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USS INDIANAPOLIS CA 35

Ultimo Aggiornamento: 23/11/2019 09:33
20/01/2018 08:55
 
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USS INDIANAPOLIS CA-35


La storia di questa nave e soprattutto il suo destino finale, meritano un occhio di riguardo per la vicenda di cui fu protagonista, specie per l'andamento degli avvenimenti successivi all'affondamento........ottimo il film realizzato quest'anno con l'attore Nicolas Gage che interpreta il comandante McVay, che ricalca esattamente lo svolgersi degli avvenimenti storici.........

La USS Indianapolis (CA-35) è stata un incrociatore della classe Portland della United States Navy, che ha guadagnato un posto nella storia in seguito alle vicende legate al suo affondamento. In quella circostanza si registrò la seconda maggior perdita di vite umane in un unico evento della storia della marina degli Stati Uniti, con 880 vittime, inferiore solo a quello occorso nell'affondamento della USS Arizona (BB-39) durante l'attacco a Pearl Harbor. Dopo aver consegnato parti critiche per l'assemblaggio del primo ordigno atomico impiegato in guerra, che in seguito sarebbe esploso su Hiroshima, alla base statunitense di Tinian il 26 luglio 1945, si trovava nel Mare delle Filippine quando il 30 luglio 1945 alle ore 00:14 fu attaccata ed affondata da un sommergibile giapponese. La maggior parte dell'equipaggio perse la vita per una combinazione letale di vari fattori, tra i quali spiccano esposizione al sole, disidratazione e attacchi di squalo, durante i quattro giorni di attesa dei soccorsi in mare aperto dopo l'affondamento. La Indianapolis è stata una delle ultime unità navali statunitensi affondate durante la seconda guerra mondiale, precedendo di pochi giorni la perdita del sommergibile USS Bullhead (SS-332) affondato dai giapponesi il 6 agosto 1945.

Si trattava della seconda nave da guerra statunitense a portare il nome della città di Indianapolis nell'Indiana, ed era stato costruita dalla New York Shipbuilding a Camden (New Jersey) il 31 marzo 1930. Madrina del varo, il 7 novembre 1931, fu Lucy Taggart, figlia del senatore Thomas Taggart, ex sindaco di Indianapolis. Entrò in servizio al Philadelphia Navy Yard il 15 novembre 1932, al comando del capitano John M. Smeallie.


L'Affondamento


La nave, comandata dal capitano Charles Butler McVay III aveva trasportato da Pearl Harbor a Tinian l'involucro e la carica di uranio della prima bomba atomica, insieme a due scienziati impersonanti dei tecnici dell'esercito, in quella che era stata definita Operazione Bronx Shipment; il meccanismo di innesco era stato immerso in un contenitore foderato di piombo e imbullonato all'hangar dell'idrovolante, mentre l'uranio 235 era stato posto in un analogo contenitore e conservato nella cabina normalmente riservata ad un eventuale ammiraglio a bordo[30]; la nave traversò da San Francisco a Pearl Harbor ad una velocità media molto elevata di 29 n in un tempo record di 74,5 ore, proseguendo poi per Tinian. Consegnata la bomba ripartì dal porto in direzione di Leyte nelle Filippine per unirsi alla task force 95.7 dell'ammiraglio McCormick, senza alcuna scorta nonostante il rischio di un attacco subacqueo fosse riportato ancora come non lieve[29]. Lungo la rotta prescelta tra le tre possibili, chiamata in codice "Peddie", era in agguato il sommergibile giapponese I-58, con a bordo anche dei siluri umani Kaiten (siluri con un membro di equipaggio che doveva compiere un attacco suicida). La nave procedeva alla velocità di 17 nodi e senza zigzagare, in quanto gli ordini erano di "zigzagare a discrezione in base anche alle condizioni meteo", e non veniva richiesto di mantenere una elevata velocità[31]. Il comandante giapponese Mochitsura Hashimoto non era però entusiasta dell'uso dei Kaiten e optò per l'attacco convenzionale, lanciando una salva di siluri[29]. Due di questi siluri centrarono la fiancata dell'Indianapolis causando la perdita dell'energia elettrica e l'allagamento della nave che iniziò a sbandare. Nonostante tutto, il segnale di soccorso venne inviato, ma ben tre stazioni riceventi lo ignorarono, una perché il capostazione era ubriaco, un'altra perché il comandante aveva ordinato ai suoi uomini di non disturbarlo e la terza perché il segnale venne classificato come un falso inviato dai giapponesi[32].

