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Hors-Série Edizioni Caraktère Sarl

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2017 17:02
16/04/2014 03:25
 
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grazie, bender...
sempre apprezzate, le tue recensioni! [SM=x1765924]

se posso... staccare ogni tanto i paragrafi consentirebbe di non buttare i bulbi oculari a fine lettura... [SM=g27822]
16/04/2014 10:16
 
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[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
Hai ragione! Provvederò! [SM=g27822]
Bender Bending Rodriguez
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Alias ANDREA ROTONDI - Canegrate (MI)
19/04/2014 11:06
 
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Ciao .Bender.
E' la prima volta che mi addentro in questa discussione: complimenti per le recensioni [SM=g2915775] [SM=g2915775] [SM=g2915775] .

Hauptmann Guglielmo Embriaco, Carro 111 , Plotone Zena , Compagnia Genova , Abt Cycnus.

03/06/2014 23:27
 
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« Ligne de Front» Hors-Série n.20
SNIPERS - Des origines à nos jour


Quello che ho finito di leggere pochi giorni fa è, con tutta probabilità, il miglior numero speciale di una rivista edita da Edizioni Caraktère Sarl che ad oggi mi sia capitato di acquistare. Nonostante l’argomento decisamente particolare, l’autore ha saputo redigere un testo di rara precisione ed accuratezza senza scadere nel nozionismo fine a se stesso ma, al contrario, miscelando con sapienza precise informazioni tecniche ad aneddoti storici e biografie. Il tutto senza mai perdere il quadro complessivo dell’argomento trattato, il suo evolversi nella storia e la chiara esposizione dei principi che ne stanno alla base.

Il risultato di tutto ciò è un’affascinante odissea nel mondo del tiro militare di precisione. Un percorso che, iniziato durante la guerra d’indipendenza americana, prosegue lungo l’intero arco dei conflitti che si sono susseguiti fino ad oggi, tempi in cui le guerre asimmetriche hanno eletto i tiratori scelti non solo a protagonisti degli scontri sul campo ma addirittura ad elementi di importanza strategica. Vengono, quindi, raccontati gli eventi che hanno fatto evolvere il tiro militare di precisione da quella che era una capacità del singolo derivante dalle esperienze di caccia nelle selvagge colonie delle potenze europee, alla formazione di migliaia di tiratori scelti durante il secondo conflitto mondiale per poi tornare alla moderna coltivazione di un’arte elitaria agevolata dalle nuove tecnologie. Il tutto senza dimenticare lo Sniping pesante che, nato nell’esercito russo con l’uso massiccio dei fucili anticarro, è oggi diventato tatticamente essenziale e gode di armi specifiche.

Data la validità del testo in oggetto, consiglio la lettura di questo testo a tutti in quanto opera che, seppur estremamente specializzata, non commette mai l’errore di dimenticare che il tiro militare di precisione è prima di tutto un agghiacciante omicidio a sangue freddo.

[Modificato da .Bender. 03/06/2014 23:28]
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Alias ANDREA ROTONDI - Canegrate (MI)
04/06/2014 08:31
 
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HORS-SERIE EDIZIONI CARKETER
Molto interessante. Bella segnalazione.
[SM=g27811] [SM=g2915775] [SM=g27811]
ciao, ciao. Brunetto.
[SM=x2112453]
02/08/2014 08:35
 
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Ottime recensioni
Grazie a .Bender per le sue recensioni. viaggiando spesso tramite l'aeroporto di Parigi ho avuto occasione di prendere molte riviste e concordo con Enea in Francia (ma d'altrone cosi' come in UK e Germania la cultura ha valenza diversa dalla nostra. Le edicole o meglio i chioschi offrono tanto materiale che ci vuole un'ora per sfogliarle e vedere gli argomenti trattati. Provate a farlo in edicola qui con quelle 4 riviste sgarruppate (tranne Storia Militare): attaccano anche il cartello "vietato sfogliare prima dell'acquisto"!
LE ns riviste inoltre usano la tattica del font alto 14-16 e foto quasi a tutta pagina per riempire 70 pagine.
Io ho smesso di acquistare le riviste nostrane...
Grazie
Saluti e Modellismo4ever!
Giovanni
05/10/2014 23:19
 
