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The day after D-Day

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2014 14:20
28/12/2013 16:04
 
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Mascotte di Zimmerit
Normandia, 1944
PROLOGO:
Ancora ottanta metri, poi sarebbe stato al sicuro. Si muoveva nella notte, il cielo stellato di giugno lo avvolgeva come un morbido mantello, i grilli accompagnavano i suoi passi. Nell'oscurità vedeva il contorno della casa; una come tante, circondata dalla campagna, isolata sul bordo della strada. Passò per l’ennesima volta il muretto che separava la casa dalla strada, l’unico ostacolo tra lui e la salvezza. Aprì la porta lentamente, senza farla cigolare. Geneviève dormiva nella stanza accanto. Meglio. Mise il fucile al solito posto dentro alla cassapanca, appoggiò invece la bottiglia di vino e la tavoletta di cioccolato sul tavolo. Gli erano costati una fortuna al mercato nero, ma domani, il sei giugno del ’43, la sua bambina avrebbe compiuto tredici anni e l’occupazione tedesca non gli avrebbe impedito di festeggiare come si deve. L’orologio sulla credenza segnava le 01:20. Andò a dormire.



07-06-44

Non dormiva da due giorni; l’orologio al polso segnava le 01:20. Walter aveva fame, ma le razioni erano terminate ed il rudere dietro di loro non aveva nulla da offrire. L’anno prima era stato distrutto dai tedeschi: la solitaria casetta era in realtà il ritrovo di un gruppo di partigiani. Fu rasa al suolo. Il sergente tornò a mani vuote dalle macerie dove si era illuso di poter trovare qualcosa da mangiare, ma tutto quello rimasto era solo un coccio di bottiglia e una sbiadita carta di cioccolata. Dopo aver superato il rigagnolo che si era formato con le piogge degli ultimi giorni si sedette appoggiando la schiena al muretto. Gli americani erano sbarcati il giorno prima, più a nord, e quell'angolo di Francia si era trasformato in un inferno. Da quel momento non avevano più rifornimenti ed erano stati costretti a ritirarsi dalla zona costiera; le retrovie erano nel caos ed i rinforzi non sarebbero arrivati presto. Nel frattempo si erano posizionati vicini alla curva di quella strada, dietro al riparo offerto dal muretto, per bloccare l’unico accesso al paese due chilometri più a sud. Walter si girò a guardare la strada ed i campi circostanti. Ombre ignote si muovevano nella foschia, il cielo nuvoloso di giugno incombeva grave su di loro. Walter vedeva il loro contorno, cento metri dietro alla strada, ma le divise verde oliva non promettevano nulla di buono. Imbracciò l’MG.








07-06-44

Imbracciò il Garand: fu il primo oltre alla strada, il primo a notare le figure grigio-verdi ottanta metri più in là, dietro a quel muretto. Si buttò a terra mentre il muro cominciava a lampeggiare. Una frazione di secondo dopo arrivarono le pallottole, dopo un'altra frazione di secondo arrivò il rumore degli spari. Schizzi di terra umida si levarono dalla strada sterrata e dal prato mentre la foschia che andava diradandosi veniva trapassata dalle pallottole di mitragliatrice. La sua squadra, tutti veterani dello sbarco, trovò riparo e rispose al fuoco. Sam era l’unico rimpiazzo, doveva ancora essere accettato nel gruppo e finalmente aveva la possibilità di dimostrare quanto valesse. Si alzò per scaricare il fucile all’indirizzo del muretto e ritornò in copertura, mentre il caporale continuava a coprire l’avanzata del resto della squadra col suo BAR. Era arrivato il loro turno di avanzare mentre la squadra, avvicinatasi al muretto, li copriva a loro volta. Mentre si lanciava in avanti ottenne la sua prima ferita di guerra, due pallottole che lo colpirono insieme, una alla spalla e una alla gamba, sbattendolo ansimante al suolo. Guardando avanti vide il caporale raggiungere gli altri e lanciare una granata. Mentre la vista cominciava ad andarsene sentì la bomba esplodere e gli spari cessare. Voci confuse lo chiamavano, delle mani lo afferrarono per spostarlo al riparo del muretto. Chiuse gli occhi.

















EPILOGO

07-06-64
La giovane ragazza Francese camminava da sola lungo la strada, il raggiante sole di giugno colorava la campagna circostante. Il colori dei fiori che teneva in mano risaltavano in mezzo a tutto quel verde.
Erano passati ventuno anni dall'ultima volta che aveva percorso quella strada, quando era ancora sterrata. Accanto a lei un uomo spingeva una suo amico seduto su una sedia a rotelle; si parlavano in inglese indicando vivacemente il paesaggio circostante, ma quello in piedi aveva un forte accento tedesco. Si fermarono una volta giunti accanto ad una fila di mattoni sul bordo della strada. Era alta poco più di mezzo metro, ma una volta delimitava il confine di una casa. Al posto dell'edificio ora c'era una piccola croce sormontata da una bandiera francese. La ragazza si inginocchiò accanto ad essa e vi depose di fronte i fiori.

Paperino15 (Marco) e Zeusque (Lorenzo)

In memoria di chi combatté in Normandia e di chi seppe perdonare [SM=g27823]

Marco
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