografo per ottenere ottimi risultati.
In fondo, la chiave di tutto sta nella semplicità stessa!
Alan

...Indubbiamente vero, Alan! benchè lo stile di colorazione di Vernlinden sia ormai ( e fortunatamente ... magari poi spiegherò il perchè...) superato, la sua osservazione sull'effetto che un buon processo di colorazione e invecchiamento puo' avere su un modello mediocre è indubbiamente azzeccata in pien. ricordo un Military modelling ( mi pare, ma non sono pronto a scommetterci...) di circa due-tre anni fa dove apparivano due servizi: nel primo un T34 -76 della Tamiya in 1/35 straigth from the box grazie ad un sapiente ed interessantissimo procedimento di applicazione della colorazione temporanea invernale risultavaa dir poco splendido...nel secondo servizio, un IS 2T con al traino un ISU 122, ambedue della PST, a dispetto di un dispendio di aftermarket (fotoincizioni, canna n metallo, cavi di traino in titanio rivestiti di oro zecchimo etc etc...) causa una colorazione degna di un bambino daltonico che gioca con le tempere non risultavano solo insignificanti, ma addirittura brutti...e quasto nonstante l'assemblaggio fosse stato piu' che corretto e pulitissimo a dispetto delle minutissime fotoincisioni....
Fabrizio

Passata di moda fortunatamente si Fabrizio, dato che i modelli sembravano usciti da un film noir a causa dei toni dei colori spesso cupi e pesanti
L'unico che sembra sottrarsi a questo principio della verniciatura è Alex Clark:
non solo le sue mimetiche sono stupende, ma i modelli sono tutt'altro che semplici: fotoincisioni, parti in scratch, in resina e tutto quanto esisteva sul mezzo, lui glielo mette sopra e tira fuori il miracolo.
Ma dimenticavo che Alex non è di questo pianeta e quindi, è l'eccezione che conferma la regola!

fantastico lavoro e non dico altro!!

...ancor piu' sorprendente è la modestia e la semplicità con cui descrive quanto stà facendo...ho letto la sua guida sul PzIV...beh, mi sono sentito un vero imbranato...ma è anche capace di darti ispirazioni mica da ridere...comunque apprezzo molto anche, per esempio, Justo Myra, il suo tiger in 1/72 sull'ultimo Steel Art mi è molto piaciuto...d'accordo con il giudizio sui modelli in stile Vernlinden...troppo scuri, pieni di irrealistici chiaroscuri e lumeggiature molto accattivanti ma, ripeto irrealistiche...meglio le recenti tendenze "spagnole", secondo me...
Fabrizio

Daccordissimo sul trend ispanico ed anche estremo orientale!
Condivido pienamente la filosofia della colorazione/invecchiamento come vero elemento significativo e "carismatico" passatemi il termine di un modello. Fotoincisioni e superdettaglio se fini a se stessi fanno pura accademia, ma sta nella pittura e nella caratterizzazione di un modello il vero salto di qualità che rende unico il modello.

Sono d'accordo con voi anche su Vernlinder, ma lui a suo tempo fu un innovatore quindi diamogli giusto merito.

pienamente d'accordo con voi, anche se da chi è stato a torrent, mi sono giunte notizie che il trend ispanico sia seppellire il modello sotto uno strato di pigmento..
io non ci sono stato riferisco quanto mi è stato detto..
ma sono sicuramente colorazione ed invecchiamento a fare la differenza tra un bel modello ed uno mediocre..

Certo, ci vuol misura come in tutto.

i giudizi di alcuni su Torrent e sul trend ispanico apparsi anche su un'altro forum mi sono sembrati eccessivi, io non ci sono stato e il mio club è andato dalla "parte opposta", cioè in Ungheria a Magyarmosovar ( o come cavolo si scrive....) però a giudicare dalle foto apparse in rete la qualità dei modelli mi è sembrata elevatissima...é peraltro vero che non sempre i modelli migliori vengono premiati e che ci vuole, appunto, misura .... è sbagliato sia immergere il modello nell'olio e ridrlo ad un cencio pallido a suon di lumeggiature, sia ricoprirlo di due metri cubi di pigmento o cinque metri quadrati di scrostature.... bisogna sempre tener fermo il concetto di interpretazione del modello ai fini di avvicinarsi il piu' possibile al mezzo vero e mettere da parte le tentazioni di "licenze artistiche" ad effetto....un cingolo di un bel rosso ruggine fa un figurone, ma puo' essere realistico quanto Cristiano Malgiolio alla conduzione di Super Quark, a meno che il modello non sia stato abbandonato all'aperto per anni....
Fabrizio

La mia risposta è solo questa guardate la Home page e noterete 2 bellissimi modelli con 2 tipi differenti di colori(smalti e acrilici) e 2 stili difersi di invecchiamento ma entrambi bellissimi,quindi nessuno a noi italiani deve insegnarci nulla(parlo in generale),senz'altro non si può negare i meriti alla gente che fu promotore di certi stili o di certe tecniche ma le cose si sono evolute e altro merito va alla gente che ha avuto e lo ha tutt'ora lo sbuzzo di migliorare le tecniche di colorazione e di invecchiamento che sono poi (daccordo con voi)le parti essenziali per una buona riuscita di un modello.
Gabriele

si, vero, due splendidi modelli con due stili diversi. personalemnte prediligo il modello e lo stile di Bruschi, che sento piu' vicini e realistici, ma è un sentire personale, un po' come il gusto per le donne... Dissento invece sul fatto che non abbiamo nulla da imparare da nessuno, atteggiamento mentale sbagliatissimo e, ahimè, molto diffuso tra i modellisti...secondo me non bisogna lasciarsi andare ad assurdi sentimenti nazional-modellistici e tenere sempre gli occhi ( e la mente) ben aperti, il tutto condito da una buona dose di umiltà...
Fabrizio

Certo Fabrizio
effettivamente ho esagerato nella frase "a noi italiani nessuno ci deve insegnare nulla"chiaramente l'umiltà di accettare e di apprendere nuove tecniche ci deve essere e di saperle migliorare magari,ma quello che volevo dire è che molte volte noi modellisti "sbaviamo"(prenderla nel giusto modo non è riferito a nessuno ma a tutti me compreso )dietro a certi nomi che a mio avviso sono si dei grandi ma non solo gli unici e addirittura non sono neanche i migliori e a volte succede che prima arriva il nome poi il modello e questo mi dispiace perchè basta guardarsi attorno e più vicino a noi per vedere opere bellissime magari di autori italiani come nel mio esempio di prima ovvero del Bruchi e del Cocchi.Chiaro che come detto da te un modellista può sentirsi più vicino ad un altro causa tanti fattori stesse tecniche e stessi stili o magari stessi pensieri poi se c'è l'amicizia cosa è buona ma come hai detto bene sono pensieri sentimenti personali ed è giusto che sia così
Gabriele

Allora, se è così, sottoscrivo tutto, Gabriele!!!!

Ed io sottoscrivo questa vostra bella discussione che per pacatezza dei toni e simpatia e correttezza nel confrontarsi, è da prendere come esempio.
Bravi ragazzi!

non si può litagare mentre si parla di modellismo è il nostro hobby deve dare rilassatezza,cmq Alan grazie
Gabriele

quoto alanray