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« Batailles & Blindés » Hors-Série n°17 & 18
LA BATAILLE DES ARDENNES


E’ con un ritardo di parecchi mesi che ho letto questi due numeri speciali della rivista francese « Batailles & Blindés ». Ciononostante non potevo cimentarmi in tale impresa in un momento migliore visto che ciò è coinciso con la mia visita ai campi di battaglia delle Ardenne in questa estate 2014. Sono state proprio queste due pubblicazioni a farmi da guida sul posto e si sono confermate precise, dettagliate e dotate di didascalie eccezionalmente precise per foto spesso molto famose ma non sempre correttamente circostanziate.
Penso che già quanto precede sia più che sufficiente a dimostrare la validità delle pubblicazioni in oggetto, se ciò non bastasse posso confermare trattarsi di due testi molto ben scritti, estremamente chiari e capaci di dare al lettore una visione generale dell’offensiva tedesca del 16 dicembre 1944 impreziosita da dettagli ed aneddoti di ogni sorta. Ruolo primario hanno le numerose pagine iniziali introduttive che spiegano le ragioni e le difficoltà oggettive dell’offensiva, nonché le conclusioni finali con alcune statistiche oggettivamente sorprendenti. L’esercito statunitense, ad esempio, perse complessivamente 680 carri armati nei circa dieci giorni in cui l’esercito tedesco fu in avanzata prima di cedere alla superiorità alleata e mettersi definitivamente sulla difensiva. Ovviamente gli Alleati Occidentali avevano una capacità di ripristinare il materiale perduto contro cui i Tedeschi non potevano competere; ciononostante, si trattò di perdite così importanti che l’esercito inglese dovette restituire alla US Army ben 200 Sherman nel tentativo di colmare i ranghi ridotti delle Armored Division statunitensi. Fu necessario anche riesumare dai depositi vecchi Sherman veterani della Normandia, ormai considerati troppo usurati per il servizio attivo, e ripristinarli come meglio possibile per il loro ritorno al fronte.
La battaglia delle Ardenne fu un evento militare e storico dalle mille sfaccettature, ragioni e conseguenze. I due tomi in oggetto, a mio parere, ne tracciano la storia con grande professionalità, entrando in dettagli interessanti, citando importanti testimonianze e senza mai perdere la visione complessiva degli eventi. E’ tale ultimo fattore l’oggetto principe di questi due numeri speciali di « Batailles & Blindés ». Ne consegue che, nonostante il pregio degli stessi, essi non entrano nel dettaglio estremo di grandi eventi come l’assedio di Bastogne o l’avanzata del Kampfgruppe “Peiper”. Se siete interessati alla cronaca minuto per minuto di tali fatti, troverete facilmente libri specificatamente dedicati ad essi. Fra essi non posso fare a meno di citare l’eccellente collana “Duel in the Mist” dedicata al Kampfgruppe “Peiper” ed oggi arrivata al terzo (ma non ultimo) volume.
[Modificato da .Bender. 05/10/2014 23:20]
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Alias ANDREA ROTONDI - Canegrate (MI)
14/02/2016 12:04
 
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“Batailles & Blindés” Hors-Série n°27
L'EFFONDREMENT DU REICH - Des Ardennes à Berlin, Recit & Témoignage