Il mancato arrivo dell'unità del 31 luglio venne ignorato per ben due giorni dal controllo traffico di Leyte. Nel frattempo i circa 900 naufraghi che erano riusciti ad abbandonare la nave, su un totale di 1196 uomini di equipaggio, avevano iniziato la loro lotta per la sopravvivenza contro la mancanza di giubbetti di salvataggio[33], la disidratazione, che fece impazzire molti uomini, e gli attacchi da parte di squali. Nelle prime ore del 31 luglio vennero lanciati dei razzi di segnalazione, che furono visti dall'equipaggio di un C-54 da trasporto dell'Army Air Corps in rotta da Manila a Guam, e classificati dal comandante Richard G. Le Francis come una "battaglia navale", ma la segnalazione venne ignorata dai suoi superiori che gli risposero di "non preoccuparsi perché era un problema della marina"[29].

Dopo l'abbandono della nave, molti membri dell'equipaggio sotto la guida degli ufficiali e dei sottufficiali presenti avevano organizzato in più gruppi i battellini di salvataggio e i relitti galleggianti per darsi aiuto reciproco, e molti feriti vennero raccolti. Le razioni di emergenza e le riserve d'acqua, dove presenti, vennero distribuite all'inizio in modo controllato e razionato. Gli effetti della disidratazione portarono molti uomini ad impazzire e ad allontanarsi a nuoto dai battelli, verso la morte per annegamento o per gli attacchi degli squali. Alcuni di un gruppo si immersero vaneggiando di aver trovato una cisterna di acqua potabile e contagiando altri con una isteria collettiva e molti trovarono la morte immergendosi in seguito a questa situazione[29].

A rendere ancora più tragica la vicenda si deve aggiungere il fatto che, nel disperato tentativo di rallentare l'affondamento dell'unità, si decise di chiudere alcuni boccaporti interni alla nave per rallentare il flusso dell'acqua da un compartimento all'altro; dato che non c'era molto tempo a disposizione non tutti i marinai fecero in tempo ad evacuare i locali che furono sigillati e vennero così sacrificati volontariamente dai loro compagni che chiusero i boccaporti.[34]

I naufraghi vennero ignorati fin quando un velivolo Lockheed B-34 Ventura della squadriglia VPB-152 della US Navy[29], comandato dal tenente Wilbur C. Gwinn, in normale volo di pattugliamento alle ore 10:25 del 2 agosto non notò delle chiazze di nafta e, mentre si accingeva ad un attacco con bombe di profondità verso un presunto sottomarino, vide i superstiti[35]. A quel punto abortì l'attacco e lanciò delle zattere gonfiabili dotate di boe sonar, che i naufraghi non furono però in grado di azionare, e trasmettendo subito alla base di Peleliu un rapporto di avvistamento. Un idrovolante PBY Catalina del VPB-23 del comandante Adrian Marks, con nominativo di chiamata Playmate 2, venne caricato di materiale di soccorso ed inviato alla ricerca[29] dei superstiti, poiché si riteneva che i circa trenta uomini che erano stati avvistati inizialmente potessero appartenere all'equipaggio di una nave affondata. Nel frattempo le stime del comandante Gwinn a seguito di una ricerca più accurata erano salite a 150 naufraghi[29]. A questo punto la segnalazione aveva raggiunto anche il comando avanzato delle Filippine, che chiese informazioni sulle eventuali unità disperse al centro di controllo traffico a Leyte; la risposta fu che tre navi erano in ritardo, ed una di esse era l'Indianapolis. Anche l'ammiraglio McCormick rispose che la nave non aveva raggiunto direttamente il suo task group. Pur non essendoci ancora la certezza dell'identificazione della nave, vennero ordinate ricerche a vasto raggio e sette unità navali iniziarono a pattugliare l'area[29].

L'idrovolante comandato da Marks sorvolò lungo il percorso il cacciatorpediniere Cecil J. Doyle (DE-368), che venne allertato e si diresse autonomamente per decisione del proprio comandante verso il luogo del rilevamento[35] ; Marks, dopo aver lanciato le zattere di salvataggio, decise di ammarare per fornire rifugio al maggior numero possibile di naufraghi (alla fine saranno 56). In questo modo danneggiò irreparabilmente il velivolo, ma riuscì a far salire diverse decine di uomini nella carlinga e sulle ali, oltre che a raccogliere i battelli attorno all'aereo. Quando la USS Doyle raggiunse in piena notte il luogo del rilevamento, si fermò a distanza di sicurezza per non rischiare la vita degli uomini in mare ed accese il proprio proiettore, rendendosi identificabile e mettendosi in pericolo per poter dare un riferimento ai naufraghi, molti dei quali si resero conto in questo modo dell'arrivo dei soccorsi. Un gruppo di altre unità venne immediatamente inviato da Ulithi sul luogo, tra cui i cacciatorpediniere Ralph Talbot (DD-390) veterano della battaglia di Guadalcanal, Helm (DD-388) e Madison (DD-425), cui poi si aggiunsero il caccia di scorta USS Dufilho (DE-423), i trasporti veloci (ex cacciatorpediniere di scorta riclassificati) USS Bassett (APD-73) e (il 3 agosto) USS Ringness (APD-100) dalle Filippine.


