Ambientazione 222

kekkus70, 25/11/2015 08:50:

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La nuova fenice, risorta dalle ceneri...

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Diciamo più una pucciosa ghiandaia, a cui uno stronzissimo canarino ha appena cagato in testa da due rami più sopra

blitzkrieg_bop, 25/11/2015 20:06:

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Mbè che musica potevi sentire tu se non bornindeiùesèi?


Ottimo inizio e come t'ho già detto, prendo appunti...

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La canzone è 'Working on the Highway', parla di un operaio che costruisce una strada, mi pareva appropriata

Cazzu, se prendi appunti mi tocca star qui a spiegare tutto peffilo e pessegno, maledetto!

Allora, se proprio insisti, ecco qui due scatti in Technicolor:




Prima di passare ai colori, ho scartavetrato le zone che mi parevano troppo irregolari, mentre con un cacciavite piatto usato a mo di scalpello ho creato le tracce della sterrata... diciamo che volevo ottenre una sorta di effetto vedo/non vedo, come se in quella zona la strada non sia altro che una zona dove i sassi sono meno fitti a causa del transito dei veicoli... si capsice? Mah...

Forse in alcuni punti mi è venuto più netto di quel che volevo, ai posteri la sentenza


Per colorarlo la procedura è relativamente semplice, vi serviranno solo degli acrilici (io ho usato gli Americana, buona qualità, costano un terzo dei Vallejo, anche se non hanno la loro stessa finitura e soprattutto hanno una gamma decisamente limitata... di fatto vanno benone per questo tipo di lavori) e pennellacci da macello (piatti, tondi, sintetici), più sono andati più ci si diverte


Prima ho dato due mani pesanti di nero diluito, quasi come dei lavaggi. Senza nemmeno aspettare troppo che asciugassero ho aggiunto al nero del giallo ocra e del giallo 'normale', e con un altro paio di mani, meno diluite delle precedenti, ho creato una prima movimentazione del colore. Avendo il primo giro di nero ancora umido è possibile sfumare tra loro i colori senza creare stacchi troppo netti.

Si lascia asciugare un po', poi si va a schiarire ulteriormente le zone più in rilievo, con mani diluite e sfumate le une nelle altre, mentre sono ancora umide.

Segue un lavaggio vero e proprio, questa volta, con del nero molto diluito. Una volta asciutto, seguono vari giri di drybrush, prima coi due gialli usati all'inizio puri, poi mescolati ad un grigio chiaro (nella fattispecie ho usato la Base Camo Splinter vallejo perché è il primo che mi è capitato sottomano, ma va bene uno qualsiasi).

È a questo punto che inizio a lavorare in modo più selettivo, concentrando lavaggini molto diluiti e drybrush in alcuni punti, andando ad evidenziare determinate zone.



(ommamma quanto fa schifo la verdura )


Qui, ad esempio, sono arrivato ad utilizzare il grigio puro (bianco sporco) sulla parte più sporgente della... sporgenza( ), mentre la zona verticale lascia intravedere, nella parte più alta, ancora il nero della base; nella parte inferiore ho usato i due gialli, mescolati tra loro in modo variabile e dati in più passate diluite, cercando di ricreare l'effetto 'polvere depositata dal basso' visto sul lavoro di Paolo, foto 8741 qui

Tutto questo processo di drybrush-lavaggio sarà da ripetersi ancora, nel mio caso, soprattutto nelle zone in cui si intravede ancora troppo il rossastro di base... cosa che avrei potuto evitare se mi fossi ricordato di aggiungere colore alla mescola iniziale ...


Vogliamo vedere se bene o male con le cromie ci sono, ci siete, ci siamo?

Rock 'n' roll!






Che dite, m'è andata bene?
Il tutto è decisamente empirico, l'esperienza poca, io spero di aver fatto centro, se vi convince proseguo con migliorie botaniche e cromatiche

Radio Donald vi augura buonanotte