Non credo sia una grande novità il fatto che il sottoscritto sia particolarmente interessato agli eventi che si susseguirono negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale. Fu nel corso di essi che si verificarono i fatti più umanamente drammatici nonché gli eventi che maggiormente condizioneranno il dopoguerra fino ai giorni nostri. Inoltre, per chi è appassionato come me di tutto quanto concerne l’esercito tedesco, fu proprio nell’ultimo anno di guerra che lo sviluppo tecnologico ebbe il suo apice con l’entrata in servizio di armamenti che sfiorano ancora oggi il mito, nonostante il numero limitato (se non irrisorio) e difetti intrinseci dovuti al deperimento del tessuto industriale e la penuria di materie prime. E’ anche grazie a questi ultimi che, proprio nel corso delle battute finali della guerra, si susseguirono episodi bellici sorprendenti se considerata la disparità di forze in campo. Fatti d’arme dall’importanza prettamente tattica che, non potendo avere alcun impatto sul corso di una guerra ormai persa, risultano avere il fascino di imprese valorose quanto disperate. Ultimi fendenti di un esercito morente purtroppo destinati solo a concedere qualche ulteriore momento di vita ad un’ideologia perversa e criminale.
Ciò premesso, diventa facilmente intuibile l’interesse suscitato in me dal volume in questione che, avendo proprio come tema l’ultimo anno di guerra sul fronte europeo, mi ha fatto sperare in un’accurata descrizione proprio di quegli scontri finali che, a causa del deterioramento della situazione bellica, sono generalmente poco noti o incerti in quanto avvolti dalle nebbie del tempo. Fatto un dovuto elogio ad alcune interessantissime pagine dedicate alle più note divisioni “fantasma” create in seno alla Wermacht con unità derivanti da reparti dissolti o con personale ed armamenti recuperati dalle scuole militari (cito, in particolare, le Panzerdivision “Muncheberg”, “Clausewitz” e “Westfalen”), il resto del volume è una cronaca generale di quanto accorso dalla liberazione di Parigi alla caduta della città di Berlino. Il racconto è preciso ma generico, finalizzato a dare un quadro generale e completo ma non interessato a entrare nei dettagli come potrebbe far erroneamente supporre lo slogan “recit & témoignage” del titolo. Al contrario, sono pochissime proprio le testimonianze di chi visse quei giorni, con un conseguente impatto negativo sul risultato qualitativo dell’intero volume. Come in casi simili, quindi, consiglio quest’opera solo a chi fosse alla ricerca di un testo capace di offrire una visione d’insieme del periodo storico trattato. Analisi generale che, comunque, non deve essere considerata superficiale. Il testo è ben scritto ed il lavoro di documentazione evidente. Particolarmente interessante è, ad esempio, costatare la diabolica efficienza della macchina propagandistica nazista nonché la facilità con cui i gerarchi del partito abbandonavano le popolazioni civili all’arrivo dei Sovietici. Segnalo, per concludere, la presenza di uno scritto dedicato ai Tiger I ibridi (dotati di scafo di fine produzione con ruote in metallo ma con torretta iniziale avente cupola del capocarro a tamburo) del Kampfgruppe “Schulze” al comando dell’Oberleutnant Rudolf Fehrmann. Di lettura interessantissima, si tratta comunque di un articolo autonomo già comparso su pubblicazioni precedenti del medesimo editore.


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Alias ANDREA ROTONDI - Canegrate (MI)
15/02/2016 09:47
 
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Grazie della recensione, gradevole nella forma ed utile nella sostanza (come tuo solito).
Ho trovato interessante le tua considerazione sugli eventi finali della guerra.
Ho una conoscenza superficiale di quel periodo pertanto l’unico episodio eccezionale (nel senso che ha rappresentato un’eccezione, una anomalia, rispetto all’evoluzione del conflitto) cui mi viene da pensare è l’offensiva delle Ardenne.
Sarebbe davvero interessante, almeno per me, una pubblicazione che trattasse in modo dettagliato gli eventi cui hai fatto cenno sia per valorizzare il coraggio dei disperati inutilmente sacrificati sia per apprezzare meglio gli sviluppi tecnologici che sono stati preludio alle realizzazioni militari dei vincitori.
Penso che se tu fossi a conoscenza di una pubblicazione del genere lo avresti già segnalato, ad ogni buon conto ti sarei grato se indicassi –ammesso che ci sia- qualche testo dedicato a quel particolare periodo con i dettagli di cui hai trattato.
In caso negativo ti lancio una proposta “provocatoria” (pur avendo presente il tanto tempo necessario per attuarla … ma noi di Zimmerit non abbiamo fretta e possiamo aspettare [SM=g27822] ) : aprire una pagina (una discussione) per ogni episodio. Non sarà indispensabile seguire l’ordine cronologico degli eventi ma ti basterà farti guidare dal materiale che trovi e dall’ispirazione del momento.

P.S. se ti venisse da pensare “ma ci mancava ‘sto qua [SM=g27826] a ...” avresti tutta la mia comprensione [SM=g27811] .