Superstiti dell'incrociatore Indianapolis a Guam, nell'agosto 1945.
La ricerca proseguì fino all'8 agosto, ma dei marinai che avevano abbandonato la nave, solo 316 su 1196 vennero recuperati; 154 dalla USS Bassett in quattro ore di ricerca e 39 dalla Ringness, 24 dalla Ralph Talbot, mentre la Dufilho dopo aver recuperato un superstite rilevò un forte contatto sonar a circa 800m e si dedicò alla caccia antisommergibile e poi alla vigilanza mentre le altre navi procedevano col recupero. Tra i superstiti vi fu anche il comandante Charles Butler Mc Vay III, figlio dell'ammiraglio McVay; quest'ultimo aveva un pessimo rapporto col figlio e non lo supportò mai, né durante le differenti fasi del processo, né dopo[36]. Nel novembre del 1945, McVay venne sottoposto a corte marziale, unico tra i 700 comandanti di navi statunitensi affondate durante il conflitto, e giudicato colpevole di aver "messo a rischio la nave rinunciando a zigzagare". In realtà, il comandante giapponese testimoniò dopo la guerra che la cosa non avrebbe fatto alcuna differenza[37]. Inoltre, fatto che venne tenuto segreto fino al 1990, le intercettazioni Ultra avevano rivelato la presenza di un sottomarino operante con certezza nell'area[38].

Altre prove esistevano comunque a discarico del capitano:

L'Indianapolis fu l'unica unità maggiore inviata da Guam alle Filippine senza una scorta, sebbene il capitano avesse fatto esplicita richiesta in tal senso[39].
Benché il caccia di scorta Underhill fosse stato affondato 24 ore prima della partenza da Guam, il comandante McVay non venne informato[40].
L'ufficiale addetto al traffico a Guam, pur cosciente dei rischi lungo la rotta, stabilì che una scorta non era necessaria, e successivamente al processo testimoniò che il rischio di attacchi da parte di sottomarini per la nave era "molto piccolo"[41].
Alla fine, l'ammiraglio Chester Nimitz annullò la sentenza e prosciolse McVay rimettendolo in servizio attivo[42]. Sebbene molti superstiti non attribuissero alcuna responsabilità al capitano, molti dei familiari lo fecero, montando un clima di linciaggio morale che alla fine portò al suicidio di McVay col revolver di ordinanza nel novembre 1968[43].

Nell'ottobre 2000 il Congresso degli Stati Uniti pose fine alla questione approvando una risoluzione secondo la quale sullo stato di servizio del capitano McVay dovesse essere riportato che "egli era prosciolto dalle accuse per la perdita dell'Indianapolis". Il presidente Bill Clinton stesso firmò la risoluzione[44].


SCHEDA TECNICA


Descrizione generale
US flag 48 stars.svg
Tipo Incrociatore pesante
Classe Portland
Proprietà United States Navy
Ordinata 31 marzo 1930
Costruttori New York Shipbuilding, Camden, New Jersey
Varata 7 novembre 1931
Entrata in servizio 15 novembre 1932
Destino finale affondata dal sommergibile giapponese I-58 il 30 luglio 1945

Caratteristiche generali

Dislocamento 9800 t
Lunghezza 190 m
Larghezza globale:20 m
Pescaggio 5,3 m
Propulsione 8 caldaie White-Foster
turbine ad ingranaggi a riduzione singola
107,000 shp
Velocità 32,7 nodi (59 km/h)
Equipaggio 629 ufficiali e marinai (tempo di pace), 1.269 ufficiali e marinai (tempo di guerra)
Armamento 9 cannoni da 8" (203 mm)/55 , 8 cannoni da 5" (127 mm)/25, 8 mitragliere calibro .50 (12.7 mm)
Mezzi aerei 2 idrovolanti OS2U Kingfisher


FONTE WIKIPEDIA


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