Ciao

Hauptmann Guglielmo Embriaco, Carro 111 , Plotone Zena , Compagnia Genova , Abt Cycnus.

26/02/2016 17:01
 
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Ciao Pierluigi,
ti ringrazio per le tue parole e la fiducia che riponi in me ma non ho competenze tali da poter svolgere le ricerche necessarie per redigere con il dovuto approfondimento quanto proponi. Trattare gli ultimi mesi di combattimento è una impresa colossale. Non solo sarebbe necessaria una enorme biblioteca da spulciare ma si dovrebbe anche riuscire a ripulire i fatti dalle mistificazioni più o meno volute. E' un lavoro da ricercatori con accesso diretto alle fonti che, per ovvie ragioni, non sono in grado di svolgere io.
Comunque non mancherò di segnalare qualche valida pubblicazione sull'argomento. [SM=g27811]
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Alias ANDREA ROTONDI - Canegrate (MI)
18/07/2016 23:44
 
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“Aero-Journal ” Hors-Série n°8 e 9
LES JETS DE LA SECONDE GUERRE MONDIALE


Nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, credo che molto difficilmente possa essere individuato un soggetto più affascinante di quello che concerne lo sviluppo e impiego degli aerei a reazione. La materia è decisamente complessa e ha suo fulcro proprio nei due temi appena accennati e non fra loro coincidenti. Le nazioni belligeranti, infatti, svilupparono un gran numero di aerei a reazione nel tentativo di individuare le formule più efficaci in questo campo completamente nuovo ma furono solo tre gli aerei che, nel corso del conflitto, conobbero l’effettivo impiego in combattimento. Questi tre velivoli appartennero tutti alla Luftwaffe e furono l’Arado 234 “Blitz”, il Me-163 “Komet” e il Me-262 “Schwalbe” a cui si dovrebbe aggiungere anche l’He-162 “Spatz” benché non si abbiano ancora prove assolutamente certe di avvenuti scontri aerei in cui quest’ultimo ebbe parte.
Non tenterò in questa sede di parlare di tutti i temi affrontati dai due tomi in questione. Ci tengo a segnalare che, molto saggiamente, la questione dello sviluppo e quella dell’impiego operativo sono trattati separatamente. Il primo tomo, Hors-Série n°8, si occupa di tutti gli aspetti più meramente tecnici dei velivoli il cui sviluppo si dilungò nel corso della Seconda Guerra Mondiale in seno a ciascun belligerante. Per evitare inutili divagazioni, vengono trattati i progetti che portarono alla costruzione di almeno un prototipo di cui vengono, ove possibile, descritti i test di volo a cui furono sottoposti. Particolare attenzione è offerta al “Meteor” inglese che, nonostante non si scontrò mai con alcun caccia tedesco, fu comunque usato per intercettare le bombe volanti V1 e, sul finire della guerra, dislocato nel teatro operativo dell’Europa continentale. Il secondo tomo, Hors-Série n°8, offre un quadro dettagliato dell’impiego operativo dei velivoli della Luftwaffe che furono usati in combattimento nel corso della guerra. Per il lettore meno “tecnico”, è certamente questo il volume dalla lettura più interessante. Per quanto mi riguarda, avrei preferito un maggior numero di testimonianze dirette da parte dei piloti ma esse non mancano ed arricchiscono un testo estremamente preciso ed accurato. Purtroppo non tutto è approfondito come avrei voluto. Nella descrizione della storia operativa del Me-262, ad esempio, è lasciato pochissimo spazio allo squadrone di caccia notturna (un vero peccato soprattutto considerando che, dato l’esiguo numero di velivoli, fu uno di quelli con il maggior tasso di successi); egualmente è quasi del tutto ignorato quanto concerne l’esemplare di Me 262A-1a/U4 "Pulkzerstörer" armato di MK-214 da 5 cm. Queste mie personali critiche non devono però offuscare un testo molto ben scritto che, seppur a volte celere su alcuni temi ed in altri lezioso su informazioni a mio parere secondarie, non perde mai il quadro d’insieme per una valutazione precisa dell’aereo trattato. Se l’Arado 234 “Blitz” è promosso a pieni voti (pur nella sua natura di ricognitore/bombardiere), il Me-163 “Komet” è (giustamente) relegato a velivolo da record dall’impatto militare inconsistente e per l’He-162 “Spatz” non siano possibili approfondimenti precisi sull’efficacia in combattimento (benché vi siano numerosi aspetti che possano farlo considerare superiore al Me-262 nel puro dogfight), è con il Me-262 “Schwalbe” che il volume in questione raggiunge il suo apice. Di quest’ultimo, straordinario velivolo vengono portati alla luce pregi e difetti con un’attenzione particolare a tutta quella serie di fattori che ne condizionarono l’impiego e l’efficacia in combattimento. Il Me-262 “Schwalbe” fu un aereo così innovativo da necessitare tecniche di pilotaggio e strategie di ingaggio ad hoc. Nella realtà dei fatti, il Me-262 fece da spartiacque fra quanto ormai destinato al passato e quanto proiettato nel futuro. Non deve stupire se la Luftwaffe impiegò un anno intero a comprendere di non poter considerare il Me-262 come un velivolo convenzionale dotato di un nuovo tipo di motore, bensì come un vera rivoluzione da gestire come tale. Fu un anno importante ma anche un lungo periodo di tempo che la Germania non poteva più permettersi. Leggendo il tomo in questione si evince chiaramente come i frutti di tale balzo nel futuro arrivarono troppo tardi per il III Reich al collasso (fu negli ultimissimi mesi di guerra che il Me-262 divenne veramente letale) ma furono essenziali agli Alleati per recuperare il divario accumulato e dotarsi di jet efficaci già nel corso della guerra di Corea.
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Alias ANDREA ROTONDI - Canegrate (MI)
19/07/2016 18:27
 
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Grazie Andrea della tua recensione, come di consueto chiara ed utile.
Ciao

Hauptmann Guglielmo Embriaco, Carro 111 , Plotone Zena , Compagnia Genova , Abt Cycnus.

15/02/2017 10:34
 
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“Batailles & Blindés” Hors-Série n°31
LEIBSTANDARTE, DAS REICH, TOTENKOPF - Les régiments blindés de la SS-Panzerwaffe


Per chi è poco avvezzo alla storia militare della Seconda Guerra Mondiale ed alle sue numerose peculiarità, la nascita e lo sviluppo di quell’esercito nell’esercito che fu il corpo delle Waffen-SS è certamente un argomento sconosciuto o considerato secondario. In realtà, l’inesorabile ascesa del ramo puramente militare dell’ordine nero di Himmler fornisce non pochi elementi di straordinaria importanza per comprendere la Germania dell’epoca e la sempre più forte politicizzazione a cui furono sottoposte la società, il soldato e, con esso, la guerra stessa.
Le Waffen-SS nacquero delle Schutz-Staffeln, il corpo di guardia di Hitler e furono lo strumento con cui Himmler espanse il proprio potere anche in campo militare. Rappresentarono uno straordinario strumento bellico ma anche di propaganda grazie ai numerosi successi militari di cui (realmente o fittiziamente) furono protagoniste. Teoricamente composte da volontari provenienti da tutta Europa, le Waffen-SS crebbero in mezzi ed effettivi di anno in anno anche grazie al supporto della Wehrmacht, l’esercito regolare, con la quale non mancarono ragioni di attriti più o meno profondi. Il progressivo aumento numerico delle unità delle Waffen-SS ne diminuì inevitabilmente la qualità ed il valore militare ma le tre divisioni originarie (1. SS-Panzer-Division “Leibstandarte”, 2. SS-Panzer-Division “Das Reich” e 3. SS-Panzer-Division “Totenkopf”) rimasero sempre le migliori del corpo in questione. Costantemente in prima linea, coinvolti in tutte le principali operazioni militari del III Reich, spesso usati come unità mobili da spostare da una parte all’altra del fronte per risolvere situazioni disperate, i tre reggimenti corazzati appartenenti alle divisioni in questione sono oggetto del presente volume edito da Caraktère Sarl. Il volume ne tratta la storia a cominciare dall’inverno del 1942/43 in quanto fu proprio in tale periodo che le tre divisioni passarono dallo status di Panzergranadier Division a Panzer Division ampliando conseguentemente il proprio reggimento corazzato nonché acquisendo un Abteilung di carri Tiger I. Il libro, conseguentemente, tratta il loro ingaggio a partire dalla riconquista della città di Kharkov in Ucraina alla fine del 1942 fino alla fine della guerra passando per Kursk, la Normandia, le Ardenne, Budapest, etc.
Erano presenti tutte le migliori premesse per un accattivante reportage sulla storia operativa dei tre reggimenti corazzati in questione ma, a lettura effettuata, devo dire che il risultato è, a mio parere, molto deludente. Certamente la mole di materiale oggetto di possibile trattazione è troppo importante per poter essere efficacemente condensato in un volume di un centinaio di pagine ma le scelte con cui è stato redatto il testo sono agli antipodi delle mie aspettative. C’è modo e modo di redigere un riassunto. Personalmente avrei preferito fossero saltati alcuni eventi o periodi pur di poter leggere un testo ricco di aspetti ed esperienze umane e militari. Il volume in oggetto, invece, risulta più che altro un freddo rapporto sugli effettivi (numero di carri operativi ad una certa data con specifica di quelli in riparazione), sul numero di vittorie e sulle perdite fra i ranghi dei graduati più importanti. Il lettore ha, quindi, ben poco a cui aggrapparsi nel tentativo di essere coinvolto emotivamente dal testo proposto. Può anche essere interessante sapere che, in una certa data, un determinato capocarro ha distrutto con il suo Panzer un certo numero di carri avversari ma è inevitabilmente una nozione subito dimenticata in mancanza di un racconto capace di portare il lettore sul campo di battaglia e far vivere a quest’ultimo il fatto d’arme in oggetto.
Ne consegue che questo numero speciale della rivista “Batailles & Blindés” risulta discretamente noioso. Aiuta certamente ad avere un quadro complessivo delle operazioni militari dei tre reggimenti corazzati in oggetto ed illustra in via generale come essi, a discapito di effettivi sempre più ridotti, rimasero avversari formidabili fino alla fine della guerra. Gli score conseguiti in fatto di materiale avversario distrutto sono incredibili e probabilmente destinati a non ripetersi mai più nella storia. Furono essi, in quanto parte di un mostruoso ingranaggio, a consentire alla follia del III Reich di sopravvivere fino all’ultimo così come ad impedire all’orso sovietico di dilagare in Europa. Si tratta in ogni caso di un quadro troppo generale e didascalico per lasciare al lettore un qualunque ricordo di quanto letto. Sinceramente non consiglierei questo volume nemmeno ad un neofita in quanto è troppo alto il rischio che esso si annoi abbandonando sconsolato una materia che, raccontata da un punto di vista più personale, custodisce elementi molto interessanti.
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15/02/2017 15:52
 
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questo volume è un testo storico-annalistico, non un saggio a tesi.

Serve per conoscere gli accadimenti nella loro realtà oggettiva, senza sovrapposizioni ideologiche o memorialistiche.

E' sicuramente meno "affascinante" di "Tiger in the mud" e simili, non offre quel pathos, quel senso ansioso di aggressività e paura che si respira in altri testi, ma è sicuramente più obiettivo, documentato e didattico dei memoriali di singoli combattenti o di ricostruzioni esaltatorie o denigratorie.

appartiene al livello basilare dei testi storici, letto e imparato il quale poi uno si orienterà secondo i propri intendimenti e le proprie passioni.


18/02/2017 16:10
 
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E' vero, hai ragione.
Nemmeno è mia intenzione sminuire il lavoro dell'autore e la generale, ottima qualità delle pubblicazioni Caraktere.
Resto comunque dell'idea che c'è una notevole differenza fra scrivere (e leggere) una Storia doverosamente obiettiva ed un elenco telefonico. A mio personale parere è superiore la prima opzione.

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caro Andrea,

sono due tipi di pubblicazioni entrambe necessarie, se si vuole approfondire.

Ti confesso che NON sono arrivato in fondo di questo HS tutto di un fiato, anzi..... l'ho piantato lì diverse volte per riprenderlo con calma il giorno successivo.....

ciao.

Roberto.


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